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"Lotte e metamorfosi di una donna": il libro di uno scrittore e di un figlio su una madre che diventa libera

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Lotte e metamorfosi di una donna
di Édouard Louis
La nave di Teseo, ottobre 2021

pp. 128
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Raccontare la vita di una madre è cosa non facile perché tutti i figli nutrono in sé, in qualche modo, la sensazione che la madre esista dal momento in cui esistono loro e quindi c'è sempre un prima che sono chiamati a immaginare.
In un racconto a due tempi si devono quindi coniugare due dimensioni - l'esistere della donna e l'esistere della donna-madre - che non sempre sono in equilibrio tra di loro. In letteratura la necessità di raccontare la madre è una tensione interiore che ha dato esito a libri commoventi come Una donna di Annie Ernaux, per citarne solo uno. Per la scrittrice francese la scomparsa della figura materna coincide con il momento in cui si parte per cercare di costruire una verità su di lei, una verità fatta di parole.
Nel momento in cui la si perde, la si ritrova nella scrittura e la si ricostruisce per abbracciarla in un unico nuovo sguardo.
Un'operazione simile è quella che compie Édouard Louis con il suo nuovo Lotte e metamorfosi di una donna. Scrittore francese finalista al Premio Goncourt Opera Prima nel 2014 con Il caso Eddy Bellegueule, un romanzo autobiografico che ha conquistato stampa e lettori, intreccia spesso nella sua produzione i temi della famiglia e della denuncia sociale. Si evince in modo molto chiaro come la famiglia sia per Louis il punto di osservazione di un contesto socio-economico non facile, il luogo nel quale l'identità del singolo si forma e si confronta con un mondo che infondo è fatto di lotte. Le stesse che si trova a compiere la madre Monique che ha vissuto la propria esistenza stretta tra la povertà, le violenze degli uomini, il bisogno materiale ed emotivo. Con una prosa essenziale, scarna al punto da apparire in certi passi scavata, l'autore ci porta dentro a una vita femminile come tante. Monique nasce nella periferia di un grande agglomerato urbano nel nord della Francia, sogna di diventare cuoca ma a soli sedici anni deve abbandonare gli studi alberghieri perché rimane incinta. Il padre, che presto diventerà alcolizzato e violento, rientra a notte fonda ubriaco tutte le sere. Servono coraggio e una seconda figlia prima di riuscire a lasciarlo.
A soli ventitré anni è già una donna schiacciata dalla condizione di madre che ha un solo desiderio: tornare indietro nel tempo. Édouard nasce dopo, da un altro uomo che presto la delude, ancora. Il rapporto tra i genitori è raccontato dall'autore come una relazione scandita dall'umiliazione. Il suo sguardo ha registrato dialoghi e voci e occhiate che sono difficili da dimenticare e che ora diventano materiale letterario:
Era sicura di meritarsi un'altra vita, una vita che stava da qualche parte, astrattamente, in un mondo virtuale, che le sarebbe bastato un niente a sfiorarla, mentre nel mondo reale la sua era quello che era solo per caso. (p. 43)

Lotte e metamorfosi di una donna, come anticipa il titolo, è il racconto di una vita che a un certo punto cambia come cambiano all'improvviso alcune vite.
Come nei racconti antichi, la madre si trasforma in una creatura che non era stata fino a quel momento: libera. La liberazione passa attraverso la ricerca di un lavoro, la conquista di un'autonomia e un nuovo dialogo con il figlio, che nel frattempo ha iniziato a cercare se stesso in un mondo cittadino fatto di studio, nuove relazione ed equilibri sociali. Louis non nasconde la vergogna e il senso di colpa che provato spesso nei confronti della madre, sentimenti che emergono potenti dalle pagine e che molti figli fanno fatica ad ammettere di provare. Dirlo ad alta voce è un po' rinnegare se stessi. 
Fino a un certo punto di questo libro l'impressione è che lo scrittore-figlio abbia registrato e trascritto quanto accaduto e che oggi ce lo riproponga in presa diretta dentro immagini che fanno male. Da un certo momento in poi cambia direzione e sembra che madre e figlio scrivano un nuovo pezzo di storia, insieme
Il romanzo lascia spiazzati perché è fatto di quadri isolati; è come entrare dentro il caos di una vita vedendone solo alcune scene. Da lì l'impressione di vuoto - visibile anche nella struttura materiale della pagina - che ti coglie mentre entri a contatto con queste esistenze. Quello che ho trovato particolarmente potente è la proposizione ideale che lo scrittore consegna al lettore all'inizio del libro quando afferma che scrivere della madre è scrivere contro la letteratura
La sua letteratura è piena di sentimenti che traboccano, somiglia a un manifesto politico perché affilata come la lama di un coltello, parla di corpi umiliati, discriminati, offesi.
Sono quelli delle tante donne che non hanno trovato alcuna forma di libertà e anche il corpo del sé ragazzino che scopre l’omosessualità e ha paura di raccontare se stesso. Eccola che ritorna, la tensione tra l'essere il mondo che la letteratura non risolve, ma al contrario esaspera e satura di nuovi colori e di nuovo sentire.
Scrivere e lottare, scrivere è lottare.



Claudia Consoli