in

Dacia Maraini. Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza

- -
Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza
di Dacia Maraini
Rizzoli, 2013

pp. 253 
€ 17.50

L’ultimo libro di Dacia MarainiChiara di Assisi. Elogio della disobbedienza” dedicato alla “ragazzina scalza, la figlia di Favarone Scifi di Offreduccio e di madonna Ortolana Fiumi”, narra la storia di una lunga corrispondeva via e-mail tra l’autrice e una ragazza siciliana di nome Chiara Mandalà, che le chiede ripetutamente di scrivere della sua omonima santa di Assisi.  

Dopo un’iniziale rifiuto la scrittrice si lascia convincere, avvia una personale ricerca su Chiara e adopera un ampio apparato di fonti, atti del processo di canonizzazione, testi storici e biografie – inseriti al termine del volume – e in particolare il bellissimo scritto di Chiara Frugoni, Una solitudine abitata.

La giovane bella e nobile Chiara, incantata dal “gesto” di Francesco, figlio del ricco Bernardone, decide di ritirarsi dal mondo per abbracciare, nella solitudine, la povertà e la libertà di non possedere. Rinuncia volontariamente all’avere, combatte con determinazione ogni forma di possesso e sceglie la povertà, quella povertà radicale, di Imitatio Christi, di Colui che è stato povero, pellegrino, senza casa e senza servi e di chi si è fatto ultimo tra gli ultimi. “Sembrerebbe quasi una ossessione quella di Chiara per la povertà. E lo era perché in quella scelta stava la sua destrezza, stava la sua cocciuta e meravigliosa passione per la indipendenza da ogni legame”.

Il libro, non propriamente un romanzo, né un’agiografia e né un saggio, procede sotto forma di epistolario telematico e di diario, alternando momenti nei quali la Maraini parla in prima persona, a momenti nei quali racconta avvenimenti salienti della vita della Santa. Le testimonianze delle monache che hanno conosciuto Chiara e che con lei hanno scelto di vivere la clausura, la descrivono come una persona “serena, solerte, umile”. Estremamente vividi sono i passaggi in cui si palesano gli aspetti legati al corpo, alla fisicità e alle necessità della Santa, come pure le sue attività quotidiane.

Ai piedi nudi vengono i calli. Nessuno si è mai occupato dei poveri piedi callosi di Chiara di Assisi. Piedi che per diciotto anni avevano calzato scarpe morbide con fibbie vezzose che luccicavano sotto i broccati della veste. Piedi che da un giorno all’altro erano stati spogliati di calze e scarpe e costretti a camminare sulle pietre, sulla terra, nella polvere”.

Chiara pur stando a letto malata non rinunciava al lavoro. È facile immaginarla distesa sul pagliericcio appoggiato per terra, la schiena sollevata da alcuni panni arrotolati che fila, cuce e ricama… Cosa ricamava Chiara? Nessuno l’hai mai raccontato. È probabile che fossero immagini tradizionali quali viti e grappoli d’uva, pampini e rose in boccio, forse delle foglie di alloro, ma anche un cielo azzurro su cui stagliava una scala dorata?”.  

Il linguaggio è chiaro e pertinente, la prosa è densa e appassionante, da notare è poi l’uso dell’autofiction, quale pretesto per una riflessione meta-letteraria tra presente e passato. Non a caso il testo è costellato da interrogativi sempre più incalzanti e da domande che inducono il lettore ad intraprendere un viaggio alla scoperta della protagonista.

Prima donna ad aver composto una propria Regola nella vita religiosa, la Chiara tratteggiata dalla Maraini è un’instancabile lottatrice che fa della “disciplina autoimposta e dell’obbedienza” una leva per cambiare la condizione delle donne e conferire loro forza e autorità.La tradizione richiedeva separazione e gerarchia tra la figura del padre, della madre, del figlio o della figlia... Chiara faceva saltare tutte le differenze e nella grande franchigia ogni padre poteva essere anche madre, ogni figlio sposo, ogni figlia sorella e madre”.

La scrittrice propone al lettore non solo l’analisi di un tempo passato in un excursus sulla storia, la religione, la Chiesa e il ruolo femminile nella società, ma soprattutto un tenace esempio culturale e civile di rivoluzionaria libertà e di eccezionale carisma spirituale. La piccola volitiva Chiara di Assisi è stata una antesignana della difesa dei diritti della donne, anche se non ha mai pensato in termini di rivendicazione, sentimento lontano dalla sua natura e dalle sue scelte di vita. Ma certamente ha messo in pratica quello che molte donne avrebbero voluto e non hanno potuto fare: conciliare una adesione formale alle regole misogine disposte dall’altro con una prassi di libertà. Una libertà non dettata da egoismi e vendette, ma da una fedeltà ancora più profonda alle proprie scelte religione. Padrona di sé, autonoma nella elaborazione di un pensiero proprio, rivendicatrice di una libertà se non sociale, cosa impossibile per quei tempi, per lo meno psichica e mentale”.

Sincera è la partecipazione emotiva da parte dell’autrice verso chi ha avuto il coraggio di esprimere le proprie idee e i propri ideali e per chi ha saputo trovare il suo luogo di predicazione, riflessione e passione. Ho avuto mal di schiena per tutta la notte. Mi sono svegliata, mi sono seduta appoggiando il dorso contro la parete e mi sono detta: vedi se ci fosse Chiara e mi passasse un amano sulla schiena, il dolore sparirebbe d’incanto. Questo vuol dire entrare in una storia, ha detto una voce sorridente nella mia testa assonnata.”

Un elogio a chi con obbedienza ha disobbedito, professando parole piene di verità valide per tutti i tempi, racchiude la storia straordinaria della caparbia, ribelle e decisa Chiara d’Assisi.


Silvia Papa