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«Le storie sono solo storie e il loro significato dipende da chi le racconta»: arriva in libreria "Spark", il secondo capitolo della saga di "Ink"

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Spark
di Alice Broadway
Rizzoli, 26 marzo 2019

Traduzione di C. Codecà

pp. 350
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Guardare le diverse versioni delle nostre storie è come guardare alla luce riflessa da un diamante: il prisma è lo stesso, ma la luce è separata in componenti diverse e proiettata in ogni direzione. Ogni storia ci conduce in una direzione differente, allontanandoci sempre più dall'origine comune. (p. 218)
Vi ricordate di Leora e della sua pelle tatuata, che racconta la storia della sua giovane vita? Se la risposta è no, perché non avete mai letto Ink, smettete di leggere questa recensione e correte qui, a scoprire il primo capitolo della saga distopica e fantastica che ha fatto impazzire i giovani lettori del Regno Unito.  Se invece stavate aspettando anche voi il tanto atteso seguito, potete continuare a leggere questa recensione... 
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Preparatevi a veder cadere tutte quelle certezze che già nel corso di Ink erano state messe in dubbio. Allora, però, Leora era ancora fedele ai rituali e alle credenze della sua città, Saintstone, nonostante avesse ormai scoperto nelle ultime pagine di essere figlia di un Marchiato e di un'Intonsa. Ma ecco che il nuovo romanzo si apre con un colpo di scena: il sindaco Longsight (se già lo trovavate odioso, bene, in Spark lo detesterete) decide di sfruttare questa origine "mista" o "impura" per inviare Leora dagli Intonsi, nella loro città di Featherstone. La ragazza dovrebbe così abbandonare la sua professione di tatuatrice, andare là fingendosi alla ricerca delle proprie origini e cercare materiale prezioso per Saintstone. Infatti, si respira la sensazione che lo scontro sia vicino: meglio premunirsi, avere quante più informazioni sui nemici Leora riesca a raccogliere.
Nessuno tiene presente i desideri della ragazza, né presta attenzione alle sue paure, dal momento che Featherstone era sempre stata descritta come un luogo infernale, degno dei peggiori nemici. E che dire degli Intonsi? Vi ricordo che al museo di Saintstone erano conservati alcuni esemplari in teche che permettevano agli osservatori di tremare davanti alla loro nudità, considerata da sempre sospetta.
Dunque, a Leora non resta che partire, lasciando tutti i suoi affetti. Ma quel che Leora non si immagina è che a Featherstone troverà una comunità, avvolta nella miseria e negli stenti, altrettanto scontrosa nei confronti degli abitanti di Saintstone.
Soprattutto, Leora si mette in ascolto, e non tanto per il ruolo di spia: lo farà per sé stessa, perché le storie che le racconteranno gli abitanti di Featherstone sono oscenamente diverse da quelle che le sono sempre state narrate a casa. Così, non ci vorranno molte pagine (e non vi sto facendo uno spoiler) per capire che il fulcro di Spark è la verità: esiste la possibilità di scoprire chi ha ragione e chi ha torto? Le storie possono essere oggettive?
Leora è cresciuta senza mai mettere in dubbio nulla: a Saintstone basta infatti leggere il corpo tatuato degli altri per scoprire le tappe fondamentali della loro vita, le esperienze positive tanto quanto gli errori; e se questi sono irreparabili, una persona viene "dimenticata" e alla sua morte, anziché venire scuoiata e la sua pelle finire in un libro di famiglia, viene semplicemente incenerita. Insomma, una sorta di damnatio memoriae approvata dalla comunità, celebrata attraverso rituali a cui nessuno si ribella, perché la verità è scritta sulla pelle.
A Featherstone, invece, gli Intonsi vivono in una società democratica, dove le decisioni vengono prese in gruppo e dove si condivide quel poco cibo che resta. Le storie degli antenati e le leggende sono il patrimonio comune su cui si fondono altrettanti rituali, spesso difficili da accettare per la nuova arrivata. Se da un lato la miseria fa sperare a Leora di tornare quanto prima a casa, dall'altro lato esistono nuovi incontri, nuovi affetti, in grado di mettere in dubbio tutte le convinzioni inculcate dalla città natale.
Quale decisione prenderà Leora? Tradire la sua famiglia e la sua patria, venendo meno alle indicazioni di Longsight, oppure tradire gli Intonsi, che non sembrano affatto meritare la morte? E, indirettamente: preferite la vita facile, senza mai mettere in dubbio nulla, o iniziare a vivere esaltando la propria soggettività e imparando a valorizzare gli individui come tali e come membri di una stessa comunità?
Le pagine del romanzo scorrono con la consueta limpidezza, tra dialoghi mossi e colpi di scena degni di un romanzo d'avventura che si rispetti. La novità è che vengono introdotti in corsivo episodi fiabeschi, tratti dalla tradizione degli Intonsi, che vengono però poi commentati da Leora, sconvolta per la distanza tra queste storie e quelle della sua città.
Il risultato è sempre piacevole e avvincente e Alice Broadway porta i giovani lettori alla scoperta di come distopia e fantastico si ibridino con i generi del romanzo di formazione: Leora, alla ricerca di sé e delle proprie origini, è ora abbastanza cresciuta per chiedersi se esista la verità o se sia tutto relativo. Non resta che aspettare il nuovo capitolo della saga per scoprire se porterà a termine la decisione che intravvediamo nelle ultime pagine di Spark...

GMGhioni