in

Una battaglia contro i pregiudizi e le norme culturali e storiche: "Quello che non abbiamo ancora capito dei maschi" di Michael R. Reichert

- -

Quello che non abbiamo ancora capito dei maschi
Guida per crescere giovani uomini nel mondo di oggi
di Michael R. Reichert
Feltrinelli, 2020


pp. 320

€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Serve una guida per crescere giovani uomini nel mondo di oggi? 

La risposta arriva dall’America, più precisamente dalla ricerca condotta dal Dottor Michael R. Reichert, autore del libro “How to raise a boy”, che nel 2019 ha scalato tutti gli indici di gradimento dei manuali dedicati al mestiere di genitore. La versione italiana, Quello che non abbiamo ancora capito dei maschi, recentemente pubblicata da Feltrinelli, ci permette di affondare lo sguardo sulle scoperte effettuate da Reichert, che si prefiggono di scardinare dogmi secolari, attingendo alle attuali teorie psicologiche e neuroscientifiche. 

Michael C. Reichert studia e lavora da oltre trent’anni con i bambini in un’ampia varietà di contesti. Ha fondato e dirige il Center for the Study of Boys’ and Girls’ Lives dell’Università della Pennsylvania. Psicologo clinico specializzato nello studio dei ragazzi e degli uomini, ha condotto approfondite ricerche su scala globale, concentrandosi sulle risorse per il loro sviluppo e su come aiutare scuole e organizzazioni a superare miti e pregiudizi ormai datati che finiscono per minare le possibilità dei bambini. 

Il valore di questo studio, analogamente a molte altre ricerche di indagine sull’identità e il comportamento, è quella di portare luce e comprensione sullo sviluppo della personalità in un contesto complesso come quello della cultura contemporanea. Si pensi, ad esempio, che diversi studiosi hanno ipotizzato in tempi moderni una nuova forma di intelligenza, che, assorbendo la miriade di informazioni del caotico mondo digitale, perde la connotazione di unicità caratteristica dell’individuo, per divenire universale. Un concetto complesso, che necessita sicuramente di ulteriore sviluppo, ma che pone sicuramente l’accento sull’intricata rete di connessioni contemporanee, tra informazioni, sollecitazioni e esposizione mediatica, che scuotono l’individuo costantemente, ridisegnando i confini della sua personalità. 

Si tratta di un cambiamento epocale nei rapporti tra le persone e nel modo di fruire la vita stessa, che richiede la necessità di adattarsi velocemente al nuovo stile, senza tuttavia la possibilità di attingere al passato e a teorie comportamentali pregresse. L’evidente frustrazione, derivante dalla costante ricerca obbligata di equilibrio armonico, presenta la necessità di individuare quei processi mentali, condizionamenti e fattori che possono indicare la miglior via da seguire all’interno dei diversi ruoli sociali. 

Il distacco generazionale, oggi più che mai, rende spesso incomprensibili le dinamiche che sottendono la pacifica esistenza dell’individuo. Basti pensare che la Generazione X dei nati a cavallo tra il 1965 e il 1980: è stata la prima a metter mano a un PC e, in un brevissimo lasso di tempo, si è ritrovata a fare i conti con la digitalizzazione del mondo intero. Uno stravolgimento culturale senza precedenti nei secoli di storia della specie umana. Chi è nato prima di queste date, scarsamente utilizza i metodi di comunicazione moderna; viceversa le nuove generazioni z e y non hanno nessuna memoria di una qualsivoglia esperienza pre-digitale. 

Pertanto la ricerca di Reichert è un valido supporto, utile a colmare il gap generazionale, avvicinando i diversi componenti della famiglia e non solo, fornendo strumenti di comprensione e suggerendo metodi di comportamento corretti per “accumulare un capitale relazionale”. Reichert sostiene che positive relazioni con i genitori, mentori, amici e insegnanti giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio dei ragazzi, perché costituiscono un rifugio sicuro, in grado di rafforzare la fiducia in se stessi e il carattere. L’accettazione della personalità del bambino da parte di questi soggetti e il vincolo di sincero affetto che li lega aiuta il futuro ragazzo a far fronte alle pressioni culturali dell’esterno, pertanto Reichert fornisce strategie lungo l’intero asse del libro, per stabilire solidi legami. 

I diversi capitoli passano in rassegna spinose tematiche, tra cui il bullismo, la violenza, l’eccitazione per il mondo digitale, affrontando i limiti imposti ai ragazzi, al fine di crescere uomini buoni."a Una battaglia contro le credenze e le norme culturali storiche, che utilizza la scienza al fine di far progredire l’educazione dei bambini. 

In un panorama in cui la violenza domestica e il femminicidio campeggiano in prima pagina, non è affatto superfluo analizzare con dovizia di particolari gli aspetti che possono dar vita a questi fenomeni, partendo proprio dalla giovane età. 

Ben lontano dal puntare il dito, Reichter aiuta i genitori a comprendere l'importanza di aiutare lo sviluppo nei bambini di una sana mascolinità basata sull’amore e sulla comprensione, come risposta a una “mascolinità tossica”, in conflitto con il femminismo, che necessita di liberarsi dalle catene del patriarcato. Distillando una serie di consigli pratici in forma di lezioni, il ricercatore e papà americano guida il lettore attraverso un viaggio educativo, che trova la sua naturale conclusione nel capitolo “uomini buoni e giusti”. È questo, in definitiva, lo scopo ultimo del manuale, ossia fondere la ricerca scientifica all’amorevole professione di genitore, al fine di liberare il pieno potenziale dei futuri uomini, rispettando la natura ed identità dei bambini.

Elena Arzani
@arzanicurates


Visualizza questo post su Instagram

La ricerca di #MichaelReichert in "Quello che non abbiamo ancora capito dei maschi", uscito da poco per #Feltrinelli, è un valido supporto, utile a colmare il gap generazionale e a fornire strumenti di comprensione e metodi di comportamento corretti per “accumulare un capitale relazionale”. Reichter accompagna i genitori a comprendere l'importanza di aiutare lo sviluppo nei bambini di una sana mascolinità basata sull’amore e comprensione come risposta a una “mascolinità tossica”, in conflitto con il femminismo, che necessita di liberarsi dalle catene del patriarcato. Distillando una serie di consigli pratici in forma di lezioni, il ricercatore e papà americano guida il lettore attraverso un viaggio educativo, che trova la sua naturale conclusione nel capitolo “uomini buoni e giusti”. È questo, in definitiva, lo scopo ultimo del manuale, ossia fondere ricerca scientifica all’amorevole professione di genitore, al fine di liberare il pieno potenziale dei futuri uomini, rispettando la natura e identità dei bambini. Sul sito trovate la recensione di @arzanicurates! #CriticaLetteraria #instalibri #instabook #inlibreria #daleggere #book #bookstagram #bookish

Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: