di Massimo Recalcati
Feltrinelli, maggio 2025
pp. 128
€ 16,00 (cartaceo)
€ 4,99 (ebook)
La prospettiva adottata resta la stessa dei miei precedenti lavori: emancipare il legame di fratellanza e sorellanza dal sangue, dalla stirpe e dalla genealogia. Non assumerlo come una legge di natura ma concepirlo come una costruzione simbolica. (p. 9)
Trascendere il piano meramente biologico è quello che fa il saggio di Recalcati, Uno diviso due, che utilizzando figure bibliche e mitologiche, oltre che storie tratte dall'immaginario cinematografico e letterario, indaga il misterioso legame che si trova anche al centro della sua pratica analitica. Lo indaga spogliandolo da qualsiasi edulcorazione:
Il primo moto che orienta i legami tra i fratelli non è quello della fratellanza o della sorellanza ma quello dell'odio e dell'inimicizia; l'odio, come ripete Freud, è più antico dell'amore, il ripudio del fratello o della sorella più originario rispetto alla loro accoglienza. (p. 10)
Inizia tutto così: l'incontro traumatico con il Due, l'impossibilità di essere Uno. Anche nei figli unici, paradossalmente, questo incontro mancato istituisce un trauma, come mancata esperienza di un limite. La prima tendenza pulsionale dell'essere umano non è l'accoglienza ma il rifiuto del Due, la negazione della sua esistenza. Per i primogeniti ciò comporta il complesso di Caino, ossia la paura di essere defraudati dell'amore genitoriale, mentre per chi arriva il dopo il complesso di esclusione, di non trovare posto, di essere messo ai margini.
Tra fratelli e sorelle è assai frequente trovare legami che non sono affatto bilanciati, ma dove, al contrario, uno dei due è sempre in condizione di sudditanza o di rivendicazione aggressiva verso l'immagine ideale di se stesso incarnata nell'altro. In questi casi uno dei due viene situato, in un modo profondamente ambivalente, come un Io ideale ineguagliabile e, in quanto tale, amato e odiato nello stesso tempo. (p. 37)
Attraversando prima il mito di Caino ed Abele e poi quello narrato dal film Rocco e i suoi fratelli, Recalcati illustra il legame drammatico sancito dallo sdoppiamento, che genera l'aggressività. Il terzo capitolo si sofferma nell'interpretazione del complesso di Caino, attraverso un confronto serrato con gli scritti di Freud e Lacan. Nel quarto verrà tematizzato il complesso di esclusione.
In tutto il libro, al di là delle analisi approfondite sui temi dell'invidia e della competizione, che sono senza alcun dubbio elementi intrinseci del legame fraterno, si mostra come queste dinamiche conflittuali possano anche essere dei passaggi necessari per la scoperta di sé. Si parla di "scoperta" e di "costruzione" dell'identità perché quest'ultima non è un dato di fatto, ma un processo dialettico, nel quale la fratellanza e la sorellanza sono occasioni per instaurare relazioni autentiche e significative, che diventeranno poi modelli da usare al di fuori del contesto familiare. Recalcati, come scrivevo, non si limita a pensare la fratellanza come una relazione legata alla stirpe e al sangue:
Avere lo tesso sangue può illudere, infatti, che la fratellanza o la sorellanza siano dei legami già istituiti per legge di natura. È un errore fatale, simile a quello che confonde l'essere padri o madri con l'essere i genitori biologici dei figli. [...] Il materialismo del sangue non può essere un vincolo che certifica l'esistenza di un legame effettivo di paternità o di maternità, come non può certificare l'esistenza di un legame di fratellanza o di sorellanza. (p. 97)
Proprio per questo, per il suo travalicare il determinismo biologico, l'opera di Recalcati offre una riflessione più ampia sulla natura dei legami umani.
Deborah Donato
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