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La fatica di diventare sé stessi. "La nostra furiosa amicizia" di Rufi Thorpe

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La nostra furiosa amicizia
di Rufi Thorpe
Bollati Boringhieri, 2021

Traduzione dall’inglese di Claudia Durastanti

 

pp. 344 

€ 17 (cartaceo)

€ 3,99 (ebook)



La nostra furiosa amicizia (The Knock Down Queen) tradotto da Claudia Durastanti è il battesimo italiano di Rufi Thorpe – nuova promessa della narrativa americana – con la casa editrice Bollati Boringhieri. Ambientato in un ‘tempo’ caro all’autrice, l’adolescenza, nel primo decennio degli anni Duemila a North Shore, una cittadina della California.

Con un punto di vista interno, che è quello del protagonista Michael, Rufi Thorpe racconta il disagio dell’essere giovani, dover gestire il proprio corpo, i rapporti sempre complessi con i genitori e il mondo. Ma come il titolo stesso suggerisce, il romanzo racconta soprattutto di un’amicizia, che nella traduzione italiana è detta furiosa, da intendersi nell’accezione di travolgente, passionale ma non violenta, tutt’altro. 

Bunny e Michael, una per la sua grandezza eccessiva, l’altro per la sua omosessualità, sono considerati ‘diversi’ dai loro compagni del liceo; entrambi hanno famiglie difficili alle spalle e due padri alcolisti: il padre di Michael è sparito dopo la condanna della moglie, mentre il padre di Bunny è un uomo che si è arricchito illecitamente e ha con la figlia un rapporto opportunista. Le madri sono figure assenti. In un contesto che è quello di un liceo californiano, popolato quasi esclusivamente da bianchi, un’amicizia travolgente lega i due ragazzi in un difficile percorso di conoscenza di sé e dell’altro.

Bunny e Michael sono due personaggi regolari nel loro essere adolescenti, nonostante loro pensino il contrario; non sanno di preciso cosa sia bene e cosa male, vivono quell’età, in cui, d’altronde,  non si ha un’idea chiara del posizionamento; entrambi, vengono in qualche modo bullizzati, Bunny – the knockdown queen – perché riesce a sollevare un ragazzo come fosse una bambola, Michael perché omosessuale. Senza consapevolezza, i due personaggi sono belli, di una bellezza anticonvenzionale, eppure vivono a pieno quello che il periodo in cui è meno facile accettarsi, allora spesso amano trasformarsi in qualcos’altro. Per gioco si travestono da adulti, fino a quando adulti lo diventano per davvero.

Il romanzo di Rufi Thorpe indaga i rapporti umani rendendoli palpabili, condivisibili. Con gran ritmo narrativo, le pagine scorrono come in un film tutto americano, il linguaggio veritiero è quello dei corridoi di un liceo, della stanza che odora di tabacco, delle automobili dove si consumano i primi rapporti sessuali, delle palestre della scuola e degli spogliatoi; e poi c’è un linguaggio privilegiato, quello dell’amicizia tra i due protagonisti, che esclusiva e furiosa insieme, sa ‘colpire’.

Le rose in copertina, un po’ stropicciate fanno subito pensare a qualcosa che fa le grinze ma poi rimane bella uguale, qualcosa che si ama, anche se cambia aspetto. E La nostra furiosa amicizia, è un romanzo di formazione che racconta questo tipo di amore amicale, totalitario e stropicciato. 

C'è un percorso di crescita, che parla di violenza oltre che di amicizia, violenza psicologica a volte, violenza fisica anche; tematica che viene fuori dalle vite complicate dei protagonisti, senza esasperazione. E c’è infine, una ‘violenza’ che può essere altrettanto intollerabile, quella dell’adolescenza: la più grande fatica per diventare sé stessi. 

Si trattava di trovare una profonda autenticità attraverso l’artificio, e in questo senso per me era qualcosa di paradossale e quindi di inebriante. Dire la verità mentendo. Questo significava essere veri, almeno per me.

 

Isabella Corrado