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Il mondo di Amane: sette bambole che prendono vita in un collegio. Dalla penna del mangaka Furuya Usamaru

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Amane Gymnasium
di Furuya Usamaru
Coconino Press, novembre 2023/gennaio 2024

pp. 196/192
€ 8,90 (cartaceo)




Per chi ama i manga giapponesi, il nome di Furuya Usamaru è conosciutissimo. Sarebbe un po' come nominare Quentin Tarantino per gli appassionati di cinema pulp. Molto celebre per il modo di trattare tematiche "scomode" in modo anticonvenzionale - leggi: sesso, religione, problemi di natura psicologica, depressione, ossessioni - ha riscontrato un grandissimo successo nel 2021 con Palepoli e nel 2019 con La musica di Marie. Il surreale è spesso presente nelle storie del magaka e non fa eccezione Amane Gymnasium, qui recensito nei primi due numeri (il terzo arriva l'8 marzo 2024): la protagonista Amane, da cui il manga prende il nome, è una stramba ragazza che ha una passione, costruire bambole d'argilla il più fedelmente possibile alla realtà. Le sue sono davvero creazioni di un'artista, con tanto di caratterizzazioni fisiche e caratteriali, e in occasione di una mostra collettiva Amane ne modella sette. Sono tutte bambole che rappresentano ragazzi adolescenti, dunque si prefigura come un tipico shōjo manga legato a tematiche sentimentali e dedicato a un pubblico prevalentemente femminile. Si prefigura, ma non è detto che sia così, perché Furuya riserva parecchie sorprese. Tanto per iniziare, le sette bambole di Amane prenderanno vita, quindi si svela già il primo nodo importante, quello tra la figura della protagonista come creatrice "divina" e i suoi "ragazzi speciali". Inoltre, come in ogni rapporto di questo tipo (genitori-figli, insegnanti-alunni) ciò che a monte viene considerato come stabilito, ovvero il rapporto di potere sbilanciato a favore di una parte, in questo manga non sarà così scontato. Tutt'altro: le sette bambole di Amane, pur rispettando in tutto e per tutto le caratterizzazioni decise in precedenza, agiranno autonomamente, svelando anche intrighi e intrecci sorprendenti. Il primo numero ovviamente ci introduce piano piano nel mondo curioso di Amane: un'impiegata timida, un po' sociopatica, pazzerella, che vive da sola in una vecchia casa ereditata dalla famiglia; la sua passione per l'arte, per il modellismo, per le bambole di bell'aspetto; la scoperta che proprio quelle bambole in realtà non sono inanimate perché l'argilla da cui le ha create è magica. Allora il secondo nodo: come comportarsi? Lasciar fluire gli eventi, pur con tutta l'incredulità e la gioia di vedere le proprie creature vive, o abbandonare la frivolezza e pensare a mettere la testa a posto? Facile, Amane non ha alcuna intenzione di abbandonare i suoi ragazzi, anzi, a un certo punto si ritrova parte integrante di quel gymnasium (collegio scolastico) che lei stessa aveva creato nella mente, su cui aveva fantasticato per anni. Le relazioni tra i sette ragazzi però non sono così semplici come apparivano su carta: certo, lei aveva definitivo minuziosamente pregi e difetti, caratteristiche fisiche, storie familiari e passioni amorose (sì, la tematica amorosa è fortemente presente, declinata in versione omo-adolescenziale) ma non era pronta ad assistere dal vivo a litigi, intrighi, desideri, brame, invidie e fragilità. Le sue bambole sono delle persone a tutti gli effetti, e come tutte le persone nascondono sorprese. Anche questo manga tratta tematiche delicate: l'omosessualità, i problemi dell'adolescenza, il rapporto genitori-figli, l'amicizia maschile (di cui si parla sempre troppo poco). Il tono è leggero ma non frivolo, irriverente, frizzante. Ogni personaggio ha i suoi pregi e difetti, li si riconosce subito in ogni scena. Amane stessa è il ritratto della fragilità e del disagio sociale: una ragazza di bell'aspetto, senza alcun problema manifesto, si rinchiude nel mondo delle bambole piuttosto che affrontare ciò che la circonda, il lavoro, un possibile spasimante, la scarsità di denaro. Uno degli altri personaggi davvero interessanti è Johan, il ragazzo bellissimo ma burbero, rabbioso, che nasconde un segreto davvero incredibile. Il suo rapporto con il compagno Felix è, a mio avviso, uno dei punti di forza del fumetto, esplorato maggiormente nel secondo numero. Se vi piacciono i manga di school life (per i nostalgici, GTO, ad esempio, o Prison School, che mi fa fare sempre grasse risate nonostante sia di qualche annetto fa) ma con un tocco contemporaneo (l'attenzione alle relazioni, la fragilità mentale, la queerness di alcuni personaggi) la storia di Amane fa per voi.
Deborah D'Addetta