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#PagineCritiche - Dall'Italia al mondo. Andata e ritorno

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Storia mondiale dell'Italia
a cura di Andrea Giardina
Editori Laterza, 2017

pp. 847 
€ 30,00 (cartaceo)




Che cosa vuol dire scrivere di storia italiana oggi? Quale potrebbe essere una nuova chiave per interpretare il passato e leggere il presente? Tenendo conto che «la storia è l'arte di lasciarsi sorprendere», come dice Patrick Boucheron, autore dell'Histoire mondiale de la France a cui questo imponente libro si ispira...


Duplice la risposta, le chiavi innovative dell'opera di Giardina sono due: una contenutistica e una metodologica. Contenutistica perché i brevi e agili saggi del libro, scritti da storici di primo piano, hanno tutti l'obiettivo di analizzare il posto dell'Italia nel mondo (e il posto del mondo in Italia) e metodologica perché, per arrivare a questo, Giardina non procede per un «racconto nazionale», con uno sviluppo lineare di cause, concause e conseguenze, ma sceglie, nell'arco di 5mila anni, 176 date che simboleggiano, sotto gli aspetti più diversi, la nostra connessione profonda con il resto del mondo. Si parte con il 3.200 a.C., il tempo in cui visse Ötzi, l'uomo del Similaun, nostro errabondo antenato, ritrovato sul confine tra Italia e Austria e la cui mummia, crioconservata, riposa ora nel freddo del Museo archeologico dell'Alto Adige di Bolzano. E si arriva fino al 2015 con Lampedusa, l'isola diventata il simbolo dell'evento, quello dei flussi migratori, che (insieme al riscaldamento globale) più sta cambiando il profilo del mondo nell'epoca in cui ci è dato di vivere. Tutti insieme, qui, su questo piccolissimo pianeta nell'universo. Un cerchio quindi che è temporale e anche geografico, che ci porta dalle Alpi fino all'ultimo lembo di terra nostra, quell'isola luminosa più vicina all'Africa che all'Italia.
Gli argomenti, scanditi dalle date (che possono essere precise o, viceversa, simboliche) sono i più diversi, in base al principio della non linearità, della sorpresa: dalla disfatta dell'esercito romano a opera dei Parti (53 a.C.) alla discesa dei Longobardi (572 d.C.) nei territori italici (migranti che provenivano dalla direzione opposta rispetto a quelli odierni), dalla costruzione della cupola del duomo di Firenze (1420), con la quale Filippo Brunelleschi stupì il mondo, allo scontro tra l'esercito italiano e quello etiopico ad Adua (1896), dall'arrivo in America del grande fisico italiano Enrico Fermi (1938) al successo mondiale della canzone Volare di Domenico Modugno (1958). E tantissimi altri ancora, per una cavalcata che permette, grazie alle date scelte, di descrivere e raccontare la storia mondiale dell'Italia che non sempre prosegue per via lineare, per punti costanti. Anzi, molto spesso sono i salti e le asimmetrie che consentono al processo evolutivo di proseguire la propria corsa.
La storia d'Italia è stata, quasi sempre, come si vedrà in tutto il libro, il reame dell'asincronia, dice appunto Giardina. Che aggiunge:
S'incontreranno ovunque conquiste, emigrazioni e immigrazioni, affari, criminalità, viaggi, miserie e ricchezze, invenzioni, vicende di individui, di gruppi e di masse, imperi, Stati e città, altruismi e avarizie, successi e tracolli. Abbiamo scelto, tra i tanti possibili, eventi rilevanti della storia nazionale le cui proiezioni mondiali appaiono visibili in prima istanza (...).
Ed è curioso notare come una realtà così piccola come l'Italia (e basta far girare qualsiasi mappamondo per rendersene conto) abbia sempre, o quasi sempre, avuto un ruolo importante nel mondo, sia quello conosciuto nei secoli antichi, sia nell'orbe terracqueo ormai noto.

Un ruolo che si irradia a partire da due universalismi, che possiamo definire «nostri»: l'impero romano e la Chiesa cattolica. Ed è proprio per questo che noi italiani, sul palcoscenico mondiale, abbiamo una certa responsabilità: siamo o no gli eredi di quell'impero romano che per secoli ha coinciso con il «mondo»? Solo il temerario Ulisse aveva il coraggio di spingersi al di là delle colonne d'Ercole, appena prima di venire travolto dal turbine divino, come ci racconta Dante. Un'eredità che condividiamo con i Greci, altra civiltà che la storia si è presa il compito di rimpicciolire...
Il mondo, quantomeno quello occidentale, parlava latino e prendeva le leggi da Roma, che dispensava la propria cittadinanza. Quanta differenza da quello che accade attualmente in Italia, restia a dare la cittadinanza non a qualsiasi immigrato che scenda da un barcone, ma a bambini nati qui, da genitori regolari, e che frequenteranno le nostre scuole e parleranno la nostra lingua. Sicuramente gli antichi romani «l'istinto della tana», come lo definisce Giardina, non lo conoscevano. Come non lo conoscevano i monaci che si erano caricati sulle spalle il compito di portare ovunque ci fosse vita la religione cristiana, che, anche questa, trova il suo punto focale in Roma. Non stupiamoci quindi, detto tra parentesi, che il mondo ci guardi e osservi come noi trattiamo e conserviamo Roma.

Ma torniamo all'opera, interessantissima, di Giardina. La quale testimonia di un continuo scambio tra l'Italia e il mondo intero, di un continuo va e vieni, entra ed esci, come una gigantesca porta scorrevole. Tutta la storia d'Italia è ricca di genti e di culture che si sono scontrate, si sono insediate e hanno trovato un punto a partire dal quale procedere: chi fu il capostipite della gens Iulia, e quindi di Roma, se non Enea, proveniente dal mondo esterno, da Troia, e quindi Asia minore? E, viceversa, dall'Italia non si diffuse in tutto il mondo la regola di San Benedetto, pilastro del cristianesimo medievale occidentale? Se dopo la caduta dell'impero romano e per tutto il Medioevo le popolazioni nordiche si riversarono in Italia, subito dopo, nei secoli d'oro del Rinascimento, furono i nostri artisti a uscire dai confini per andare ad abbellire le corti europee, e non solo i grandi geni, come Leonardo, ma anche nomi meno conosciuti. Basta visitare qualsiasi capitale europea per rendersene conto. E non dimentichiamo che il mondo, in quel periodo, si «allargò», con la scoperta delle Americhe. Per merito di un italiano. Ma poi il mondo esterno tornò a farsi sentire e Roma nel 1527 venne messa a ferro e a fuoco dai lanzichenecchi tedeschi al soldo di Carlo V imperatore d'Asburgo e re di Spagna. E se nel corso del XVIII secolo i giovani aristocratici di tutta Europa venivano in Italia per il Grand Tour, nel XIX secolo sarà Giuseppe Garibaldi a diventare l'eroe dei due mondi. E per un anarchico italiano che se ne andò a Ginevra per pugnalare e uccidere l'imperatrice Sissi, ci fu uno scrittore, Ernest Hemingway, che, negli anni della gioventù, venne sul Piave a guidare le ambulanze in guerra. E se sull'isola di Ventotene, Altiero Spinelli e altri dissidenti politici scrissero una carta importante (Per un'Europa libera e unita), su un'altra isola, a Lampedusa, migliaia di immigrati tuttora arrivano sognando di entrare in quell'Europa libera e unita.

Ecco perché questo è un libro necessario, un'opera che, nella sua facilità di lettura (ogni data viene racchiusa in tre-quattro pagine, non di più, dando così anche la possibilità di leggere il testo non come un compendio, dall'inizio alla fine, ma spizzicando qua e là) riesce a darci conto di che cosa siamo stati, di che cosa siamo e di che cosa saremo attraverso il nostro rapporto con il mondo.




Uno di quei libri preziosi che fanno la differenza: “Storia mondiale dell’Italia” di Andrea Giardina appena uscito per @editorilaterza. Ottocento intense pagine per cinquemila anni di storia italiana analizzata attraverso circa 180 tappe fondamentali. Ogni tappa un anno che spiega, grazie a un ricchissimo supporto bibliografico, perché quell’anno è stato determinante per l’evolversi della Storia d’Italia. Una cavalcata che va dalle Alpi (con il ritrovamento di Ötzi, la mummia del Similaun) a Lampedusa (con il suo carico di arrivi e di dolore). Un libro bellissimo e necessario. E uno splendido regalo di Natale. Presto la recensione di @sabrymiglio68 sul nostro sito. #storiamondialedellitalia #andreagiardina #laterza #storia #libridaregalare #libridaleggere #libriimportanti #books #bookish #bookstagram #instabook #libri #librisulibri #libreria #libribelli
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