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"Quintetto d'estate": l'esordio di Giuseppe Raudino che parla di formazione e crescita

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Quintetto d'estate



Quintetto d’estate
di Giuseppe Raudino
Ianeri Edizioni, marzo 2022

pp. 220
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


L’estate del diploma diventa un lungo viaggio di formazione per i protagonisti del romanzo di Giuseppe Raudino. Sono tutti giovani, Martina, Fabrizio, Ileana, Stefano e Calliroe, e si sono appena diplomati al Conservatorio Santa Lucia di Siracusa, e mentre pensano a come trascorrere il loro periodo di spensieratezza, conquistato meritatamente, arriva la proposta del loro maestro, che vuole portarli in camper a Riga, dove una sua suite per quintetto di fiati è stata premiata da una giuria internazionale. 

Saranno proprio i giovani e inesperti studenti a eseguirla, perché il vincitore ha diritto di portare dei musicisti a sua scelta. Le perplessità iniziali vengono subito fugate dal maestro, che spiega loro come la scelta sia caduta proprio su di loro, in quanto il loro essere uniti e diversi può creare l’armonia che serve alla composizione.


Nel corso di questa avventura, che è tale proprio perché mette in luce prima le peculiarità di ognuno dei protagonisti, e poi la capacità di armonizzarsi insieme, come il maestro aveva intuito, i ragazzi scopriranno dei lati del loro carattere che non conoscevano e si ritroveranno immersi nella composizione, che è essa stessa una simbiosi perfetta di elementi, di cui la stessa vita è permeata. La coppia di Fabrizio e Martina sta nascendo, quella di Stefano e Ileana forse riesce a superare le barriere sociali e gli ostacoli della famiglia di lei, mentre Calliroe sperimenta se stessa, l’infatuazione per il proprio maestro e la separazione da un padre che considera troppo giudicante e poco affettivo. 


Un elemento molto interessante nel romanzo è il costante riferimento al mondo classico, che si lega perfettamente all’atmosfera siracusana, intrisa di classicismo, insieme alla crescente consapevolezza che la propria terra d’origine, anzi la propria città, diventa un patrimonio da amare e di cui appropriarsi davvero solo nel momento in cui si cambia prospettiva, ci si allontana, si perde un po’ di se stessi e delle proprie sicurezze per conoscere infine se stessi e i propri limiti.


Altro elemento presente nel romanzo e legato alla biografia dell’autore è il ruolo dell’insegnante e la visione, alta e condivisibile, dell’insegnamento:

“Una delle prime lezioni di latino che non dimenticherò mai, e delle quali mi sono appropriato completamente, aveva a che fare con la parola ludus. Ludus vuol dire gioco, scherzo, ma anche scuola. La saggezza degli antichi legava il divertimento del gioco all’apprendimento scolastico. Imparare e divertire possono essere la stessa cosa, anzi, devono essere la stessa cosa, altrimenti è un grosso problema per chi insegna e per chi apprende”. P. 100

In definitiva, siamo davanti a un bel romanzo di formazione, inteso come crescita non solo dei giovani protagonisti ma anche di chi li guida, ma anche un inno alla bellezza della Sicilia classica e in particolare di Siracusa, che, come gli antichi ci insegnano, crea un tutto armonico a partire dai materiali di più diversi e in molti casi di risulta, spesso così lontani tra loro e così spigolosi, ma che sapientemente miscelati creano la proporzione perfetta, che diviene unicum.


Samantha Viva