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Il passato come luogo fisico: «Il volo dell’occasione» di Filippo Tuena

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Il volo dell’occasione
di Filippo Tuena
TerraRossa, ottobre 2023 

pp. 176
€ 15,50 (cartaceo)
€ 7,90 (ebook) 

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Li conosco quei tipi, quelli che vanno in cerca del passato. Quelli che inseguono una sorta di rivalsa, di vittoria contro le avversità. Innamorati del passato, vorrebbero tornare a quei tempi felici. Illusi. Non sanno che nulla è ripetibile, nulla ritorna. Perdiamo tutto, né ripossedere qualcosa che abbiamo amato ci restituisce il tempo in cui abbiamo amato.
Tutto, perdiamo tutto. (p. 12)

Questo passo, in cui risuona un’eco lontana eppure potentissima di quel «Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato» che ha reso memorabile il finale di un libro già di per sé memorabile come Il grande Gatsby, è il riassunto perfetto del libro di Filippo Tuena, edito nel 1994 da Longanesi, ripubblicato dieci anni dopo da Fazi e che qui ritroviamo nella collana Fondanti di TerraRossa, dedicata ai titoli che hanno segnato una svolta nella carriera di un autore.

Il romanzo è ambientato in una Parigi del 1993 che sembra in realtà una Parigi perduta di inizio Novecento, con i suoi café, le sue linee della metro in stile liberty, le sue strade ingombre di una nostalgia inossidabile. E qui, en passant, è il caso di sottolineare come il 1993 sembri veramente un’altra epoca per via dell’assenza di qualcosa che oggi troviamo ovunque, anche nei romanzi contemporanei: i cellulari, internet, i social network. In questa Parigi piena di spleen baudelairiano troviamo un protagonista che, nel giro di poche pagine – e di poco tempo – si fa preda di una ossessione cupissima: dare la caccia a tre fantasmi costretti a rivivere all’infinito la tragedia che ha portato alla fine della loro controparte umana. Il triangolo amoroso fra il cupo Renant, la voluttuosa Blanche e l’esotico Altay, infatti, si ripete sempre uguale a se stesso fra le strade di Parigi: cambia qualche dettaglio, si allungano a volte i tempi, ma alla fine la tragedia si ripete. E in questa tragedia ineffabile si getta il protagonista che, ammaliato da Blanche, immola la propria vita nel tentativo di farsi amare da lei – da lei che, in quanto fantasma, nessuno può amare – e si ritrova a ripercorrere anche lui gli stessi passi giorno dopo giorno.

Filippo Tuena mette in scena un romanzo a metà fra una ghost story e un noir dal sapore dolceamaro. Attraverso la narrazione, l'autore fa emergere un tema centrale come quello dell’amore ossessivo e, più in generale, del pensiero dominante – o, volendo azzardare un poco: della dipendenza – che conduce una persona a rinnegare ogni altro valore, ogni altro desiderio, per concentrarsi su un singolo aspetto della vita. Interessante è notare come, al di là della storia dei fantasmi che all’inizio non è riconosciuta come tale, non vi sia altro. La vita scorre fra le strade della città, le stagioni passano, ma sin dalla prima riga tutto ciò che importa al narratore/protagonista è questa storia, che inizia con Renant il rigattiere e finisce con Blanche l’ammaliatrice. Il resto è fuori, non considerato. Poco o nulla sappiamo della vita del protagonista prima e dopo questa storia. Egli è parte integrante della tragedia, costretto a sprofondare in un passato che non gli appartiene e dal quale, dunque, resta escluso.

Il volo dell’occasione (quell’occasione che capita solo una volta) è un romanzo breve dal forte impatto emotivo, impreziosito dall’illustrazione di Francesco Dezio che, pur presente in tutte le copertine di TerraRossa, in questo caso ha superato se stesso.

David Valentini