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Il salotto - “Un arcobaleno di note”: Dialogo con Giovanna Tonelli

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Un arcobaleno di note 
a cura di Giovanna Tonelli

Aereostella, 2011



Giovanna Tonelli è ricercatrice di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Milano. Prevalentemente, si occupa di storia economica. Tra i suoi lavori, spiccano studi e ricerche sul commercio e sulla finanza lombarda del Sei e del Settecento. Per la casa editrice milanese Aereostella ha curato recentemente un simpaticissimo libro, intitolato Un arcobaleno di note, interamente scritto da bambini e ragazzi (a eccezione del canovaccio che lega le storie della stessa Tonelli, e di Il duduk di Greta, scritta da Ilaria M. P. Barzaghi), i cui proventi sono stati destinati all’associazione Insieme per l’Abruzzo, per il ripristino delle strutture scolastiche pesantemente danneggiate dal terremoto che, nel 2009, ha colpito duramente la città dell’Aquila e la sua provincia.



Sfogliando le pagine di Un arcobaleno di note vien voglia di leggere le favole una dopo l’altra, senza mai chiudere il libro. I bambini e i ragazzi che le hanno scritte, infatti, sono di una sensibilità notevole. Giovanna Tonelli, il suo libro comunica un messaggio chiaro: la fantasia può… può? Vorrei che sia lei a completare la mia frase.
La fantasia può migliorare o peggiorare la nostra vita. La fantasia, infatti, ci consente di immaginare la nostra vita come ci piacerebbe che fosse, andando al di là della realtà e costruendo nella nostra mente un mondo che amiamo e in cui stiamo bene. La fantasia ci consente però anche di trarre conclusioni su quanto accade o è accaduto sulla base di nostre sensazioni, non su prove e dati certi; conclusioni quindi che potrebbero non essere fra le più corrette e tali da compromettere la tranquillità del nostro animo, oltre che i rapporti con gli altri.


In Un arcobaleno di note sono centrali i racconti e la musica. I racconti e la musica hanno una caratteristica in comune: per esistere, devono essere ascoltati. Ma se vogliamo che essi esistano davvero, dobbiamo ascoltarli con i sentimenti. Lei, principalmente, a quali sentimenti si è riferita scrivendo il libro?
Generosità e partecipazione discreta al dolore altrui sono stati i sentimenti che mi hanno indotta a volere intraprendere questa avventura. Sono stata infatti spronata dalla volontà di sostenere la generosità dei bambini impegnati in questa iniziativa. Mi spiego: è stato Emanuele, un ragazzino che aveva già scritto un racconto per un libro di favole che avevamo pubblicato in occasione del primo anniversario del terremoto, a propormi di scriverne un altro libro. Io ho accolto con entusiasmo la proposta, perché penso che la generosità dei bambini vada sostenuta, in modo da ampliarla. Inoltre mi faceva piacere far giungere, con la delicatezza che è propria di un libro di favole, una carezza al cuore di chi è stato colpito dal terremoto, un gesto di conforto nei confronti di chi sconta ancora i postumi del sisma a più di due anni dall’evento. Numerosi sono poi i sentimenti e i valori che ho cercato di far emergere nel mio canovaccio che unisce i racconti scritti dai bambini e dai ragazzi: l’amicizia, la solidarietà, la dolcezza, la tenerezza, la delicatezza dell’animo, la forza di volontà, la tenacia, il senso di responsabilità, la sincerità.


Come ha pensato a un libro per bambini, scritto da bambini? Solitamente, sono i “grandi” che scrivono per loro. È un’idea originale…
Tutto è nato dalla volontà di assecondare il desiderio di una ragazzina che, dopo avere letto il mio libro di favole Cocky e il fiocco di neve bianco nei mesi successivi il terremoto del 6 aprile del 2009, mi aveva fatto sapere che le sarebbe piaciuto scrivere racconti. Avevo quindi proposto a lei e ad altri ragazzini di scrivere un libro di favole in occasione del primo anniversario del sisma per ringraziare i colleghi che si erano impegnati a donare libri per ricostituire la biblioteca del polo centro dell’ateneo abruzzese. Fra tutti i ragazzini contattati, cinque hanno partecipato all’iniziativa. Così nel 2010 è stato pubblicato Carezze per il cuore (scaricabile gratis dal mio sito web). Dopodiché, come ho detto nella risposta al suo precedente quesito, è stato uno dei piccoli autori dei racconti pubblicati nelle Carezze a chiedermi di ripetere l’iniziativa, e io sono stata ben contenta di metterci di nuovo tutti al lavoro: grandi e piccoli.


Per concludere, una piccola considerazione sulla citazione da La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca che chiude il libro: 
…sia realtà o sogno, una cosa sola importa: agire bene; se è realtà, perché lo è; se no per conquistare amici per il momento del risveglio!
La citazione da La vita è sogno mi è sempre piaciuta. È una citazione che porto dentro di me e che ho pensato di proporre a bambini e a ragazzi che si affacciano alla vita come un augurio per il loro presente e il loro futuro: agire, valutando sempre le conseguenze delle nostre decisioni e delle nostre azioni; cercare di agire bene e per il bene comune.




intervista a cura di Dario Orphée