Tra le tantissime edizioni vi proponiamo:
Il profeta
di Kalhil Gibran
Piemme, 2004
(prima edizione originale: New York, 1923)
€ 7.90
Esposto Ultimo Eva Maria
Uno spazio in più, impegnato, frequentato da chi crede nel potere delle parole.
Tra le tantissime edizioni vi proponiamo:
Il profeta
di Kalhil Gibran
Piemme, 2004
(prima edizione originale: New York, 1923)
€ 7.90
Lame e affini
di Susanna Trossero
Perugia, 2008, Graphe.it
Pagg. 95
€ 10.00
L’amore e le sue vie meno percorse sono il costante sfondo degli otto racconti contenuti in Lame e affini, ultima opera di Susanna Trossero. Contrariamente a quanto si possa ipotizzare frettolosamente, il titolo non allude a chissà quali pratiche erotiche, ma a un meccanismo più sottile, una serie di lame che riescono a sminuzzare o a levigare gli animi innamorati, ledendo o adattando lo spirito alla situazione. Sempre, l’amore – o un suo spettro – innesca una serie di trasformazioni, più o meno evidenti.
Per darvene un semplice assaggio, vi riassumerò brevemente (e senza svelare troppo della trama) i primi racconti. Si inizia con lo sconvolgente Angeli metropolitani, in cui un narratore maschile racconta in prima persona un incontro fatale con una bibliotecaria: avvenente e affascinante, sembra incarnare il prototipo della donna perfetta, a proprio agio in una bellezza non esibita, ma quiescente sotto vestiti comuni. Mai il lettore s’aspetterebbe la scoperta che turberà e sorprenderà il protagonista, dietro una porta chiusa con evidenti fremiti d’attesa.
Più tradizionale è il secondo racconto, Oliviero, dove una narratrice in prima persona analizza quel drammatico “do ut des” che domina l’amore mercificato. Tuttavia, un incontro inaspettato – con Oliviero, appunto – sembra incrinare l’apatia con cui la donna calcola ogni dettaglio delle sue relazioni ad alto prezzo. Le sicurezze personali vacillano, o almeno sembrano vacillare.
Di grande intensità, Senilità è un testo composito, costituito da una prima pagina di diario che un’anziana dedica al compagno, e da una narrazione finale da parte di una amica dell’ospizio. Senza mai incorrere nel rischio del patetico, si delinea qui con grande delicatezza il percorso di due anime che hanno fatto del sesso l’apoteosi del loro amore, così vero.
Ancora molto si potrebbe dire sui cinque restanti racconti, ma credo che uno su tutti dimostri la scioltezza della penna disinibita e delle emozioni di Susanna Trossero: l’ultimo, intitolato Anime gemelle, riprende uno dei temi della letteratura classica, ovvero l’incesto. Una relazione torbida agli occhi della gente, pura per i protagonisti, unisce due gemelli precocemente separati. Anche qui, l’autrice osserva con imparzialità, lascia che siano i suoi personaggi a prendere voce, senza intromettersi con giudizi da benpensante. Al contrario, sembra accompagnare i suoi stessi personaggi con una curiosità sana, nonostante il tema forte di alcuni racconti; e pazienta, fino alla fine, con lo stesso stile chiaro che già avevamo incontrato nel precedente Nella tana dell’orco e altre storie. Dunque, una prova che dimostra senza dubbio la versatilità senza limiti di Susanna Trossero.
GMG
Vuoi conoscere qualcosa di Susanna? Leggi la nostra intervista.
George Simenon
La pazza di Itteville
Milano, Adelphi 2008, 66 pg.
5.50 euro
Tredici idee per ragionare di economia
Campiglio, Luigi
Il Mulino
Pagine 175
Obiettivo: fornire un quadro di insieme delle principali variabili economiche e gli strumenti basilari per cominciare, come si evince dal titolo stesso, a ragionare di economia. È un libricino (come ama chiamarlo il suo autore) che, per chi già gode di buone conoscenze in questo campo, può risultare un piacevole ripasso; un ottimo spunto per chi, invece, desideroso di approcciarsi alla materia, è sovente frenato dalla convinzione che sia un po’ troppo ostica. Ebbene, Luigi Campiglio è stato in grado di raccontare l’economia, reale e finanziaria, in modo semplice e, coadiuvato dall’introduzione di molti esempi presi dalla vita quotidiana, comprensibile a tutti.
Tredici capitoli dedicati ciascuno ad un tema specifico, ma senza mai perdere il senso di unitarietà della materia. Si parla allora del funzionamento dei mercati e del loro ruolo in quanto meccanismi decentrati e delegati, non tralasciando l’analisi della relazione biunivoca che sussiste tra economia e politica. Viene poi posta l’attenzione sui prezzi, distinguendoli in particolare tra privati e sociali; mentre un capitolo a parte viene dedicato all’inflazione (e al tasso di inflazione: la variazione percentuale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo), enucleandone le principali cause e conseguenze, e confrontandole con i problemi connessi con il fenomeno speculare, la deflazione. La discussione circa il livello dei prezzi, dei salari e della produttività è non solo molto interessante, ma soprattutto un utile ausilio per una chiara spiegazione della teoria di Ricardo riguardo ai vantaggi comparati, che sta alla base delle prime riflessioni sul funzionamento del commercio internazionale. Grande attenzione è poi dedicata alla definizione del Prodotto Interno Lordo, nonché delle relazioni principali di contabilità nazionale, che fanno salva l’identità tra domanda aggregata e offerta aggregata; all’interno dello stesso capitolo si parla anche del processo circolare del reddito, concentrandosi dunque sul mercato dei beni e del lavoro, e dei cicli economici, citando le varie teorie circa le cause scatenanti di questi periodici scostamenti dal trend statistico. Importanti poi i capitoli dedicati alla politica fiscale, alla politica monetaria e ai tassi di interesse, in relazione ai quali è stato sottolineato il ruolo cruciale della Banca Centrale, specialmente in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo oggi. Chiaramente non potevano mancare delle pagine dedicate ad un tema attualissimo come quello della globalizzazione, che viene analizzato un po’ in tutti i suoi aspetti.
Una lettura che consiglio e che mi è stata molto utile, in quanto mi ha permesso di rispolverare dei concetti basilari e non, inerenti al mio ciclo di studi, legandoli insieme in un quadro generale davvero puntuale.
Agostino
di Alberto Moravia
Milano, Bompiani Tascabili, 2007
con un’introduzione di G. Dego, bibliografia (minima) di T. Tornitore e cronologia di E. Romano
1^ edizione: 1945
pp. 126
€ 7.80
Nonostante il successo già conclamato di Moravia nella società intellettuale dell’epoca, questo romanzo breve è uscito, nel 1943, in un’edizioncina di sole 500 copie (presso l’editore romano Documento): Moravia non aveva ricevuto l’autorizzazione. E quando viene ristampata per Bompiani nel 1945, ancora l’opera deve aver destato un certo scalpore in un’Italia drammaticamente segnata dalla guerra, radicata sui valori della tradizione. E dunque, non subito si afferma quello che è considerato uno dei romanzi di formazione più importanti del Novecento, ma dopo un primo calvario di difficoltà editoriali. Ciò non toglie che se ne interessino presto importanti intellettuali, come Gadda, che nel suo I viaggi, la morte, così riassume la trama: “E’ l’incontro di un ragazzo tredicenne, di famiglia ‘civile’, Agostino, coi fatti e coi problemi del sesso. Figlio unico di madre vedova (e piacente), Agostino ‘subisce’ la scoperta del sesso”.
Il giovanissimo e sprovveduto Agostino si trova, infatti, a condividere con la bella madre una vacanza segnata da molte dolorose e, al tempo stesso, desiderate trasformazioni. Così, l’iniziale orgoglio per l’ammirazione che tutti in spiaggia dimostravano alla madre, crolla in una fastidiosa curiosità, a tratti morbosa, quando Agostino scopre la relazione che la donna intrattiene con un ragazzo locale. Gli stessi gesti quotidiani della madre, la spontaneità con cui si sveste e si sistema davanti ad Agostino vengono da lui vissuti con un nuovo fastidio: la madre è anche donna, e questa femminilità è difficile da accettare. D’altra parte, la donna non fa nulla per aiutare il figlio: dimostra una (forse ingenua) insensibilità nei confronti del ragazzo, trattato sempre come un bambino, e, pertanto, presente durante alcune gite in barca tra la madre e il nuovo compagno.
Ad aprire maggiormente gli occhi ad Agostino, con la brutalità chi conosce troppo presto le cose del mondo e le travisa di conseguenza, arrivano i ragazzi della banda di Saro: tutti figli di marinai o bagnini, poveri e già troppo grandi per la loro età, si divertono davanti all’innocenza di Agostino. Innocenza che il ragazzo vive come una colpa: “Agostino, al sentirsi chiamare innocente, fremette tutto di ripugnanza; come a vedersi lanciare addosso un cencio sporco e non potere liberarsene” (p. 14). Sembrerebbe impossibile conciliare le maniere educate di Agostino con i pugni dei nuovi amici, ma è proprio l’alterità di questo mondo così immediato e prima conosciuto solo nelle fantasie, ad attrarre un Agostino in cui è viva e forte la componente masochistica: vive con dolore – ma sempre un dolore trattenuto, tutto interiore – i gesti sempre astiosi e violenti degli amici, che lo considerano la mosca bianca del gruppo, in quanto rappresentante della borghesia. Non manca infatti, come ha rilevato F. Flora, una intensa nota sociale in questo romanzo: la disparità sociale, economica e culturale è un forte elemento distanziante. Mai Agostino sarà accettato, ma anzi, la sua gita in barca con il capobanda adulto e omosessuale, Saro, farà sì che tutti accusino l’inconsapevole Agostino di pederastia. Nulla di più lontano dal vero, ma Agostino continuerà a sentire questo peso, fino a un ultimo tentativo di riscatto, purtroppo mancato.
Nello scabro ed essenziale stile moraviano, ritroviamo la psicologia del ragazzo, spettatore curioso e outsider contro il suo volere. La sofferenza così intensa, ma mai compresa dai personaggi, fa sì che l’inadeguatezza regni sovrana. Sovrana crudele di egoismi sadici.
GMG
Il giorno in più
di Fabio Volo
Milano, Mondadori, 2007
pp. 287
€ 15.50
Ci sono libri che non nascono come capolavori indiscussi, né vogliono essere acclamati dalla critica. Eppure diventano bestseller, e non lo dico qui con l’aria polemica di chi studia letteratura ogni giorno e storce il naso davanti al successo delle vendite. Si tratta di una semplice presa di coscienza: Fabio Volo vende zeri e zeri di copie. E non posso che rendergliene il merito. Perché? È molto semplice: il suo libro diverte e addolcisce chiunque, anche i più cinici e i disillusi verso i sentimenti (e, perché no, verso i dj che pubblicano libri).
Si inizia con una di quelle storie che avranno sicuramente contagiato tutti, prima o poi: uno scambio di sguardi con una compagna di viaggio, in tram. Sempre, ogni giorno, per mesi. Le fantasie, più romantiche che erotiche, sembrano concretizzare delle immaginazioni zuccherose di ogni donna: piccoli gesti che rivelano passioni nascoste, disattenzioni scambiate per disinteresse, dubbi e ansie sorrette solo da ipotesi… Fino alla resa dei conti, fino a scoprire davanti al primo caffè insieme che la donna per tanto tempo silenziosamente ammirata, Michela, sta per trasferirsi a New York per lavoro. Dopo una serie di tentennamenti razionali, il protagonista, Giacomo, decide di raggiungerla, anche solo per capire quale tipo di legame li sconvolga. E lì scopre che Michela, oltre a contraccambiare l’attrazione iniziale, su un taccuino-diario annotava ogni giorno sul tram ciò che avveniva, quei piccoli passi avanti che li hanno portati a conoscersi. Non mancano i colpi di scena, né gli episodi decisamente divertenti, costellati qua e là da un po’ di humour vagamente da osteria. Ma poi Giacomo si risolleva in pagine e in gesti da inguaribile romantico, uno di quei romantici tanto originali da conquistare qualunque donna: non scade (quasi mai) nel patetico, coglie impreparati, crea atmosfere e situazioni senza subirle, ma godendosele appieno.
Il rituale del corteggiamento gli è più che mai chiaro, e non mancano flashback sulla sua vita amorosa: è un latin lover sui generis, non l’uomo perfetto che si rivela stucchevole, ma un uomo comune, con i suoi problemi e le preoccupazioni quotidiane, però vivacemente vitale. Un entusiasta, ecco, e non manca di entusiasmare chi gli sta vicino, ma è incapace di pensare a relazioni stabili – non è difficile intravvedere dai suoi racconti come abbia pesato su di lui un’infanzia con una madre castrante e ossessiva e un padre sparito. Proprio per questo, è originale e di grande perspicacia la proposta di Michela, ovvero di vivere i nove giorni rimanenti della permanenza di Giacomo a NY come una vera e propria relazione a termine: con la partenza, anche la storia si sarebbe troncata. Forse qui fioccano pagine un po’ troppo melense, ma è tanto gradevole la lettura così scorrevole e tanta la curiosità, che passano in secondo piano i dialoghi vagamente naif. Inutile dire che alcuni imprevisti movimenteranno la trama, per poi approdare a un finale da commediola americana. Ma in pieno stile italiano.
Confesso che, sentendomi coinvolta dalla trama durante la lettura, ho pensato di affidarmi ai sondaggi: le risposte sono sempre state unanimi, “Fabio non è uno scrittore, ma è così sincero che sembra di farsi una chiacchierata tra amici”, “Giacomo piace perché è un uomo che entra nella testa delle donne”, “una favola dei giorni nostri”, e potrei proseguire… Resta il fatto che davanti a pagine che sembrano trasudare tanta sincerità – pur ammettendo difetti stilistici e salti logici -, nessuno riesce a sparare a zero. Fabio Volo in questo libro è disarmante, e disarma con un sorriso ammiccante che lo rende non campione di scrittura, ma senz'altro campione di comunicazione.
GMG
H. Hesse
Klein e Wagner
1919
trad. di Francesca Ricci
edizioni Newton
pagg.90 ca