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1963-2013. Neoavanguardie e capolavori: uno speciale lungo un anno

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Cinquant'anni fa, al Lincoln Memorial di Washington, avremmo potuto ascoltare Martin Luther King pronunciare il rivoluzionario I have a dream. Un anno denso di avvenimenti, il 1963: pochi mesi prima si era chiuso il pontificato di Giovanni XXIII; pochi dopo, a Dallas, una pallottola avrebbe ucciso John Fitzgerald Kennedy. Tragedia d'altro genere la visse l'Italia col terribile disastro del Vajont, che distrusse il paese di Longarone. Il 1963 è un anno rivoluzionario per la musica: viene pubblicato il primo LP della storia, è Please Please Me dei Beatles. Farà piacere agli appassionati ricordare che ancora nel 1963 va in onda il primo episodio di una serie cult made in UK: Doctor Who.

Scrive Philip Larkin a proposito di questo Annus mirabilis:

I rapporti sessuali ebbero inizio
nel millenovecentosessantatre
(piuttosto tardi per me) -
Tra la fine della censura di Chatterley
e il primo LP dei Beatles.

Fino ad allora c'era stato soltanto
una sorta di patto,
una baruffa per l'anello,
un senso di vergogna che cominciò a sedici anni
e si diffuse in ogni cosa.

Poi il diverbio di colpo svanì:
tutti ci sentivamo uguali
e ogni esistenza divenne
un favoloso en plein;
un gioco in cui non si può perdere.

Così la vita non fu mai migliore come
nel millenovecentosessantatre
(sebbene un po' troppo tardi per me) -
Tra la fine della censura di Chatterley
e il primo LP dei Beatles.

Siamo entrati, deliberatamente, nel mondo della letteratura: ed è proprio qui che volevamo arrivare. Perché il 1963, soprattutto in Italia, è davvero un anno speciale. Dal 3 all'8 ottobre si svolge a Palermo il convegno che segna la nascita di una tra le più discusse esperienze letterarie del secondo Novecento: il Gruppo 63 raccoglie sotto il vessillo della Neoavanguardia prestigiose firme della cultura italiana. Umberto Eco, Renato Barilli, Francesco Leonetti, Giancarlo Marmori, Lamberto Pignotti, Edoardo Sanguineti, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini rivendicano l'urgenza di una risposta 'letteraria' ai grandi cambiamenti socioculturali determinati dal boom economico, che si collochi in posizione eversiva rispetto ai paradigmi imperanti dal Dopoguerra, uno per tutti il Neorealismo. Tante voci diverse, non sempre in accordo, daranno vita a un percorso accidentato ma fertile. Su CriticaLetteraria cercheremo di darne, nei prossimi mesi, un quadro completo che cerchi di disegnare un fil rouge culturale senza sacrificare l'irripetibilità delle proposte individuali in nome dell'appartenenza a un gruppo. 


Ma non finisce qui: dietro la retorica da manifesto, gli scaffali delle librerie si popolano di numerosi, splendidi libri, tanti da poter definire davvero il 1963, e senza sfiorare l'iperbole, un annus mirabilis per la letteratura italiana. In quell'anno vedono la luce La tregua di Primo Levi ma anche Capriccio italiano di Edoardo Sanguineti, "la pietra dello scandalo di una narrativa alternativa"; Lessico famigliare di Natalia Ginzburg si trova, tra le novità in vetrina, accanto a Fratelli d'Italia di Alberto Arbasino e a Letteratura come menzogna di Giorgio Manganelli; La cognizione del dolore Accoppiamenti giudiziosi di Carlo Emilio Gadda escono insieme  alla Giornata di uno scrutatore (ne abbiamo già parlato qui) e a Marcovaldo di Calvino; Libera nos a Malo di Luigi Meneghello appare insieme ai capolavori postumi di Beppe Fenoglio, morto proprio quell'anno, Una questione privata (ne abbiamo già parlato qui) e Un giorno di fuoco; ma non finisce qui: La ferita dell'aprile di Vincenzo Consolo, i Campi elisi di Anna Banti, La scoperta dell'alfabeto di Luigi Malerba - e, ancora, La costanza della ragione di Vasco Pratolini - sono alcuni tra i titoli eccellenti che leggeremo con voi. Cercheremo, insomma, di ripercorrere un anno speciale: per ricreare quell'atmosfera di intense letture e grandi rivoluzioni, per discutere insieme quanto, le une e le altre, abbiano consegnato una propria eredità alla cultura italiana contemporanea.

Cominceremo questo impegnativo viaggio, la settimana prossima, con uno speciale dedicato a un autore che, per ironia, i contemporanei non degnarono dell'attenzione che meritava: Luigi Meneghello

a cura di L. Ingallinella