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#PLPL18 - La Divina Commedia: Presentazione del libro a cura di Enrico Malato

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Da sinistra: Andrea Mazzucchi, Massimo Cacciari  e Massimo Popolizio
L’8 dicembre una buona parte della folla accorsa alla Fiera Nazionale della piccola e media editoria si assiepa alle porte della Sala La Nuvola e attende con ansia un evento che ha richiamato grandi e piccini: la presentazione della nuova edizione della Divina Commedia a cura di Enrico Malato, professore emerito di Letteratura italiana presso l’Università di Napoli Federico II, filologo, critico letterario e storico della letteratura.

All'evento organizzato da Più Libri Più Liberi intervengono anche il filosofo Massimo Cacciari, il professor Andrea Mazzucchi, laureato in Filologia dantesca presso l’università di Napoli e docente nel medesimo ateneo di Filologia della letteratura italiana, e Massimo Popolizio, noto attore e doppiatore genovese che darà voce ad alcuni dei passi più celebri della Commedia.

E proprio dalla magnetica lettura di Popolizio prende avvio questo incontro, che trasporta il pubblico nella celebre vicenda che ha per protagonisti i due sfortunati amanti Paolo e Francesca, vittime di un amore che va al di là del tempo e dello spazio e che sembra palesarsi dinanzi ai nostri occhi grazie all'arte affabulatoria di Popolizio.

Nel prosieguo Andrea Mazzucchi descrive alcune caratteristiche tecniche della nuova edizione della Commedia:
Questa è una Divina Commedia che ha un formato quasi tascabile, trasportabile e facilmente fruibile dai lettori. Si tratta di un’opera fatta non solo per essere studiata, ma anche per essere letta.
Alcuni minuti prima della presentazione
Enrico Malato, presidente della Commissione scientifica preposta all’Edizione Nazionale dei Commenti danteschi e coordinatore della “Nuova edizione commentata delle Opere di Dante” (NECOD) ha dato un’interpretazione dell’opera al servizio della costruzione del testo, iniziando a lavorare sul poema dantesco già dal 1966/1967 per restituirci una Commedia quanto più possibile vicina alla forma originaria, ma modernizzandone alcune parti rispetto alla versione del Petrocchi (come ad esempio la punteggiatura) per garantire una migliore leggibilità dell’opera da parte di chi vi si approccia ai giorni nostri.

La chiave di lettura fornita dal filosofo Massimo Cacciari investe i simbolismi danteschi, il significato originale attribuito dal poeta alle cantiche:

Le ultime parole del Paradiso non segnano la fine della Commedia, ma l’inizio del cammino di Dante sulla Terra (…). Dall’Inferno è possibile un itinerario che conduce a toccare Dio, ma non a identificarsi con esso: è proprio la nostra natura finita che può contenere questa uguaglianza, questa similitudine con Dio che si può raggiungere solo attraverso un itinerario, l’itinerario della Grazia.
Alcuni momenti della lettura dell'attore Massimo Popolizio
La discussione prosegue con la descrizione del canto su Ulisse, epico protagonista del celebre inganno del cavallo di Troia, e con la lettura di Popolizio dell’episodio riguardante il conte Ugolino, in seguito ben commentato da Mazzucchi:
La lettura della vicenda di Ugolino prova non solo la capacità affabulatoria di Dante, ma anche la concretezza della figura di questo personaggio. 
L’incontro volge inesorabilmente al termine, ma c’è ancora tempo per anticipare che entro il 2021, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il professor Enrico Malato concluderà il suo progetto sulla nuova edizione della Divina Commedia.
Poche parole ancora vengono spese sulla cantica del Paradiso, che per Cacciari
è, delle tre cantiche, quella che ha più concretezza, più singolarità, più precisione, quella che racchiude la miglior definizione di ogni figura
Con l'ultima lettura tratta dal Paradiso si chiude l’incontro, spiegando quanto sia difficoltoso leggere ad alta voce questa cantica.
L’incontro è davvero terminato, ma è difficile salutare gli ospiti e lasciare la sala: quando si affronta un capolavoro come quello di Dante, non si vorrebbe mai smettere di ascoltare le parole degli studiosi, le opinioni di coloro che hanno dedicato la propria vita ad immergersi nei misteri della Commedia, perché è proprio grazie alla loro instancabile opera che le gesta dei personaggi raccontate dal poeta fiorentino risuonano ancora vividissime, tanto che ci pare di scorgere questi ultimi ancora in mezzo a noi.

Ilaria Pocaforza