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#CritiCOMICS: "Dosei Mansion" voll. 3 e 4. L'avventura di Mitsu il lavavetri continua!

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Dosei Mansion (volumi 3 e 4)
di Hisae Iwaoka
Bao Publishing, 2019

Traduzione di Christine Minutoli

volume 3 e 4 pp. 192

€ 7,90 (cartaceo)



Il secondo volume di Dosei Mansion – che avevo recensito qui – era servito a Hisae Iwaoka per raccontare lo sfondo alle vicende di Mitsu e per concentrarsi sui personaggi secondari mettendo il protagonista (e il padre scomparso) al centro di una fitta rete di relazioni interpersonali complesse e non scontate. A settembre e novembre sono usciti nelle fumetterie e librerie due nuovi numeri del titolo seriale della collana Aiken (dedicata ai fumetti giapponesi) della Bao Publishing e quindi ho potuto scoprire i nuovi capitoli delle avventure del giovane lavavetri dello spazio.

Il terzo volume si concentra su Souta e sua moglie Kayo – i novelli sposi a cui Mitsu aveva pulito le finestre nel primo numero. Souta infatti fa un lavoro sotto qualificato ma quando viene avvicinato da un suo vecchio collega con la possibilità di lavorare ad un modulo per la discesa sulla Terra, al giovane sembra possibile una chance di riscatto. Tuttavia questa ricerca è sottesa al dubbio che la famosa spedizione dispersa sulla Terra in realtà non sia mai partita e quindi anche il mistero dietro la scomparsa di Aki, il pdre di Mitsu, sembra prendere nuove vie: il giovane lavavetri è infatti convinto che il padre non sia precipitato nello spazio lavorando ma abbia fatto perdere le sue tracce per andare alla scoperta della Terra, abbandonata da tantissimi anni. Dopo un secondo volume quasi di passaggio, Hisae Iwaoka ritorna subito dritta al punto, mettendo nuovamente in ballo la questione della Terra come evento sotteso a molti gesti nel quotidiano dei personaggi.

Il quarto volume, poi, continua il filone della scoperta dei personaggi ma a questo aggiunge un approfondimento sulla biografia di Mitsu, da un lato impegnato in un difficile esame per ottenere una nuova qualifica professionale per il suo profilo di lavavetri, dall’altro alle prese con la vicenda del sig. Takeyama, collega apprezzatissimo giunto a un bivio per la sua vita talmente importante da coinvolgere anche la storia di Mitsu. 

Hisae Iwaoka riprende in questi numeri il ritmo serrato della narrazione che aveva sfruttato nel volume di apertura, aggiungendo alle slice of life raccontate un tono più fortemente malinconico. Tutti i nodi accennati precedentemente vengono acuiti: le diseguaglianze sociali, il tema ambientale, i rapporti umani difficili da gestire e la conflittualità spesso caratteristica delle relazioni all’interno delle famiglie. Inoltre sembra che la mangaka abbia scelto di rimarcare il tema della solitudine, vista non soltanto come isolamento dagli altri quanto come impossibilità di compiere passi avanti nella propria vita e di essere quindi lasciati, inevitabilmente, indietro.

Sebbene anche in Dosei Mansion 3 e 4 trovino conferma le caratteristiche stilistiche dell’autrice, come l'inusuale espressività che mescola il kawaii con anatomie melliflue e tondeggianti, ed editoriali dell’edizione pubblicata dalla Bao, sempre in linea con un’elevata qualità dei materiale e della traduzione, mi preme mettere in luce una nota che al momento classifico come negativa ma che mi riprometto di riconsiderare a conclusione della serie per valutarne il valore nell’economia globale della storia. Ho trovato, soprattutto nel terzo volume, eccessivamente preponderante la presenza delle storie dei personaggi secondari o delle comparse (nella maggior parte dei casi i clienti presso cui Mitsu presta servizio) rispetto al filone centrale della storia, perdendo non di rado l’orientamento rispetto al fine del racconto. Forse più che un difetto la mia segnalazione ha il sapore del rammarico, perché mi avrebbe fatto piacere scoprire ancora di più sul giovane Mitsu e sulla sua vita in questo futuro spaventosamente realistico e vicino al presente per ideali e difficoltà. 

Per controbilanciare, chiudo il mio contributo con una nota positiva che avevo avuto già cura di segnalare nelle precedenti recensioni. L’ironia della Iwaoka è una delle cose più giapponesi che io abbia letto nell’ultimo periodo; forse potrebbe risultare di difficile comprensione a chi non è abituato a questo tipo di sarcasmo, ma chi è avvezzo alla lettura di fumetti umoristici nipponici ne rimarrà estasiato!


Federica Privitera