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#CritiCOMICS - A tu per tu con Nadia Sgaramella e la "nouvelle vague" delle principesse britanniche

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Nadia Sgaramella e Le nuove principesse
Con il suo Le nuove principesse Nadia Sgaramella ha arricchito la collana Per Aspera Ad Astra della casa editrice Hop! di un contributo solo apparentemente antitetico rispetto allo spirito di un progetto incentrato sulle biografie di quelle donne che hanno saputo (o ancora sanno) incarnare lo spirito del motto latino. Sì, perché anche le sorti di Lady Diana, Kate Middleton e Meghan Markle - ovvero le tre dame che, ciascuna a suo modo, hanno fatto la rivoluzione all'interno della monarchia britannica - sono tutt'altro che ascrivibili alla categoria dei destini rosei, pacifici o pacificati. La nostra redattrice Cecilia Mariani, che per noi ha letto e recensito l’albo, ha fatto sei domande alla talentosa illustratrice per conoscerla meglio a partire da questa sua importante prova in volume.

1) Ciao Nadia, e complimenti per il tuo lavoro per Hop!: non deve essere stato semplice esordire in volume con ben tre “biografate” di cui rendere conto attraverso le immagini! La prima cosa che vorrei chiederti è di presentarti ai lettori e alle lettrici di Critica Letteraria scegliendo uno o più aspetti delle personalità di Diana, Kate e Meghan che in qualche modo senti anche tuoi, e svelandoci anche quali loro caratteristiche non ti appartengono ma ti piacerebbe avere.

Cari lettori e care lettrici. Felice di presentami! Direi che non è stato facile approcciarmi a un lavoro simile, soprattutto considerando il fatto che in gioco c’erano tre vite da interpretare, ma ancor prima da conoscere. D’altronde Lorenza, l’editor della Hop!, mi aveva anticipato che non sarebbe stato un lavoro facile. Non conoscevo le tre donne che ho illustrato, nemmeno Diana, di cui mi è giunta nel corso degli anni un’immagine intermittente e poco aderente alla realtà. Un aspetto della sua personalità che sento anche mio? Probabilmente una fioritura matura, sopraggiunta con un colpo di coda nel corso degli anni, la scoperta che un lato della sua anima sapeva anche di ribellione e di riscatto. Mi sarebbe piaciuto avere un’infanzia aristocratica come la sua, vivere in quei luoghi, magari con qualche sprazzo di felicità in più rispetto alla sua, questo sì. Kate. Probabilmente con la sua personalità ho in comune una certa attitudine allo sport. Il suo spirito è atletico come le spalle celate sotto quegli outfit impeccabilmente british. Quello che non ho di Kate e vorrei avere? Con un pò di ironia direi un marito che diventerà Re e una madre  illuminata da lampi di genio imprenditoriali Meghan. Lei è probabilmente, per me, la figura più ambigua. Donna in carriera, una vita che all’improvviso ha subìto una virata aristocratica e si è trasformata in una cronaca incessantemente tinta di rosa. Non so cosa ho in comune con lei, forse una tempra volta a un equilibrio di scena. Trovo che lei, più di Kate e di Diana, possa godere dei lati positivi di essere lì dov’è. E lo ha capito molto bene.


2) A tutta prima, il confronto tra Diana e le sue due nuore sembrerebbe impari; uno sbilanciamento che si percepisce anche nelle proporzioni del volume, dedicato quasi per metà alla “principessa del popolo” che dopo decenni ancora non smette di ispirare generazioni di donne più o meno giovani. Se è vero che ci sono ovvie ragioni per cui ciò accade, in che misura credi che Kate e Meghan possano essere punti di riferimento alla pari della tanto amata suocera e oltre le mere questioni estetiche e di rappresentanza?

In realtà non ho mai creduto che Diana fosse un punto di riferimento. Piuttosto una figura che ad in un certo momento della sua vita ha saputo “catturare” e capire come farsi ben volere dall’intero mondo. Ci sono persone che nascono con una virtù definita e imperante. Credo che Diana fosse un’anima luminosa e carismatica, il tutto ingigantito da una risonanza mediatica mondiale, che ha minato il suo privato a cui nessuno sembrava essere interessato sinceramente. Kate e Meghan sono consapevoli di non poter competere con l’icona della loro suocera. Piuttosto penso siano proiettate a trovare una propria strada comunicativa; sintetizzerei così i loro ruoli.

Nadia Sgaramella_Le nuove principesse_Lontano da casa

3) Parlare di principesse, oggigiorno, è diventato piuttosto impopolare: alle bambine si offrono modelli più emancipati rispetto a una fanciulla fortunata in virtù dei nobili natali oppure graziata dall’arrivo di un corrispondente principe che darà finalmente un senso alla sua vita. Nel tuo immaginario infantile, adolescenziale o attuale ci sono state o ci sono principesse dalle quali hai tratto o trai ispirazione?


Nel corso della mia vita sono passata dall’immagine che la Nadia adolescente aveva della principessa in abito largo, tiara e carrozza, a qualcosa che crescendo ha lasciato spazio a  figure dalle fattezze aristocratiche, immerse in un mondo che solo dopo ho saputo riconoscere come Art Déco. Ad oggi è la mia massima espressione di eleganza, quando ho bisogno di ispirazione guardo vecchi poster pubblicitari che i grandi maestri triestini dei primi del XX secolo hanno saputo realizzare. Non mi rivedo in una principessa in particolare, sono piuttosto attratta dal lato estetico e dal peso che questo ha su una donna posta sotto i riflettori in ogni momento pubblico e di rappresentanza della sua giornata. Cerco sempre di ravvisare nelle donne aristocratiche di oggi o alle quali il destino ha conferito un titolo, qualcosa dei vecchi decenni ormai passati, a cui mi sento profondamente legata. Ma il mio è più un richiamo estetico, lo devo ammettere :)

4) Avere sangue blu o diventare parte di una casata reale ha molto a che fare con ragioni di immagine, specie quelle legate all’etichetta, anche se i flash dei fotografi ufficiali fanno i conti con quelli della stampa scandalistica e gossippara (la stessa che per tutta la vita, non a caso, ha funestato i nervi della povera Diana). A quali fonti visive hai attinto per dare vita alle tue tavole? In alcuni casi si riconoscono scatti che hanno fatto il giro del mondo, in altre si percepisce un’interpretazione più personale che sembra rimandare a stati d’animo più intimi e privati: ci dici qualcosa di più in proposito?

Questa domanda mi piace tanto! Se avessi potuto scegliere la cifra stilistica con cui rappresentare queste donne, avrei optato per una mano più digitale, meno vocata alla ritrattistica tradizionale. Ma mi sono subito resa conto che per una biografia simile l’approccio classico era quasi inevitabile. Lorenza, che mi ha guidato in questa difficile avventura, è stata giustamente esigente, pur riconoscendo che la mia mano non fosse propriamente quella richiesta per le Principesse. In generale credo che Diana, differentemente dalle altre due, sia di fatto portatrice di una storia più ricca, che mi ha consentito di sublimare momenti della sua vita; il melodramma e quell’aspetto per così dire “mitizzato” di una personalità celebre, da un punto di vista creativo possono significare tanto. Per questa ragione, penso, in certe tavole c’è un po' più di me. Kate e Meghan non mi hanno ispirato questo, considerando anche il fatto che avrei dovuto prendere ispirazione da alcuni momenti iconici delle loro vite, intessute in quegli ambienti e in quei colori. Prescinderne risultava complesso. Alcune tavole mi piacciono particolarmente, ad esempio Nella buona e nella cattiva sorte, Lontano da casa, Carlo, La bulimia, Una spinta al destino, Distanze e scandali, Blind date regale e Lungo la navata. Se ci penso, sono tavole pensate ad occhi chiusi, senza condizionamenti fotografici, a loro modo decontestualizzate.
Nadia Sgaramella_Le nuove principesse_Una spinta al destino

5) Se avessi la possibilità di fare una domanda a ciascuna delle tre “nuove principesse”, che cosa chiederesti loro?

Non saprei…
A Diana forse chiederei se ha mai immaginato di avere accanto a sé, nei molti momenti duri, una presenza invisibile e che tipo di persona questa fosse. A Kate chiederei se c’è qualcosa che ha sempre amato fare e alla quale, da quando è principessa, ha dovuto rinunciare. A Meghan chiederei per cosa vorrebbe essere ricordata, dal popolo inglese, così attento all’etichetta e alla storia della famiglia reale. Davvero piccole
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curiosità.

6) Se pensi ai volumi della collana Per Aspera Ad Astra già pubblicati, quale altra biografia ti sarebbe piaciuto illustrare? E se dovessi scegliere tra qualche altra testa coronata, del presente come del passato, su chi ti piacerebbe lavorare? Infine: ti va di darci qualche anticipazione sui tuoi progetti in corso e per il futuro?

Conosco la Hop da qualche anno, ricordo ancora le volte in cui ho contattato Lorenza in privato per complimentarmi di una nuova uscita e sognavo che un giorno il mio nome potesse essere su uno di quei libri. Ci sono diverse biografie della collana che trovo particolarmente interessanti. Penso a Frida, per l’approccio digitale e contemporaneo dato alle tavole; o ancora a La Callas, un viaggio a metà tra ritrattistica e personalizzazione. Poi Amore mio illuminato perché racconta l’amore in maniera trascendente. Ho anche sognato che Lorenza mi chiedeva di illustrare le dive del cinema degli anni ‘30 (i miei sogni sono coerenti con la realtà)! Credo che il motivo è che sono tutte biografie con un piglio grafico e non solo illustrativo, almeno dal mio punto di vista. Ad ogni modo, in tutte, scorgo subito la mano della creatriceQuesto mio progetto invece, a cui ho detto sì a gran voce, per certi versi è un pò staccato da me. Mi sono sempre domandata perché Lorenza mi avesse affidato un lavoro non totalmente nelle mie corde di illustratrice. La sua risposta la conservo ancora negli occhi: “perché i tuoi lavori hanno una poesia e si vede che sono meditati, sono eleganti. Hanno temperatura e sentimento”. La miglior frase d’amore che potessero dedicarmi me l’ha detta lei. Penso anche che questo libro abbia sin da subito intrapreso un percorso suo, in qualche maniera scevro dalla mano che l’ha realizzata; io lo considero così e la trovo una conquista. La mia vita lavorativa ruota intorno a lavori tradizionali di grafica, a lavori di impaginazione editoriale - attività che mi occupa una buona porzione di tempo - e all’illustrazione. Illustro da un po' di tempo articoli per Breathe Magazine, rivista inglese sul benessere psico-fisico. Di recente ho illustrato la copertina del nuovo numero di Standart Magazine - rivista dedicata al mondo del caffè – uno dei lavori recenti di cui vado più fiera (insieme a questo libro ovviamente, che considero il più notevole sotto diversi aspetti, anche emotivi) Per il mio futuro professionale spero di lavorare a progetti che mi siano sempre più pertinenti e affini, con il proposito di riuscire a trovare la mia vera “cifra” e saper accogliere sfide potenti e importanti. Come questo libro.

Nadia Sgaramella_Le nuove principesse_Suits

Ringraziamo ancora Nadia Sgaramella per questa intervista, e se ancora non l'avete letta vi rimandiamo alla recensione di Le nuove principesse!


Cecilia Mariani



Tavole e fotografie riprodotte per autorizzazione della casa editrice