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Un romanzo pieno di amanti, di cani, di amici, di famiglia allargata, contro i pregiudizi dell'amore di coppia: "La gioia di ieri" di Elena Stancanelli

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La gioia di ieri
di Elena Stancanelli
Einaudi, settembre 2025

pp. 184
€ 18 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)

Avete presente quella raccomandazione che di tanto in tanto rintocca, sul fatto che immedesimarsi non è necessario per apprezzare davvero un libro? Ecco, a me è successo proprio questo leggendo Elena Stancanelli nel suo nuovo La gioia di ieri: complici l'ironia, l'andirivieni tra passato e presente che scolla dal tempo della narrazione e ti sballotta dove meno te lo aspetteresti, ma anche – lo ammetto – una distanza notevole dalla concezione di vita della protagonista, non mi sono immedesimata in questo romanzo. Eppure... Eppure l'ho apprezzato. Per la ventata di idee diverse, perché mi ha portato un punto di vista lontano dal mio, e questo è molto più arricchente, a mio parere, rispetto a trovare una narrazione accondiscendente e piatta. 

Le prime pagine inchiodano subito: non sappiamo per quale motivo la protagonista Anna si trovi a soccorrere un cane di nome Frodo disteso sull'asfalto, né sappiamo perché salga in macchina con il suo padrone, Giorgio, e dia inizio a un imbarazzante percorso verso il pronto soccorso veterinario; eppure capiamo immediatamente che quei due si conoscono già, e se Frodo è lì, Anna in qualche modo si sente responsabile. Non posso togliervi la sorpresa di leggere tutta la sequenza di eventi e il flashback, ma un indizio si può anticipare – complice il fatto che Elena Stancanelli ne parli tranquillamente nelle interviste –: Frodo si è buttato deliberatamente giù dalla terrazza del settimo piano del palazzo di Anna, dopo averla guardata «come una persona vecchia, vecchissima», le «ha sorriso, poi si è voltato e senza fretta ha appoggiato le zampe anteriori sul parapetto» (p. 10). E si è buttato. Non c'è stato modo di intervenire. Ma questo fatto assurdo, assolutamente inspiegabile, diventa un'epifania nella vita di Anna, che non è più la stessa. 

Non che la sua vita fosse semplice! Anna era emersa da poco dalla storia d'amore con Davide, ormai fiacca, che si era trascinata fin troppo a lungo; all'epoca dell'episodio di Frodo, continuava a ospitare Micol, sua ex dirimpettaia, rimasta all'improvviso senza casa: lei, bellissima specializzanda in Neuropsicologia, è diventata presto un pensiero appassionante per Anna, di vent'anni più adulta. E la passione è qualcosa che Anna non sa spiegarsi fino in fondo, ma non perché abbia barriere sessuali di qualche genere; semplicemente non sa dare nomi a ciò che prova, né vuole farlo. Di certo Micol, con quella sua giovinezza e quell'eleganza innata, ha il fascino di quel tutto ancora da fare che Anna invece sente di avere ormai perso. 

E questi sono già due macro-temi che percorrono La gioia di ieri: la sensualità mista alla sessualità, coltivata in modo intermittente da Anna, tra astensione e libertinaggio; e il tempo. Ora Stancanelli apre lunghe pagine per un episodio apparentemente minimale, ora ci catapulta in tutt'altro momento, con quella sensazione di vuoto che avvertiamo sotto i piedi quando siamo sulle montagne russe. E montagne russe sconvolgono anche l'umore di Anna, che ci traghetta senza tanti complimenti dalla leggerezza di un rapporto consensuale con un ragazzo molto più giovane di lei alla frustrazione per un corpo che cambia, che non è più desiderante. Insomma, senza tanti fronzoli, Anna ammette: 

[...] la cosa più evidente è l'enorme onda di disinteresse nei confronti di me stessa. Scopro che il mio punto di vista e la mia presenza nel mondo si stanno dissolvendo. Sento la mia sparizione, come se qualcuno con una lametta stesse cancellando la mia faccia dalla foto della scuola. (p. 73)

Accettare il proprio invecchiamento non è così semplice per Anna, che ha anzi uno sguardo spietato e al tempo stesso ironico sulle prospettive che la attendono; eppure a evitare che lei si sfaldi del tutto e si lasci andare interviene un'autocritica delicata, che ogni tanto si alterna al lasciar andare, ovvero al vivere con un po' più di leggerezza. E complici sono i suoi amici, o meglio le "persone" che verranno bollate come "contatti stretti" nel lockdown e che aiuteranno Anna a far fronte all'isolamento forzato. E, tra parentesi, ci tengo a sottolineare che le pagine sulla vita durante il Covid sono le più vivide, anti-retoriche ed efficaci che ho trovato in questi anni. 

E quali sono i confini dell'amore? Gli unici, da allontanare il più possibile da sé, sono quelli della coppia tradizionale, secondo Anna. Sperimentare senza pregiudizi né tabù, ammettere che il sesso può essere un modo per starsi vicini senza che occorra stabilire relazioni, confessare che non si ha voglia o che non ci si è trovati bene con un partner, sono solo alcuni dei tanti punti affrontati da Elena Stancanelli attraverso Anna e gli altri personaggi della storia. 

C'è della coralità in La gioia di ieri, è vero, eppure la sensazione preponderante è che la focalizzazione calata su Anna renda tutto estremamente soggettivo e si adatti alla sua concezione della vita e del mondo, come una seconda pelle. Ed è così che ho cercato e riletto passi di questo romanzo: come quando vedi passare una donna perfettamente a suo agio in un vestito eccentrico; tu non lo metteresti mai, ma non puoi fare a meno di voltarti a osservare una seconda volta quanto le stia dannatamente bene. 

GMGhioni