in

Quichotte che cerca l'amore sulla Interstate: il nuovo romanzo di Salman Rushdie

- -
Quichotte 
di Salman Rushdie
Mondadori, maggio 2020

Traduzione di Gianni Pannofino

pp. 449
€ 20,99 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


Un romanzo pieno di giochi letterari, allusioni, citazioni, doppie personalità, in una parola un romanzo che fa la parodia alla vita e a se stesso. 
Con Quichotte Salman Rushdie ci regala un gioiello letterario. Sfaccettato, come un diamante, surreale e utopico e allo stesso tempo con un forte spirito di denuncia, grato nei confronti dei padri letterari che l’hanno preceduto, che ci ricordano che la letteratura è continua riscrittura e appropriazione, continuo omaggio e superamento, di tutto ciò che abbiamo già letto e possiamo rileggere, per trovarvi nuovi spunti. 
Non vi è solo un tributo al Don Chisciotte, guardando negli intenti più a quello menardiano che a quello di Cervantes, con un gusto borgesiano e a tratti pirandelliano per le metastorie che si intrecciano a tal punto da perdersi l’una nell’altra, ma anche al Pinocchio di Collodi (ci sono un figlio partorito dalla fantasia, un grillo parlante e anche una fata turchina), al Candido di Voltaire (che con ottimismo quasi manda il suo Candido in un mondo oscuro), ai padri della letteratura inglese, Shakespeare ad esempio (La dodicesima notte parla di un fratello e una sorella, così come Fratello e Sorella sono due protagonisti essenziali del libro), ma anche Mann e Ionesco e tanti altri; c’è il mondo dei grandi capolavori, che popolano la vita di ogni lettore e di ogni scrittore, e di cui Rushdie intreccia i fili per noi. 

In questo mondo assurdo si muovono le storie dei protagonisti, ovvero lo scrittore Sam Duchamp, mediocre e ormai a fine carriera, che in un guizzo inventa per se stesso un personaggio che lo ingloberà, il suo “Quichotte”, ovvero Ismail Smile, che avrà, come Alonso Chisciano il Buono di Cervantes,  la sua Dulcinea del Toboso indiana, la bella Salma R., e il suo Sancho, figlio in bianco e nero che un giorno si materializzerà sul sedile della sua auto, e che arriverà a vivere una vita normale, fino a scomparire in essa. 

Il libro è anche una feroce critica al capitalismo e al buonismo, un’aperta sfida ai dettami della linea governativa di Trump, alla folle deriva razzista e un canto alla migrazione, da un punto di vista tutto particolare, quello dell’autore che è a sua volta un migrante, costretto a lasciare la sua terra prima, accolto a Londra e poi emigrato in America. Paradossale diventa l’idea dello spostamento e della fuga, dentro le pagine, perché paradossale è oggi l’idea di bloccare qualcuno in un mondo che ha fatto degli spostamenti la sua più alta conquista. 

La ricerca di un ideale, di una terra in cui realizzarlo, sembra ormai appartenente ad un mondo di vecchi padri, ad una generazione di uomini che hanno affrontato mille ostacoli per raggiungere un obiettivo.
“Ogni ricerca” rispose Quichotte “si svolge sia nel campo della realtà, che in quello mostratoci dalla carta geografica, sia in ambito simbolico, per il quale le sole mappe a disposizione sono quelle invisibili che abbiamo in testa. Tuttavia è anche attraverso un percorso reale che si giunge al Graal. Possiamo anche aspirare a un fine oltremondano, ma dovremo pur sempre viaggiare sulla Interstate.” (p. 131)
Non manca l’umorismo, i sottili giochi col lettore (basti pensare a come l’autore risponde alla domanda, che ogni lettore si pone prima o poi,  su quanto ci sia di lui nel libro, mettendo il suo nome e l’iniziale del cognome al personaggio femminile) e soprattutto c’è l’amore, vissuto come ricerca, come vana speranza, come impossibile e indagato in ogni sua forma, in particolare quello filiale, ma anche quello fraterno, con chiari riferimenti biografici nel personaggio di “Sorella”, dipendente dalle medicine, dipendenza che ha portato alla morte, giovanissima, la sorella di Rushdie.
Una parentesi, gentile lettore, se me la concedi: si potrebbe sostenere che le storie non dovrebbero debordare in questo modo, che dovrebbero svolgersi in un luogo o in un altro, mettere radici nell’altro o nell’uno e sbocciare da quell’unico suolo; eppure molte delle storie odierne sono e devono essere così, plurali e debordanti, perché si è verificata una specie di fissione nucleare nelle vite e nelle relazioni umane, le famiglie si sono divise, milioni e milioni di noi si sono spostati ai quattro angoli del globo (notoriamente sferico e, perciò, privo di angoli), per necessità o per scelta. Queste famiglie disintegrate sono probabilmente le lenti migliori a nostra disposizione per osservare il nostro mondo disintegrato. p.73

Anche per quanto riguarda il rapporto padre-figlio le tematiche sono molteplici e si snodano sul filo dell’incomprensione generazionale, che a livello metaforico potrebbe essere la stessa che oggi hanno i giovani autori nei confronti dei grandi modelli letterari, a tal punto da chiedersi, polemicamente, se la cultura dei classici serva davvero in un mondo ormai condizionato da luoghi comuni e da utopie pubblicitarie. Ma come ci insegna Rushdie in questo libro, vale sempre la pena di credere nelle belle storie, che ci raccontano o che abbiamo letto, e nell’amore che le guida.

Samantha Viva






“Le disse che voleva prendere posizione contro la distruttiva e ingannevole spazzatura culturale del suo tempo come Cervantes aveva combattuto contro la spazzatura culturale della sua epoca. Le disse che stava cercando di scrivere di amori ossessivi e impossibili, dei rapporti tra padri e figli, di liti tra fratelli e, sì, di cose imperdonabili; di immigrati indiani, del razzismo di cui sono vittime, dei furfanti che ci sono tra loro; di cyberspie, fantascienza, dell’Intreccio tra realtà “reali” e fittizie, della morte dell’autore, della fine del mondo.” Può un autore immenso superarsi? Se si tratta di Salman Rushdie la risposta è quasi ovvia, ma non vi sveliamo perché, visto che a breve sul sito leggerete la recensione di @sammiworld , innamorata di Quichotte e di tutto ciò che Rushdie ci ha voluto raccontare nel suo ultimo romanzo per @librimondadori #criticaletteraria #scrivere #leggerechepassione #libridaleggere #letteratura #salmanrushdie #instabook #bookstagram #book #bookaddicted #recensione #libriconsigliati
Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: