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"Ai margini del sogno" di Adam Foulds, ovvero la grigia solitudine della fama

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Ai margini del sogno
di Adam Foulds
Bollati Boringhieri, gennaio 2021

pp. 208
€ 16,00
€ 9,99 (ebook)


«Era questo il suo compito: incarnare il sogno di altre persone» (p. 78). 
Che cosa significa essere un attore, quando si è fuori dalle luci della ribalta, o meglio dalle luci del set? Henry ha tutto: il successo datogli da una serie tv, e quindi l'affetto del grande pubblico; una bella casa a Londra; una condizione economica più che agiata. Eppure ad Henry la sua vita non basta: la fama non è soddisfacente, se si limita al piccolo schermo; la sua casa è insopportabilmente vuota; i soldi non possono nulla contro il senso di inadeguatezza. Niente è sufficiente: forse i genitori, continuamente impegnati a spronare (in modo molto frustrante) il figlio, hanno avuto un ruolo notevole nella sua infelicità. O forse la recente rottura sentimentale con un'attrice ha scavato in Henry un vuoto che nessun'altra donna può facilmente colmare; le sue notti di sesso occasionale, per quanto piacevoli, lo lasciano sfiancato e scontento. 
Intanto, dall'altro capo del mondo, c'è chi è convinta di essere l'amore che Henry sta cercando: è Kristin, una donna divorziata, che da tempo scrive a Henry appassionate lettere d'amore, che giungono alla sua agenzia di Londra e spesso non vengono neanche più recapitate al mittente. Una mitomane? Una potenziale stalker? O semplicemente una donna terribilmente sola? Non è semplice rispondere a questa domanda, soprattutto quando i due si incontrano casualmente all'aeroporto e da quel momento Kristin decide che deve fare qualcosa per rivedere Henry. Benché Ai margini del sogno ci presenti in prima battuta proprio Kristin, la donna avrà ben poche parti nel romanzo; sarebbe però sbagliato ritenerla una comparsa, perché, per quanto minore, il suo personaggio rileva gli effetti devastanti della fama sul pubblico. Kristin è vittima, tanto quanto Henry, di una promessa patinata di felicità che non riesce a uscire dallo schermo televisivo per trovare poi compiutezza
Scialba, poco tratteggiata, stereotipata nel suo attaccamento morboso all'attore, Kristin suscita quasi la compassione del lettore, che coglie nelle sue azioni al limite del patologico la disperata ricerca di un senso e di uno scopo. Dall'altra parte, invece, Henry è il prototipo dell'egocentrismo attoriale, un uomo poco avvezzo a parlarsi chiaro, non interessato a esplorare a fondo i propri sentimenti, più legato alla promessa di chissà quale successo che al percorso per raggiungerlo. Infatti, quando nelle prime pagine leggiamo di un'ottima occasione, ovvero lavorare con un grande regista spagnolo, ci accorgiamo subito che l'attenzione del protagonista va più al risultato finale (ovvero conseguire il tanto agognato riconoscimento da parte della critica e del pubblico più fine), che alla gioia di questo nuovo progetto. 
Il romanzo di Adam Foulds non è un libro dai grandi eventi soverchianti; certamente c'è una sinossi, ma è piuttosto esile; interessa invece dare uno spaccato più generale dei valori distorti e delle false priorità che si nascondono dietro l'apparente utopia del successo. L'autore non santifica nessuno dei suoi personaggi e d'altra parte, non potrebbe farlo, se non forse con gesti di riscatto epocali, che però non sono compatibili con la personalità di Henry. I personaggi sono imperfetti, e spesso l'autore li guarda con uno sguardo straniato, pur senza inserire alcun commento nella narrazione. È il lettore a cogliere l'infinito grigiore di questo mondo; detto questo, resta da decidere a priori, se ci si voglia immergere in questo spaccato di presente così pacatamente disperante, narrato con un distacco a tratti cronachistico.

GMGhioni