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Bdsm e intrighi in un bordello parigino degli anni Trenta: Hubert e Kerascoët per Bao Publishing in "La vergine del bordello"

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La vergine del bordello
di Hubert Kerascoët
Bao Publishing, giugno 2022

Traduzione di Francesco Savino

pp. 192 
€ 22 (cartaceo)
€ 10,99 (e-book)



Hubert, sceneggiatore e colorista scomparso nel 2020, famoso per l'acclamato fumetto "Pelle d'uomo", disegnato da Zanzim, nome d'arte di Frédéric Leutelie. Kerascoët, pseudonimo dietro il quale si nasconde un duo d'illustratori francesi, Marie Pommepuy e Sébastien Cosset. 
Insieme, chi nel disegno chi nella scelta dei colori, tra il 2006 e il 2009 pubblicano in Francia un fumetto che grande successo riscontrerà tra pubblico e critica, dal titolo "Miss Pas Touche", tradotto come "Signorina che non si tocca" o, letteralmente, "Signorina Non Toccare".
In Italia, Bao Publishing, già grande fan di Hubert, lo pubblica nello scorso giugno col nome "La vergine del bordello", raggruppando in un unico tomo i quattro volumi di cui originariamente era composto il fumetto, rispettivamente "La Vierge du bordel", "Du sang sur les mains", "Le Prince charmant" e "Jusqu'a ce que la mort nous sépare". Una versione definitiva dunque e integrale.
Siamo nella Parigi degli anni Trenta, la protagonista Bianca assiste all'omicidio della sorella, ma non viene creduta dalle autorità che decidono di archiviare il caso come un suicidio. Ma Bianca è convinta che a compiere l'assassinio sia stato un serial killer, conosciuto come "Il macellaio delle guinguette".
Testarda e determinata, riuscirà a seguire la pista giusta e a intrufolarsi in uno dei bordelli più chic della capitale, il Pompadour. Lì, verrà incredibilmente assunta come "vestale d'eccezione", di vergine da ammirare e non toccare, per l'appunto, fin da subito perfetta nel suo ruolo di dominatrice.
Pian piano, lavorando al bordello, comincerà a svelare il mistero dietro la morte di sua sorella e a decifrare i meccanismi nascosti che mandano avanti un posto come il Pompadour, pericoloso e insidioso. Troverà l'amicizia, persino l'amore nel personaggio di Antoine, ma non aspettatevi la classica storia disneyana: piuttosto fa sorridere quanto dei disegni così deliziosi e magistralmente resi nelle tinte e nella scelta dei colori a seconda della scena e dello stato d'animo, possano essere anche crudi, spietati, realistici.
Jo: "C'è qualcosa di strano. Il pavimento è pulito. E Annette non ha nessun segno delle frustate. Ma allora di chi è tutto quel sangue sul Signor Edouard?" (p. 79)
Grande alleata di Bianca sarà la signorina Jo, una prostituta transessuale ispirata a Joséphine Baker, uno dei miei personaggi preferiti del fumetto. Irriverente, scaltra, elegantissima, donerà alla storia un brio che ben si bilancia con il carattere impulsivo e intrattabile di Bianca.
Esplicito senza disturbare la volgarità, pieno di colpi di scena, "La vergine del bordello" è una gioia per gli occhi. Si legge davvero tutto d'un fiato e molto ricorda (forse se ne ispira) la storia di Jack Lo Squartatore in versione frenchie,  dunque c'è quel tocco di voyeurismo, di sensualità celata ma al tempo stesso poco timida (siamo pur sempre in un bordello). Inoltre, cosa non da poco, affronta in modo intelligente e delicato temi come l'omosessualità, la transessualità, i legami femminili e i legami familiari. 
Per nulla scontato, anzi, direi sorprendente, tanto da farmi venire voglia di leggere anche altre opere di tutti e tre gli autori. Consigliatissimo a chi ama le storie di mistero con una generosa dose di voluttuosità, un pizzico di bdsm e le storie d'amore impossibili. Sconsigliato invece ai bambini.

Deborah D'Addetta