Alessia consiglia
I racconti giovanili di Klaus Mann (Castelvecchi)
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Perché: perché questa raccolta segna per la prima volta in Italia la traduzione dei racconti scritti da Klaus Mann in età adolescenziale e giovanile, e per questo spalanca una porta eccezionale sulla nascita di una voce letteraria audace, anticonformista e profondamente inquieta. Perché i temi affrontati, (ribellione, desiderio, conflitto generazionale, la tensione tra norma sociale e impulso creativo), risuonano con forza ancora oggi: «La civiltà che imparammo a conoscere negli anni Venti sembrava priva di equilibrio… pareva prossima alla decadenza e alla rovina». Perché è un libro che unisce la freschezza dell’età giovanile all’urgenza contro le convenzioni, scrittura che già mostra quella voce ruvida e propria che Mann avrebbe affinato negli anni.
A chi: a chi ama cimentarsi con la grande letteratura tedesca-europea del Novecento, per chi è affascinato dal percorso di formazione non solo personale ma anche artistico di uno scrittore che rifiutò silenziosamente la passività. Per chi apprezza raccolte di racconti che svelano le origini di temi più ampi, identità, esilio, libertà, e desidera una prosa che, pur nelle sue radici, già profuma di sfida e di modernità.
Carlotta consiglia
Evelyn di Jane Austen (Rogas Edizioni)
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Perché: in occasione dei 250 anni dalla nascita di Jane Austen non posso che menzionare Evelyn, un romanzo breve e ironico, meno noto, ma già ben caratterizzato da quella lucidità affilata tipica della scrittrice inglese. Questa è infatti un'opera che ha destato moltissima curiosità nella critica e nei lettori perché offre uno sguardo fresco ma sempre raffinato sulla giovane Austen, più sperimentale e slegata dai filtri della maturità.
A chi: a chi ama Jane Austen e nonostante il trend del momento, ha sempre sentito una forte affinità coi suoi scritti. Con questo sguardo sui sentimenti, le ambizioni e le piccole vanità sociali, è la perfetta occasione per scoprire le radici del suo stile e apprezzarla ancora di più.
Carolina consiglia
Notte inquieta di Albrecht Goes (Marcos y Marcos)
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Perché: perché si tratta di un racconto che condensa in poche pagine una feroce denuncia della guerra che non può che risultare ancora attuale, e valida per ogni guerra (non solo quelle del passato, ma anche quelle del presente). Perché è un appello alle coscienze, e agli intellettuali, affinché non cessino mai di portare avanti la suprema forma di resistenza, che è quella dello spirito critico, della ricerca della verità, dell’attenzione all’essere umano. Perché l’attaccamento alla vita e alla speranza che ogni pagina lascia trasparire è qualcosa di cui abbiamo bisogno oggi più che mai.
A chi: a chi apprezza le prose vibranti e sensibili, le narrazioni ambientate in tempo di guerra ma che lanciano messaggi universali; a chi cerca personaggi delicati, storie di compassione e di affinità elettive; a chi vuole scoprire un classico poco noto; a chi è sempre alla ricerca di un senso.
Claudia consiglia
Lezioni di letteratura di Vladimir Nabokov (Adelphi)
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Perché: è come leggere un classico che ne contiene mille altri al suo interno. Aprire questo volume ci porta direttamente al 1948: Nabokov è stato nominato Associate Professor alla Cornell University e qui tiene una serie di corsi sui maestri della narrativa europea e sulla letteratura russa in traduzione inglese. Lezioni di letteratura è più di un'indagine critico-letteraria: è una caccia al tesoro tra realtà e immaginazione in cui ogni indizio va faticosamente cercato, poi sezionato e in ultimo compreso per definire la prossima tappa e per tracciare una direzione. È anche una meravigliosa dissertazione sul rapporto tra vivere e immaginare.
A chi: a chi questo Natale vorrebbe sentirsi di nuovo sui banchi di scuola. Insieme a noi c'è un professore straordinario: ci accoglie in aula, ma lui non siede in cattedra, passeggia tra i banchi senza sosta, gesticola appassionato, ride e fa sorridere. Nabokov non sta semplicemente spiegando, sta leggendo con noi.
Deborah D'Addetta consiglia
La canzone di Šaljapin di Ivy Low Litvinov (Ago Edizioni)
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Perché: libro assolutamente irresistibile, un vero page turner che vi terrà incollati alle pagine, un po' come il pupillo di Doyle. Sin dalle primissime pagine, non sono riuscita a staccare il naso dalla storia, finendolo in poco meno di due giorni (e non per mio merito, ma per merito del testo) e divertendomi veramente tantissimo man mano che i misteri si infittivano e i personaggi (e potenziali assassini) aumentavano. Ci troviamo a Mosca negli anni ’20, nel cuore della città, vicino al Cremlino. Un uomo, Pavlov – in apparenza buono, apprezzato e benvoluto da tutti – viene ucciso in circostanze misteriose, ritrovato da una governante con un pugnale caucasico piantato nel collo e la testa riversa su un grammofono (indizio che si riconduce al titolo del libro). Quasi subito le indagini del commissario distrettuale Nikulin e del fedele ispettore Janovitskij portano al Teatro Bol'šoj, ad accusare e incarcerare una delle ballerine di punta della compagnia, Tamara detta Dolidzej. Ovviamente, come ogni giallo che si rispetti, il primo sospettato non è mai (o quasi) il colpevole – troppo facile, troppo rapido – per cui, nonostante tutte le prove siano contro la fanciulla, persino il pugnale insanguinato che le appartiene, il lettore sa che la storia riserva altre sorprese. Piacerà moltissimo anche a chi non legge gialli o ha pregiudizi sul genere.
A chi: a tutti, sia gli amanti del genere, ma soprattutto a chi non ha mai letto un giallo e vuole cominciare. A chi ama Doyle e Dürrenmatt.
Deborah Donato consiglia
Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi (Feltrinelli)
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Perché: c'è una magia in Lisbona, in Pereira e nella scrittura di Tabucchi. Perché parla di una coscienza individuale e plurale, di un dialogo che è anche monologo interiore, alla ricerca del proprio posto nel mondo.
A chi: ama i romanzi nostalgici e lirici; a chi vuole andare indietro nel tempo – nel Portogallo del 1938 – per ricercare però i sentimenti eterni dell'uomo. A chi vuole resistere contro le brutture del presente.
Debora Lambruschini consiglia
Nord e Sud di Elizabeth Gaskell (Jo March edizioni)
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Perché: a 160 anni dalla sua scomparsa, Elizabeth Gaskell ha incontrato una nuova generazione di lettori e lettrici, complice finalmente un interesse da parte degli editori italiani che ha reso possibile la lettura dei suoi romanzi e racconti per il pubblico non anglofono. Dietro l’apparente semplicità della storia costruita nella tradizionale forma del Bildungroman con l’eroina che attraverso una serie di avventure compie il suo percorso di formazione per diventare infine adulta e trovare il proprio posto nel mondo, un mondo certo assai più complesso rispetto a prima, cela un sostrato di riflessioni e spunti molto interessanti sul contesto storico sociale del periodo, che è in fondo l’elemento davvero notevole del romanzo.
A chi: a chi nel periodo natalizio ama immergersi tra le pagine di un classico, dedicando alla lettura tutto il tempo necessario. A chi cerca un classico meno convenzionale, a chi ama i romanzi di formazione (per una volta al femminile!), il romanzo borghese, l'interesse per le questioni sociali.
Edy consiglia
L’isola di Arturo di Elsa Morante (Einaudi)
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Perché: perché è da pochi giorni trascorso il quarantesimo anniversario della morte di Elsa Morante ed è doveroso celebrare questa straordinaria scrittrice, leggendo o rileggendo uno dei suoi romanzi. Perché L’isola di Arturo è un libro potente, che nel 1957 affronta temi di cui solo oggi si parla con scioltezza; perché è un libro luminoso, una favola senza tempo, che parla della caduta dei miti dell’infanzia e del non facile ingresso nel mondo degli adulti.
A chi: per chi ama la grande letteratura al femminile del XX secolo, la prosa musicale e avvolgente, i romanzi di formazione e di crescita, anche se, insieme a Morante, considera l’infanzia e l’adolescenza fasi della vita di valore insuperabile.
Fulvio consiglia
Attraverso la notte di William Sloane (Adelphi)
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Perché: perché è un piccolo capolavoro che si colloca fra la fantascienza e l'horror e con uno stile chirurgico, essenziale, narra una vicenda che come un serpente si attorciglia intorno alla tua mente e non ti lascia più, fino alla sua conclusione, commovente e inaspettata. È un autore che ho scoperto da poco e che ho apprezzato anche per la traduzione di Gianni Pannofino. La tensione sottostante alla storia è una caratteristica rara dei romanzi di genere, soprattutto se dura per tutta la trama e in questo Sloane si rivela un maestro.
A chi: a chi ama uno stile narrativo particolare, le trame sorprendenti, la sostanza dei personaggi, e un intreccio a spirale dalla trama avvincente. Anche a chi non ama il romanzo di fantascienza o horror o il thriller: qui troverà una storia di amicizia, di amore e di ricerca di una verità inaspettata e paradossale.
Giada consiglia
Stoner di John Williams (Fazi)
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Perché: la storia di Stoner colpirà dritta al cuore. Stoner non ha nulla di straordinario, non compirà gesta eroiche nel corso della sua vita; eppure il lettore non riuscirà a staccarsi dal suo racconto. È un uomo semplice, proveniente da una famiglia modesta ma dignitosa che, dopo gli studi liceali, si iscrive – per volere del padre – alla facoltà di Agraria. Ben presto, però, Stoner svela un’altra passione: quella per la letteratura. Saranno proprio i libri i compagni di viaggio di questo professore, che segue tutte le tappe previste in una vita ordinaria, dal matrimonio al ruolo di padre. Nulla, però, sembra davvero convincerlo o coinvolgerlo fino in fondo. Stoner, infatti, soffre di un’insoddisfazione perenne che tuttavia non lo porterà mai a compiere reali cambiamenti nella sua vita.
A chi: a chi ama i romanzi con protagonisti ordinari e a chi, semplicemente, piace leggere storie umane e non eroiche.
Giulia consiglia
L'arte di cucinarsi un marito di Elizabeth Strong Worthington (Astoria)
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Perché: metà commedia di costume e metà finto trattato antropologico, lo snello romanzo dell'autrice americana apre uno squarcio nelle relazioni matrimoniali di fine Ottocento. Tra i vari trucchi per far marinare e sobbollire per bene un uomo per renderlo edibile nella convenzione matrimoniale, c'è una protagonista intelligente e benestante che non riesce a trovare il giusto compagno. E anche se finge che non le importi, la ricerca non si interrompe mai.
A chi: a chi ama scoprire le convenzioni sociali dei secoli passati e confrontare il proprio sguardo contemporaneo con i pensieri di un tempo.
Gloria consiglia
Greco cerca greca di Friedrich Dürrenmatt (Adelphi)
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Perché: ci vuole a volte un po' di levità, e scoprirla in uno scritto di Dürrenmatt garantisce acume, satira sociale e un tocco di sadismo divertito. Il protagonista Archilochos è un personaggio quanto mai strampalato, che pensa di trovare moglie con un assurdo messaggio su un giornale: vuole che sua moglie sia greca come lui. Di certo non si aspetta che a rispondere all'annuncio sia la bellissima e giovane Chloé: troppo bello per essere vero?! Inizia così una commedia piena di colpi di scena che fa riflettere sulle relazioni sociali, sempre in modo fantasioso e poco prevedibile.
A chi: innanzitutto a chi ama i romanzi che si basano sull'equivoco, sul ribaltamento dei valori e sulle visioni rifrante. Un occhio va sempre alla società borghese giudicante, che non capisce eppure esprime commenti a caso sulla strana coppia che arriva a formarsi. Ma dov'è davvero la felicità?
Leonardo consiglia
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Roy Lewis (Adelphi)
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Perché: perché è uno di quei libri che sembrano leggeri ma in realtà sono costruiti con una precisione millimetrica. Lewis gioca con l’evoluzione umana come fosse un cantiere in perenne ritardo, e lo fa con un’ironia lucidissima, mai gratuita, che smonta ogni certezza e allo stesso tempo rende tutto incredibilmente plausibile. È un romanzo che scorre con naturalezza, grazie a una scrittura affilata e alla capacità dell’autore di trasformare ogni teoria antropologica in una gag intelligente, senza perdere un grammo di solidità narrativa.
A chi: a chi vuole un romanzo capace di tenere insieme divulgazione, satira e avventura con una disarmante semplicità. A chi cerca una storia che sembra scherzare su tutto, ma in realtà dice molto sul progresso, sulle ambizioni umane e sulle nostre ossessioni moderne. Perfetto per chi apprezza i personaggi memorabili e i libri che si leggono in un pomeriggio ma rimangono a lungo nella testa.
Marianna consiglia
La brughiera di Thomas Hardy (Garzanti)
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Perché: La brughiera è un romanzo in cui la natura diventa personaggio vivo e vibrante, capace di plasmare destini umani fragili e appassionati; Hardy intreccia atmosfere gotiche, introspezione psicologica e un paesaggio che incanta e inquieta, in uno stile ricco, lirico e riconoscibile.
A chi: a chi ama i classici europei densi di atmosfera, le storie tragiche e potenti alla Tess o Jude, e i romanzi in cui il paesaggio, selvatico, simbolico, implacabile, detta il ritmo della vita dei personaggi. Perfetto per chi cerca una lettura intensa, poetica e coinvolgente.
Sabrina consiglia
La montagna incantata di Thomas Mann (Mondadori)
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Perché: un libro mondo che trasporta magicamente il lettore in una dimensione spazio-temporale storica e onirica. Nel romanzo, che si svolge in un sanatorio a Davos, dove incredibilmente un visitatore, Hans Castorp, che doveva trattenersi pochi giorni, vi rimase sette anni, il tempo si dilata, diventa una variabile diversa da quella conosciuta finché la Storia non irromperà a spezzare l'incantesimo. Non è un libro facile da leggere, ma le dispute fra Ludovico Settembrini, democratico, illuminista, fautore del diritto e della tolleranza e Leo Naphta, reazionario, nemico del progresso, anticapitalista, che si contendono l'educazione del giovane Castorp, sono tra le pagine più affascinanti della letteratura di tutti i tempi.
A chi: se si desidera prendere una pausa dal mondo, questo è il libro ideale. Dalle dimensioni molto impegnative (oltre un migliaio le pagine), avrà la capacità di catturare il tempo e la mente del lettore. A chi è interessato a uno sguardo ampio sulla filosofia di inizio Novecento, a chi ama perdersi in un linguaggio antico che sente il passaggio degli anni, ma non per questo perde magnetismo. A chi ama romanzi importanti che facciano riflettere sui grandi temi, la vita, la morte, il tempo, la malattia.
Samantha consiglia
La tigre viziosa di Sergio Antonielli (Paligenia)
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Perché: è rimasto in un angolo, dimenticato, per 50 anni ed è stato finalmente riscoperto grazie alla casa editrice Palingenia. È uno di quei testi che sembrano scritti per essere sempre attuali: dotati di una forza narrativa che la tradizione non è riuscita a classificare. Pubblicato nel 1954 nei «Gettoni» einaudiani sotto l’occhio attento di Vittorini e salutato con entusiasmo da Calvino e Montale, è un racconto lungo che vibra ancora di una modernità sorprendente. Una favola nera che vede la lenta e feroce contaminazione di una tigre, che si spinge oltre il suo mondo ed entra in quello degli umani.
A chi: a chi cerca un romanzo che parli di contaminazione, di metamorfosi, del confine sempre più sottile tra umano e non umano. È anche una meditazione amara sulla responsabilità dell’uomo nei confronti del mondo animale, sulla fragilità degli equilibri naturali e sull’ombra distruttiva che la nostra specie getta su tutto ciò che tocca. Un bel classico da riscoprire a Natale.
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