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Un racconto al giorno in “Di che storia hai bisogno? Parole su misura” di Luca Chieregato

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Di che storia hai bisogno? Parole su misura
di Luca Chieregato
Mondadori, marzo 2022

pp. 230
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Respira, lascia scorrere dentro di te la domanda: di che storia hai bisogno? E preparati ad ascoltare. (p. 12)

Di che storia hai bisogno? È intorno a questo interrogativo che ruota il libro di Luca Chieregato. Una domanda che all’apparenza può sembrare banale, anzi quasi infantile, ma che nasconde molto di più. Una raccolta di racconti, ma, forse più una mappa, fatta di parole e alfabeti mescolati, che trasporta in luoghi onirici e fantastici.

Luca Chieregato, abilissimo cantastorie, ci regala cinquantacinque racconti, racchiusi in undici "Stanze" (p.12), come li definisce lui stesso: Bellezza, Lotta, Specchio, Ferita, Grazia, Rivoluzione, Penombra, Domanda, Sogno, Vertigine e Amore. Sarà davvero come entrare in una stanza, dove troverai un drago a pedali, un bambino invisibile o un ragno innamorato. Sarà come mettersi seduti e restare, in alcuni casi a bocca aperta, ad ascoltarle, tornando anche un po’ bambini. Ognuna delle stanze risponde alla domanda iniziale: che sia in chiave fantastica, onirica, personale o mitologica, ogni racconto si riallaccerà all’argomento della “Stanza”.

L’autore lascia al lettore l’autonomia di fare ciò che vuole perché la parola d’ordine di questo libro è libertà. Libertà di leggerlo, di saltare qualche storia, di aprire casualmente il volume o di cercare la stanza adatta a te: se in quel momento senti una certa inquietudine dentro, ti rivolgerai alla stanza della Lotta, se invece vuoi fare un tuffo nella bellezza, che non guasta mai, rivolgerai la tua attenzione a quelle storie. Insomma, lascia piena libertà di fruire del libro come si vuole e, soprattutto, come si sente.

Così ho voluto provare anch’io, in base all’umore o alla sensazione, nel momento della lettura, mi dirigevo verso una specifica stanza e ogni volta era un’avventura perché ti ritrovi in compagnia di personaggi e mondi all’apparenza molto distanti da te, ma che, alla fine, ti lasciano dentro una sensazione, come nel caso della storia del Povero grigio, nella stanza dello Specchio. Il Povero Grigio, il colore del fumo e delle nuvole, è triste e desolato perché è un colore che nessuno usa mai, né i bambini né gli artisti, ma che poi comprende di avere dentro di sé un’infinita varietà di colori, come un arcobaleno.

Questa è la storia del povero grigio, che scoprì grazie alle lacrime di non essere proprio poverino, ma di avere dentro di sé tanti colori, tante sfumature, come quelle dell’arcobaleno. (p. 58).

Sono solo all’apparenza storie per bambini, che sicuramente rimangono incantati quando le ascoltano, ma che, per gli adulti, nascondono profondi significati e dimostrano, anche, un sensibile occhio sociale dell’autore. Se nelle favole troviamo sempre una morale o un monito, qui nelle storie di Chieregato troviamo sempre un’attenzione verso dinamiche problematiche sempre più frequenti nei giorni nostri, come la difficoltà di accettarsi nella storia La lettera minuuuascola, nella stanza della Bellezza. La -u minuscola voleva diventare maiuscola per sentirsi come le altre vocali, ma, ovviamente, non riesce. Quando, però, le parole vanno tutte quante sottosopra, capisce che è perfetta così com’è perché senza di lei, così piccolina ma incredibilmente necessaria, tante non avrebbero più senso: 

«E la piccola u, la u minuscola, più piccola di uno spillo, di un grillo, della c di coccodrillo, disse sottovoce: -Ho capito che qui c’è bisogno di me, così come sono-» (p. 30).

 Altre, ancora, sono più generali, ma sempre attuali, come in La Macchia Nera: la storia di una ferita o di un dolore, che se non risolto, ricopre, appunto come una macchia, tutto il cuore e la serenità. Dietro, dunque, una storia si nasconde un significato universale, travestito con modi e atmosfere favolistiche.

Non solo però favole o fiabe, ma anche ballate, filastrocche e stornelli nei quali gioca un ruolo importantissimo, la linguistica, poiché essendo l’autore, un cantastorie, le parole sono il suo pane quotidiano. Chieregato gioca con le desinenze, scardina le lettere, rompe e ripara i suffissi e le desinenze. Tutti quanti diventano personaggi antropomorfizzati, mostrano il loro carattere con pregi e difetti, come nel caso di –accio, suffisso peggiorativo nella lingua italiana. Nella storia “Il tenero –accio”, però, al suffisso, deriso e preso in giro, gli viene incontro l’abbreviazione –abbr e insieme formeranno una parola dolcissima, “abbraccio”.

Il tenero –accio, questo si sa,
è straniero in patria, non è una novità.
Reietto e maledetto dalla lingua italiana,
quando arriva lui quasi ogni parola frana.
Trasformare le cose in modo sprezzante
è compito ingrato, persino umiliante;
(p. 92)

Insomma, ogni parola, suffisso o desinenza, non escluso l’alfabeto, è protagonista della sua storia a cui Chieregato dà vita, quasi fosse una persona. Ed è nel sottotitolo, Parole su misura, che si trova il senso di questo libro, perché chi lo leggerà troverà la sua misura, la sua storia o la sua parola, insomma troverà il suo modo. Di che storia hai bisogno è uno di quei libri che andrebbero tenuti sul comodino, aperti la sera, anche casualmente, perché non guasta, ogni tanto, allontanarsi dalla nostra quotidianità e tirare, almeno per il tempo di una storia, un sospiro di sollievo, avventurandosi in storie dolci, tenere e, assolutamente, non superficiali. 

Giada Marzocchi