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Tra memorie antiche e liriche bellezze si dipanano saggi racconti di giardinieri

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Racconti dei saggi giardinieri
di Pascal Fauliot, Patrick Fischmann
L'ippocampo, 2011

Traduzione di Fabrizio Ascari

pp. 240
€ 15,00 (cartaceo)

Pascal Fauliot e Patrick Fishmann sono gli eclettici autori degli incantevoli ventisette racconti che esplorano l’affascinate mondo della natura e dei suoi innumerevoli protagonisti. 
«Se vuoi essere felice un’ora bevi una coppa di vino. Se vuoi essere felice una giornata, sposati. Se vuoi essere felice tutta la vita, fa’ il  giardiniere!» (Proverbio cinese p. 201).  
Attraverso antiche storie di popoli e di terre lontane, vecchie leggende e miti arcaici si dipanano nelle parole di maestri giardinieri lungo sentieri intrisi di armonico equilibrio e di mistica saggezza. 

Le trame si mescolando a citazioni e aforismi che richiamano pensatori di saperi occidentali e orientali, arricchendo la lettura di significati e accezioni, si spazia da Khalil Gibran, a William Blake, Wang Wei, Dante Alighieri per arrivare al monaco Bernardo di Chiaravalle. «Troverai assai di più nelle foreste che nei libri» (p. 144).
Perfetto è il binomio tra la parola e l’immagine, suggestive sono le figure di piante, di fiori e di uomini che completano in maniera formidabile la fisionomia del testo, presente poi in ogni pagina un delizioso fregio che corre lungo tutto il margine, con motivi floreali e con colori vivaci, impreziosendo e rendendo ancor più accattivante l’intera opera.

Gli episodi descritti sono tratti dalle più disparate tradizioni, come la rosa d’immortalità di memorie armene o il mito aborigeno australiano del dio Baiame e ancora i segreti del bosso ispirati ai racconti ebraici, chassidici e sefarditi o i roseti del re Mida legati alla mitologia greca oppure i versi taoisti, i proverbi cinesi, le scene raccolte da memorie africane o dall'epica giapponese.
Una vera summa di novelle orchestrate secondo la maestria di uomini dediti a un mestiere fatto di specialità uniche, di conoscenze particolari e di favolose memorie.  
«Cosa ne sai dell’arte del giardino, tu che vieni qui a rischiare la testa? Mio padre diceva che stava in tre parole: conoscenza, vigilanza e pazienza. E che cosa raccomandi per far nascere un bocciolo su un rosaio recalcitrante? Di annaffiare questi tre semi con amore. E della tua audacia, qual è il prezzo? Vivere nel giardino e la pazienza del re per tre primavere … Il giardiniere diede da bere al rosaio, vangò con attenzione, studiò la terra e la nutrì con un concime di cui custodiva il segreto. Lo pacciamò per l’inverno, lo potò alla fine delle gelate e ne curò le foglie. Si sdraiava ai piedi del rosaio e dormiva con un occhio solo rimanendo al suo capezzale come l’amante che spia il battito di ciglia della sua bella addormentata. Un giorno, alle prime luci dell’alba, scorse, scintillante di rugiada, un bocciolo nascente» (pp. 70-71).      

In ciascun capitolo la narrazione è dotata di un forte potere evocativo, la scrittura è sicura e curata in ogni suo dettaglio. Ritmo, poesia e forme si legano in una raccolta dai toni delicati e intimi, atmosfere magiche e ammalianti si rivelano in epifaniche pillole di rapito incanto.
Facile è perdersi in mondi sconosciuti e bello è viaggiare tra filosofie e dottrine passate.
I brani, piacevoli ed intensi, riflettono animistiche visioni e primordiali conoscenze.
In eterei archetipi germinano squisite varietà di profumi e di accenti di rara bellezza, come solo in una mite primavera un ciliegio da fiore sa regalare al suo osservatore. 
«Nasdareddin Hodja, l’incomparabile maestro orientale della Folle Saggezza, era anche giardiniere. E fu nel suo giardino che raccolse alcuni dei più bei semi di quelle sublimi verità che non cessano d’illuminare le nostre lanterne» (p. 141). 
Canti originali, tramandati da aedi illuminati, foggiano in una sola orma millenarie tracce di cognizioni e nozioni al confine tra reale, popolare e spirituale.
Le vicende diventano percorsi, nei quali ciascuno legge una propria e straordinaria regola di vita. In gemme preziose e affascinanti si sagomano i riverberi e i bagliori di lumi interiori.
Precetti virtuosi esplodono in lampi di esperienze e di essenze liriche, in un trionfo di tinte e di fragranze sorprendenti e irripetibili si fondano la cura e la devozione di arte senza tempo.

Silvia Papa




Pascal Fauliot e Patrick Fishmann sono gli eclettici autori degli incantevoli ventisette racconti che esplorano l’affascinate mondo della natura e dei suoi innumerevoli protagonisti. Attraverso antiche storie di popoli e di terre lontane, vecchie leggende e miti arcaici si dipanano nelle parole di maestri giardinieri lungo sentieri intrisi di armonico equilibrio e di mistica saggezza. Ritmo, poesia e immagini si legano in una raccolta dai toni delicati e intimi, atmosfere magiche e ammalianti si rivelano in epifaniche pillole di rapito incanto. Facile è perdersi in mondi sconosciuti e bello è viaggiare tra filosofie e dottrine passate. I brani, piacevoli ed intensi, riflettono animistiche visioni e primordiali conoscenze. Le vicende diventano percorsi, nei quali ciascuno legge una propria e straordinaria regola di vita. Presto la recensione di Silvia Papa sul sito! #leggere #reading #booklover #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #criticaletteraria #review #recensire #recensireèmegliochecurare #ippocampoedizioni #recensione #inlettura #leggerefabene #fiori #natura #giardinaggio #racconti #inlibreria
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