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Quattro donne e un uomo: quattro modi di vivere un rapporto.

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Lettere d'amore per uomini (im)perfetti
di Maria di Biase - Anna Di Cagno - Paola Mammini - Elena Mearini
Cairo Editore,  2019 

con prefazione di Carlo Verdone

pp. 140
€ 14,00 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


Lettere d’amore per uomini (im)perfetti racconta come quattro donne - una moglie, una ex, un’amante e una socia in affari - vivono e vedono il loro uomo Giorgio, al quale decidono di scrivere una lettera.
Il risultato è un  prodotto narrativo in cui il lettore ha la libertà di scegliere in quale canale entrare e da quale punto di vista vedere la storia. Non c’è un ordine di lettura; solo alla fine, mettendo insieme tutti i pezzi, si viene a delineare la personalità di un lui, che non ha voce autonoma nel libro. Ogni donna racconta nella lettera che scrive al “suo” uomo come lo vive e come lo sente nel rapporto; ne emerge un lui che deposita una parte di sé in ognuna delle quattro donne. Ci sono quattro parti autentiche dello stesso uomo, che rappresentano uno spunto di discussione per parlare di rapporti di coppia.
Interessante è anche la visione che si delinea dell’idea del rapporto a due, del fatto che ognuna delle protagoniste abbia bisogno di fare esistere una parte di sé nel rapporto, quasi a sentirsi in questo modo completa.


Qualche settimana fa ho partecipato a un incontro con Anna Di Cagno ed Elena Mearini, un’occasione per scambiarsi impressioni e curiosità sul libro  delle quali con  Maria Di Biase e Paola Mammini  sono coautrici.
Con grande ospitalità ci ha accolto Chiara Beretta Mazzotta nel suo Spazio Vigoni a Milano.

Partirei dalle autrici, dal loro percorso professionale che, senza dubbio, ha influito sul taglio dato al libro.

Anna Di Cagno nasce come giornalista per Cosmopolitan, un periodico cult negli anni ’80. Si occupa di viaggi e ha al suo attivo numerosi libri pubblicati da Morellini. 

Elena Mearini scrive poesie e romanzi per adulti, ma recentemente si è occupata anche di letteratura per bambini. Insegna scrittura creativa a Milano e Genova, ha collaborato anche con il carcere di Opera gestendo un corso di scrittura autobiografica. Porta la sua esperienza di scrittura e di insegnante anche in numerosi centri di riabilitazione psichiatrica.

Maria di Biase, registra e attrice da sempre alterna il lavoro in teatro a quello televisivo e cinematografico. 

Paola Mammini è nata e vive a Roma. Diplomata alla Silvio D’Amico recita in teatro per molti anni per poi scegliere la scrittura. Teatro, romanzi, serie tv, film. Nel 2016 vince il David di Donatello per "Perfetti sconosciuti".

Il libro, hanno spiegato le autrici, è nato dalla volontà di creare un prodotto editoriale che portasse nella narrativa il principio linguistico delle fiction televisive. Non a caso, infatti, tra le autrici vi è anche una sceneggiatrice. 

Una prima domanda che è sorta spontanea durante l’incontro è stata: “Come è stata la suddivisione dei ruoli tra voi autrici”?
“Innanzitutto siamo partite dal presupposto che ognuna doveva sentirsi libera di identificarsi come meglio credeva nel ruolo. L’assegnazione poi è stata semplice, quasi spontanea”.
Elena ha aggiunto: “Io avevo lavorato in varie occasioni sulla figura dell’amante, quindi possedevo un buon bagaglio in questo senso.  E poi mi sono focalizzata sull’importanza di vivere bene le occasioni belle più che sul fatto di essere un’amante, anche perché la donna della quale scrivo è la più giovane rispetto a tutte le altre. Sono una giocherellona per natura e mi sono divertita nel ruolo.
Anna “Beh, io avevo proprio in mente il ruolo di socia, ma solo a livello di personaggio, dato che nella vita molto diversa, ma mi è piaciuto molto sperimentare”.
Quanto ad Anna Di Biase, vive un rapporto di coppia da tempo quindi essere la moglie era perfetto per lei.
Paola Mammini ha alle spalle 3 matrimoni quindi chi meglio di lei poteva essere una ex?

C’è una parola chiave che, dal vostro punto di vista, caratterizza il libro?
“Senza ombra di dubbio imperfezione. Imperfetti, lo siamo un po’ tutti. Giorgio, in fondo, è un uomo fortunato, ma rischia di essere lasciato solo a causa del suo essere proprio troppo imperfetto in tutte le relazioni che coltiva. E le donne che gli ruotano intorno accettano da un lato l’imperfezione di Giorgio, dall’altro si mettono a nudo nelle varie lettere, fronteggiando il loro essere e dichiarando, in maniera più o meno esplicita, le loro imperfezioni”.

E di Giorgio cosa ci dite?
“Giorgio è un uomo capace di prendersi cura delle donne che gli stanno attorno, nel senso che non le domina e nemmeno le consuma, conduce una bella vita, ma alla fine è un sempliciotto e pure goffo.
Non lo condanniamo come personaggio, ognuna delle quattro è comunque soddisfatta di se stessa e non cerca in Giorgio il pilastro per sorreggersi”.

Difficile pensare che questo libro possa essere scritto da donne molto giovani. Siete d’accordo?
“Assolutamente sì. Quando si hanno più o meno cinquant'anni si entra nell’età della comprensione, della consapevolezza che gli uomini perfetti non esistono. E, tornando al concetto di imperfezione, si capisce ancora di più quanto sia importante essere se stessi, anche accettando l’altro nei suoi limiti.
Abbiamo poi voluto superare lo stereotipo dei ruoli e far emergere l’identità della persona: la moglie non è disperata, l’amante non aspetta Giorgio da sola a Natale e non chiede un progetto di vita, la socia rivendica la sua capacità indiscussa di gestire, anche da sola, la società”.

a cura di Elena Sassi