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#PagineCritiche - Casamonica: Inchiesta su una delle più potenti famiglie criminali di Roma

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Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma
di Nello Trocchia
Utet, 2019

pp. 179
€ 16 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)

Italo Calvino diceva che il linguaggio è una pratica ardua, che solo la letteratura ne sublima il senso, per il resto bisogna difendersi dalla superficialità, dall'approssimazione. Questo non è un libro sulla lingua, ma è un libro che necessita delle parole giuste e dei fatti. I fatti dicono che in quasi metà secolo, mentre i Casamonica diventavano giganti, tutto attorno era un pullulare di sottovalutazione (pp. 13-14).
Quando ho iniziato a leggere il saggio di denuncia Casamonica - Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma (Utet Dea Planeta Libri S.r.L., 2019) scritto dal cronista e inviato del programma televisivo Piazzapulita Nello Trocchia (già autore, tra gli altri, di Federalismo Criminale. Viaggio nei comuni sciolti per mafia, Nutrimenti, 2009 e coautore insieme a  Luca Ferrari e Monika Dobrowolska Mancini di Io, morto per dovere. La vera storia di Roberto Mancini, il poliziotto che ha scoperto la terra dei fuochi, Chiarelettere, 2016), facevo parte di quella fetta di romani (o forse di italiani) che da sempre sottovalutano il fenomeno dei cosiddetti "zingari" o "nullatenenti", come piace loro farsi chiamare, ma l'impatto con i dati e i fatti riportati in questa inchiesta mi ha costretta ad aprire gli occhi.
Andiamo con ordine.

Il 20 agosto 2015 il nostro Paese intuisce finalmente la spregiudicatezza e il potere che il clan dei Casamonica esercitano sulla città di Roma (e non solo) quando sul piazzale della chiesa di San Giovanni Bosco una pioggia di petali ricopre la bara del boss Vittorio e le note della colonna sonora del film Il Padrino accompagnano la carrozza funebre scortata dai vigili urbani.
Sulla facciata della chiesa campeggia un ritratto del defunto "zingaraccio" con la scritta "Re di Roma": è stato da quella data che il fenomeno dei Casamonica è balzato agli onori delle cronache e non è trascorso nemmeno un giorno senza che alla televisione o sui giornali siano stati menzionati  episodi di pestaggi, minacce, ruspe e abbattimenti di ville nella periferia della Capitale. 
Quando era necessario, per i debitori "distratti", Nicoletti «organizzava spedizioni punitive a opera del clan Casamonica». Arrivavano con cappelli in testa da cow-boy, una parlata quasi incomprensibile e il fisico da cavallari. E a guardarli tremavano le gambe (p. 34).
Ciò che stupisce, però, è il fatto che non esiste in tutta Roma e provincia una persona che non sappia chi siano i Casamonica, i quali in decenni di egemonia incontrastata sono riusciti ad accrescere il loro dominio fondandolo su due pilastri: l'usura e la droga.
E allora Consilio mi promuove. «Bravo, i siciliani sono tutti mafiosi? Voi napoletani siete tutti camorristi?» E ha proprio ragione. Generalizzare non ha senso, le responsabilità penali sono personali, ma raccontare l'epopea della casata è d'obbligo (p. 74).
Già nota per i contatti con la Banda della Magliana (l'autore nel libro descrive in maniera assai particolareggiata i collegamenti che sussistevano tra Vittorio Casamonica ed Enrico "Il Secco" Nicoletti), questa potentissima famiglia ha saputo tessere rapporti di amicizia o di ricatto con potenti boss provenienti dal sud, con politici e con uomini dello spettacolo disposti a tutto pur di ottenere velocemente soldi, prostituzione o droga.
Perché Roma è diversa e cambia ogni cosa, una città che tutto confonde, mischia, mescola. Perché attorno ai nuclei criminali degli anni settanta, girano soggetti che tornano, un'araba fenice che sembra scomparire, prima di rinascere nuovamente dalla cenere. È la resilienza criminale che a Roma trova la sua migliore espressione, una resistenza delinquenziale mai abbattuta, mai colpita, mai definitivamente sepolta (pp. 39-40).
Con uno stile asciutto assai affine a quello utilizzato da Roberto Saviano in  Gomorra (Mondadori, 2006), Nello Trocchia (già autore di inchieste per "Il Fatto Quotidiano" e "l'Espresso" a causa delle quali ha subito minacce, tanto da essere sottoposto a vigilanza da parte dei carabinieri) riesce a rendere un argomento assai complesso come può essere quello della criminalità organizzata con chiarezza ed esaustività, avvalendosi di testimonianze inedite e resoconti giudiziari stupefacenti.

Casamonica - Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma è uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere per ricordare quanto la filosofa e storica tedesca Hannah Arendt avesse ragione quando scrisse La banalità del male, perché il crimine, il disonesto, il "male" ci sono più vicini di quanto immaginiamo e solo conoscendoli si può riuscire a prevenirli e, forse, a estirparli.

Ilaria Pocaforza