in

#inchiostronero - Piccola Guida alle mostre d'arte dedicate al Black History Month

- -
Image courtesy Othello De'Souza-Hartley ©


Piccola Guida alle mostre d'arte dedicate al Black History Month

Quest'oggi, per chiudere febbraio, dedicato al Black History Month, vi proponiamo una selezione delle attuali proposte culturali, dedicate dalle Gallerie, Fondazioni e Musei di tutto il mondo, all'iconografia e cultura del continente africano e agli artisti internazionali, la cui opera riflette la profonda riflessione intorno alle dinamiche della diaspora, razzismo e oppressione.

Zanele Muholi
Tate Modern, Londra
Fino al 31 Maggio 2021

Presso la Tate Modern è esposta la prima grande mostra dedicata all’opera dell’artista e attivista Zanele Muholi. Mondialmente acclamato, il fotografo presenta oltre 260 immagini dell’intera produzione artistica personale, che documentano e celebrano la vita delle comunità lesbiche, gay, trans, queer e intersessuali del Sud Africa.

Nella prima serie Only Half the Picture, Muholi documenta momenti di intimità della sua comunità LGBTQIA, dopo gli eventi traumatici e la promessa di eguaglianza della costituzione del Sud Africa del 1996. Brave Beauties celebra le persone emancipate non binarie e le donne trans, mentre Faces and Phases i protagonisti sono coraggiose persone costrette a rischiare quotidianamente la propria vita vivendo autenticamente di fronte all'oppressione e alla discriminazione. Somnyama Ngonyama (Ave, Re Leone Nero) è un’analisi autobiografica, in cui le immagini esplorano le tematiche del lavoro, razzismo, eurocentrismo e la politica sessuale.

Anomalies di Omar Ba
Galerie Templon, 13 Rue Veydt I, Bruxelles
Dal 4 Febbraio al 27 Marzo 2021

Anomalie è il titolo della nuova mostra che la Galerie Templon di Bruxelles dedica all’artista Omar Ba. Apre l’esposizione una serie di ritratti di capi di stato immaginari, che propongono al visitatore un intreccio di riferimenti mitologici e onirici, attraverso i quali l'artista denuncia sottilmente la leadership di regimi politici insidiosi, mentre dall’altra parte un altro gruppo di opere evoca l'attuale pandemia. Omar Ba si interroga sulla rappresentazione attuale dell’individuo, smascherando le crepe nel nostro ambiente sociale e mentale ed esaminando le contraddizioni dei nostri valori materialistici di libertà e realizzazione. Scartando i codici della pittura tradizionale, l’artista dipinge direttamente su rotoli di tela nuda o su grandi scatole di cartone poste a terra. Inizia usando la vernice nera per preparare sfondi opachi e uniformi prima di popolarli con una profusione di esseri fantastici, in parte umani, in parte animali o vegetali.

L’astro nascente della scena artistica africana è protagonista di una serie di collezioni prestigiose, tra cui il Centre National des Arts Plastiques in Francia, la Collection Nationale Suisse in Svizzera e il Louvre di Abu Dhabi.

(Foto: Man and Superman, II. Courtesy of Omar Ba ©)

L'Afrique dans tous ses états d'art
L'Africa in tutti i suoi stati d’arte - Un programma di mostre ed eventi dedicati alla Stagione Africa2020, presso il Museo Les Abattoirs, Tolosa

Un programma completo di mostre e incontri, a cura di Missla Libsekal e Annabelle Ténèze, per offrire una panoramica della creazione artistica africana ed offrire una riflessione sulla nozione di narrazione. La trasmissione di conoscenze, pensieri e ricordi all’interno di un mondo globalmente trasformato. Il punto di partenza poetico della mostra è una riflessione del cineasta senegalese Djibril Diop Mambéty intervistato in La grammaire de ma grand'mère (1996) da Jean-Pierre Bekolo, regista camerunese.

Gli artisti africani si interrogano ben oltre lo Stato dell'Africa, trovando risonanze in Francia e nel resto del mondo. Nell'ambito della stagione Africa2020, con il supporto di AFD e del Gruppo Sipromad, presso Les Abattoirs di Tolosa, sono esposte le opere della ricca collezione di Artisti africani e delle mostre allestite " Under the wire: fabric art nelle collezioni di Daniel Cordier e Les Abattoirs " e " Les statues also die “ visitabili fino al 22 agosto 2021.

Tra questi Ahmed Badry (Egitto), Christo Coetzee (Sud Africa), Safaa Erruas (Marocco), Lawrence Lamaoana (Sud Africa), Senzeni Marasela (Sud Africa), Zanele Muholi (Sud Africa), Amina Zoubir (Algeria), Fatima Mazmouz (Marocco / Francia), Myriam Mihindou (Gabon / Francia), e molti altri.


Lost and Looking
Mostra collettiva con Theaster Gates
Lubeznik Center for the Arts, Michigan City, Indiana
Fino al 5 Giugno 2021 

Theaster Gates è protagonista della mostra collettiva Lost and Looking, presso il Centro delle Arti di Lubeznik, in Michigan. L’esibizione affronta le tematiche del ricordo, della perdita attraverso l’analisi del passato e futuro dei luoghi, nonché di come essi influenzino la nostra percezione. Una memoria collettiva esplorata dagli artisti selezionati in mostra, che riflettono sulla veridicità dei ricordi e sulla rielaborazione romanzata di questi stessi. L’evoluzione dei paesaggi, la ricerca di significati al di là della mera rappresentazione estetica, attraverso un’analisi concettuale che trascende il tempo e spazio.

Theaster Gates, foto di Elena Arzani ©


Grief and Grievance
Mostra collettiva con Theaster Gates
New Museum, New York
Fino al 6 Giugno 2021

Grief and Grievance (Dolore e lamentela) espone una rassegna di opere selezionate a partire da Jean-Michel Basquiat ad Ellen Gallagher e Theaster Gates. La mostra, inizialmente ideata dal curatore Okwui Enwezor (1963-2019), ha un carattere intergenerazionale e riunisce trentasette artisti multimediali, che hanno affrontato il concetto di lutto, perdita e commemorazione come risposta diretta all'emergenza nazionale della violenza razzista subita dalle comunità nere in tutta l'America. Le opere esposte, alcune delle quali create specificatamente per l’evento, esaminano la delicata gamma di sentimenti interrazziali.

(Foto: Theaster Gates fotografato da Elena Arzani ©)


Keep Going!
di Kenny Dunkan
Les Filles du Calvaire, Parigi
Dal 6 Marzo 2021

Keep Going! marca la prima mostra personale di Kenny Dunkan alla galleria Les filles du calvaire di Parigi. Ex residente di Villa Medici, l’artista propone un viaggio tra immagini, sculture e video, che attingono alla cultura visiva dei Caraibi e in particolare ai carnevali, periodi di inversione di ruolo sociale, culturale e politico. Le opere di Dunkan affrontano l’analisi del patrimonio coloniale francese e la persistenza dei suoi modi di rappresentazione, partendo dall’indagine personale sul corpo nero, messo in scena attraverso video e performance, sculture ed assemblaggi. Attingendo alla cultura, alla moda e al design caraibici, Dunkan sviluppa un'opera performativa e ibrida che mette in discussione l'eredità coloniale e l'identità frammentata.

(foto: Kenny Dunkan, Affinities are miracles, 2019. Courtesy of the artist ©) 


Massimo Kaufmann e Gonçalo Mabunda
Galleria Giovanni Bonelli, Milano
Fino al 3 Aprile 2021

Curata da Giorgio Verzotti, la nuova mostra, che inaugura la stagione espositiva 2021 della Galleria Giovanni Bonelli, mette in dialogo 8 dipinti di Massimo Kaufmann, esponente della Transavanguardia ed Arte Povera italiana, e le sculture dell’artista mozambicano Gonçalo Mabunda.

Queste ultime, 10 maschere e 4 troni, rappresentano la cifra stilistica di Mabunda, che nel 2019 ha rappresentato la sua nazione alla Biennale d’Arte di Venezia, con opere realizzate con qualsiasi tipo di scarto bellico, retaggio dei sanguinosi anni della guerra civile in Mozambico, a cui affida nuovi significati e valori simbolici. Il risultato è un corpo di opere estremamente contemporanee, che offrono al visitatore l’opportunità di riflettere sulle tematiche della guerra e morte.

Dall’altro lato, le intense atmosfere pittoriche di Massimo Kaufmann, la resa cromatica della stratificazione di sfumature e pigmentazioni complesse saturano la superficie dell’opera, analizzando il continuum del processo creativo.

“I have this memory but it’s not my own”
Mostra Collettiva, Galerie Cécile Fakhoury
Fino a fine Febbraio 2021

Visitabile ancora per qualche giorno, la mostra collettiva “I have this memory but it’s not my own” organizzata dalla Galerie Cécile Fakhoury, durante la partecipazione alla terza edizione di 1-54 Marrakech, espone gli ultimi lavori di artisti di diverse generazioni, da Aboudia, Vincent Michéa, Sadikou Oukpedjo e Ouattara Watts. Esposte nelle maestose sale dello storico hotel La Mamounia di Marrakech, la mostra propone una riflessione sulle nostre esistenze contemporanee, partendo dalle “architetture” di cui sono composte, intese sia come spazi concettuali ed "Architetture del sé", sia come opere fisiche e concrete. L’architettura, principio di organizzazione di un tutto e strutturazione di uno spazio, è analizzata da una giovane generazione di artiste femminili della diaspora, nella pluralità dei suoi sensi. Le disposizioni strutturali del continente africano, l'identità, la simbologia, storica e culturale ereditata, ma anche creata da noi stessi.

La mostra fa parte della nona edizione del Partcours di Dakar, che riunisce quasi 25 luoghi d’arte ed il cui obiettivo è far conoscere meglio la città e le sue periferie attraverso i luoghi di interesse artistico che la animano.





HOW TO BE ENOUGH
 di ruby onyinyechi amanze
Collezione Maramotti, Reggio Emilia
Dal 21 febbraio al 25 luglio

La Collezione Maramotti di Reggio Emilia presenta "HOW TO BE ENOUGH di ruby onyinyechi amanze", artista emergente di origine Nigeriana, ampiamente esposta a livello internazionale, che ha realizzato un’opera site-specific di 18 metri lineari. How to be enough si compone di grandi “affreschi su carta”, all’interno dei quali una serie di elementi e personaggi, nati dalla creatività di Ruby, danno vita a un vocabolario di simboli narrativi che si intrecciano dilatando la percezione dello spazio, amplificando i sensi della vista e del tatto. Ruby, che vive e lavora tra Philadelphia e New York, ha maturato un rapporto di profonda familiarità con diversi luoghi nel mondo, durante i suoi soggiorni e viaggi, da cui ha attinto l’ispirazione artistica ibrida e frammentata. Amante della danza e coreografia, Ruby sarà protagonista a Giugno di una performance, presso la sede stessa della Collezione Maramotti. Nelle sue opere, la scelta di cromie fluorescenti, fondali dalle sfumature bianche, soggetti architettonici, con un rimando costante all’elemento dell’acqua, suggeriscono un ritmo, quasi sonoro, allo spazio. Complici le raffinate scelte di composizione e taglio, i soggetti sembrano fluttuare all’interno dell’intera stanza, acquisendo inaudita tridimensionalità.

(Foto: Ruby Onyinyechi Amanze. Courtesy Collezione Maramotti © 2021)

Elena Arzani
@arzacurates