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#CriticaNera - Non per denaro, non per amore né per il cielo: "Il falco maltese" di Dashiell Hammett

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Il falco maltese
di Dashiell Hammett
Edizione speciale per Corriere della Sera su licenza Mondadori, 2017

Traduzione italiana di Attilio Veraldi

pp. 236
€ 6,90 + il prezzo del quotidiano


La scena iniziale è di quelle che diventeranno canoniche nel genere: una bella donna si presenta nello studio di Spade per chiedergli i suoi servizi: Corinne, sua sorella, è scappata da New York col suo amante, un tipo poco raccomandabile, ed ora si trovano a San Francisco. La cliente vuole che Spade riporti indietro Corinne prima del ritorno dei loro genitori.
Nella prima pagina, la descrizione particolareggiata del volto del protagonista termina con “sembrava un satana biondo. Quasi attraente.” che sancisce da subito la fisionomia ed il carattere di Sam Spade: è un duro. Non fa una piega quando il suo collega Miles viene trovato morto, ucciso da un colpo proveniente da una pistola inglese, la stessa nazionalità dell'uomo che stava pedinando in cerca di Corinne. E quando i poliziotti lo vanno a trovare per informarlo che anche quell'uomo è stato ammazzato e che Sam è uno dei sospettati, Spade dimostra ancora di più la sua stentoreità tenendo testa agli sbirri a colpi di battute sarcastiche.
A complicare le cose c'è il fatto che il protagonista aveva avuto una relazione con la moglie del suo socio. In realtà, più che una relazione, i due se la sono spassata. “Non so mai cosa dire, o fare, con le donne se non quello” confessa l'investigatore. Nel suo repertorio di atteggiamenti (ed è un aspetto che oggi susciterebbe certamente polemiche) c'è infatti anche un certo paternalismo machista nei confronti del sesso femminile.

Siamo solo al quarto capitolo e ci attendono due nuovi colpi di scena: la cliente non ha raccontato la verità e, seppure continui a chiedere l'aiuto di Spade affermando di essere in pericolo, resta reticente in maniera sospetta. Successivamente, ad attendere Sam nel suo ufficio c'è un misterioso signore che prima gli offre cinquemila dollari per recuperare la statuetta di un uccello nero (il falco maltese del titolo, di incalcolabile valore) sottratto al legittimo proprietario, poi lo minaccia con una pistola, subisce i pugni di Spade e infine gli conferma la ricompensa per il lavoro richiesto. Tutto ciò si ricollega in qualche modo ai due omicidi, ma è difficile capire come, anche perché i personaggi non rivelano mai tutta la verità all'investigatore. Questa poca chiarezza, reiterata ai limiti del verosimile, non scoraggia il protagonista che continuerà a cercare di sbrogliare la matassa, a dispetto degli ostacoli che la sua stessa cliente gli pone sul cammino.

È l'azione a dominare il libro. Spade non si lascia mai sorprendere, o almeno non lo dà a vedere. Spesso i nuovi elementi o le supposizioni del protagonista (fornito di un intuito raro) sono inserite senza alcuna introduzione precedente, il che da un lato spiazza il lettore ma dall'altro accelera notevolmente la narrazione. Vi è spazio, comunque, anche per una scena di stallo in cui tra i contendenti volano parole più che cazzotti (ma alla fine non mancheranno neanche quelli).
La precisione della durezza di Spade ha resistito al tempo e sa ancora affascinare. Anche i dialoghi sono freschi, per nulla ingessati. Già dal primo incontro con Gutman (l'ennesima persona interessata al falcone, maestro dell'eloquio ironico ed elegante) ci troviamo ad esempio al cospetto di un personaggio memorabile.

Spade e la polizia giocano allo stesso gioco, di cui conoscono e accettano le regole; non c'è nulla di personale, ci si scontra perché è così che vanno le cose ed ognuno interpreta il suo ruolo conscio dei ruoli altrui. Sam non si fida di nessuno, ed in effetti tutti sono pronti a tradire gli altri, ma anche questo fa parte del mestiere.
È grazie a romanzi come Il falco maltese che il genere si trasforma: non è più il meccanismo perfetto del delitto e della sua scoperta a catturare il lettore, ma il piacere estetico legato a personaggi affascinanti e ad una prosa viva.

Perché Spade, fino alla fine, si impegna a chiudere il caso, nonostante sia evidente che tutti lo trattano come una pedina da manipolare? Parafrasando De André, non per denaro, non per amore né per il cielo. Certo i soldi non li rifiuta, un bacio con le donne che incontra lo scambia e se può anche far giustizia, meglio. Ma Sam Spade, il satana biondo, fa arrestare i colpevoli perché è un investigatore. E questo è ciò che gli investigatori fanno. Tutto il resto sono solo chiacchiere.

Nicola Campostori