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«Eppure amore è ancora il mio vero padrone». Nel suo nuovo romanzo, Giuseppe Conte immagina un "Dante in Love"

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Giuseppe Conte Dante in Love Giunti



Dante in Love
di Giuseppe Conte
Giunti, 20 gennaio 2021

pp. 204
€ 17 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

L'amore terreno mi sconvolge ancora, quando sembrava che da ombra non potessi più sentire la sofferenza che provoca. Turbamento, soffocamento, mancanza d'aria. Ma anche il rovescio di tutto questo, estasi, espansione, respiro pieno di vita. Che guazzabuglio è l'amore. Ci stiamo dentro come in una barca senza remi e senza vela, che il gran mare dell'essere porta dove vuole. Guarda me, io sono morto, sono un'anima del Paradiso, e sono un'ombra mandata sulla terra dal Signore dell'Universo. Eppure Amore è ancora il mio vero padrone. Mi detta lui il comportamento, mi detta lui queste parole, comanda lui. E io obbedisco, come Fedele della sua religione, ai suoi comandamenti. (p. 84)
«Era già l'ora che volge il disio», e Dante Alighieri torna sulla Terra, in qualità di ombra, come gli accade una volta all'anno, da settecento anni. E come accadrà ancora, se Dante non sarà in grado di rompere questo singolare incantesimo (o punizione?), innamorandosi. Impresa non semplice, o meglio, la parte più difficile è essere ricambiato, dal momento che nessuna donna si accorge della sua presenza. Infatti, benché Dante abbia ancora vista, udito e olfatto e soprattutto sia ancora sconvolto da emozioni e sentimenti umani, gli manca un corpo, le persone lo possono attraversare, senza che se ne rendano conto. 
Dunque, come far innamorare qualcuna? Si tratta di una maledizione? Dante pare però ricredersi, quando, durante la settecentesima notte come ombra, incappa in Grace, una studentessa americana, che si è trasferita a Firenze per trovare la propria identità e studiare ciò che le è più congeniale. Grace, nome parlante per eccellenza, è molto diversa da quelle donne di grande bellezza che hanno "sfilato" nella lista delle sessanta donne più belle di Firenze, lista che Dante-ombra non riesce più a ricordare a memoria, e per la quale prova un po' di vergogna. 


I tempi sono cambiati, e così questa «Beatrice di strada» (p. 85) è una giovane donna dai sentimenti profondi, dotata di un'interiorità e di una sensibilità che emergono più volte nella storia. Abituata a difendersi da sola, Grace è abbastanza indipendente da cavarsela in ogni situazione, anche durante l'isolamento per il lockdown. Ad accompagnarla, anche in quei mesi, ci sono stati i versi di Dante, suo vero amore letterario, motivo più profondo del suo trasferimento a Firenze. Ecco che così Dante-personaggio pensa di seguire Grace e di violare le leggi della fisica, standole vicino, anche se lei non può avvertirlo. 

Attorno, c'è un presente che ricorda per alcuni versi (ad esempio, il caos della politica) la Firenze di allora, ma il mondo è spesso irriconoscibile: la gente passa il tempo a guardare le proprie tavolette luminose, anziché lasciarsi stupire dalla bellezza di Santa Maria del Fiore; porta strane mascherine sul viso e pronuncia parole singolari, dal suono fastidioso. Dante, da grande innovatore della lingua quale è sempre stato, si interroga (e non manca l'ironia) su alcune parole, che ripete con il loro aspetto fonetico, senza riconoscere la possibile grafia. A colpirlo, semmai, è la frequenza con cui sente ripetere la parola "love", pressoché l'unica che ha nel suo suono qualcosa di melodioso e di piacevole. 
Accanto ai temi portanti dell'amore e della poesia, Giuseppe Conte inserisce nella narrazione senza alcuna forzatura passi caratterizzati da una pungente critica verso il presente, verso l'impoverimento del linguaggio odierno e verso la scarsa attenzione rivolta ai più umili (Grace sarà l'unica a difendere un senzatetto maltrattato dalle forze dell'ordine); anche il problema della violenza sulle donne ricorre in almeno due punti del romanzo.  
Quando terminiamo la vicenda di Dante e Grace, ci aspetta un'ulteriore sorpresa: Giuseppe Conte nella seconda parte del libro riprende alcune delle liriche dantesche e delle porzioni di Commedia che più lo hanno avvinto. A parlare è allora Conte-lettore, ma anche Conte-scrittore e poeta, tra esperienze personali e proposte di lettura parimenti efficaci. 
Al termine di questo libro, che è certamente un coraggioso esperimento, come ammette lo stesso autore nell'intervista sul nostro canale YouTube, sarà impossibile non uscire di casa e guardarsi attorno con occhi diversi e pensare per un momento: che cosa direbbe Dante oggi? 

GMGhioni