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«La mia pelle racconta la storia che il governo ha scelto per me»

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Ink
di Alice Broadway
Rizzoli, 2018

Traduzione di Chiara Codecà

pp. 384
€ 18 (cartonato)
€ 0,99 (ebook)


Le persone sanno che le loro vite non hanno nessun valore se le loro storie finiscono nella tomba insieme a loro. (p. 68)

A Saintstone il governo ha trovato un metodo infallibile per scoraggiare le persone dal commettere crimini: tatuare sulla pelle di ognuno gli atti salienti della sua vita, le scelte positive e quelle negative, dai componenti familiari alla professione, dagli eventi tragici ai traguardi o alle sconfitte. Insomma, mettere nero su pelle la propria vita, per rendersi facilmente leggibili dagli altri. Periodicamente, i cittadini sfilano davanti alla macchina della verità, vengono interrogati sul loro operato e la paura cresce: il rischio di essere marchiati con il tanto temuto corvo dei "dimenticati" fa tremare chiunque passi di lì. Infatti, chi porta sulla pelle il corvo non può sperare di condividere la sorte degli altri morti, la cui pelle viene scuoiata, conciata e trasformata in un libro di memorie che i successori serberanno con cura e amore. I "dimenticati" verranno invece dati alle fiamme, perché non passeranno indenni al rito della pesatura dell'anima, un evento cruciale che in tribunale decide se il trapassato è degno di essere ricordato o no. Veri nemici dello stato sono i cosiddetti "intonsi", una comunità che in passato ha preferito distaccarsi da Saintstone piuttosto che piegarsi alle regole; non hanno tatuaggi sul corpo e dunque sono degli irregolari, considerati pericolosi perché illeggibili. Tante leggende sono state scritte su di loro, a cominciare dalla storia della temibile Strega Bianca, che ha messo paura a tanti bambini di Saintstone. Alcuni intonsi, poi, sono stati chiusi nelle teche del museo con tutta la loro pelle non marchiata in bella vista: ennesimo monito per gli abitanti di Saintstone. 

Anche per la sedicenne Leora è il momento di fare i conti con i riti della città: il padre, a cui era molto legata, è morto prematuramente e l'unico appiglio per non disperarsi è immaginare di adorare le sue memorie per sempre. Per Leora, poi, è un momento doppiamente difficile: la ragazza deve farsi forza e affrontare uno degli esami più importanti della sua vita, una sorta di maturità che determinerà la possibilità o meno di accedere alla professione desiderata. Lei ci ha pensato a lungo: vuole essere una tatuatrice, anche se si tratta di un lavoro perlopiù maschile; Leora sa leggere gli altri, attraverso le loro parole e i tatuaggi che portano già sulla pelle può comprendere i sentimenti e le sensazioni che provano. A sostenerla, la madre e la sua migliore amica, Verity, che invece preferisce lavorare nell'amministrazione dello Stato, in archivio, un lavoro che non fa davvero per Leora. 
Ma qualcosa accade e Leora, che non ha mai pensato di disubbidire alle leggi di Saintstone, deve iniziare a mettere in dubbio molte delle sue convinzioni: il libro di suo papà viene confiscato, qualcosa è andato storto e da lì le difficoltà per Leora si moltiplicano. Alle prese con il suo tirocinio e con alcuni compagni non propriamente amichevoli, la ragazza non fa che interrogarsi su cosa stia accadendo al suo defunto padre e come andrà la cerimonia di pesatura dell'anima. Inizia così un percorso di ricerca e più volte Leora si troverà a muoversi al limite della legalità, aiutata dagli amici più cari. La verità, per lei, è ancora più importante, anche se potrebbe destabilizzare tutte le certezze:
La mia ipotesi è che a volte vediamo quello che abbiamo bisogno di vedere... che a volte la verità è una matassa troppo intricata da dipanare. (p. 345)
Romanzo distopico scritto da Alice Broadway quasi per gioco, Ink è stato uno dei libri young adult più letti lo scorso anno nel Regno Unito. Accanto a una buona originalità, si trovano i temi classici del romanzo di formazione e famigliare: pur senza particolare approfondimento psicologico, Leora deve fare i conti con la sua crescita, tra amicizia, primi amori (appena sfumati sullo sfondo), ma soprattutto con la verità e quel che comporta la sua ricerca. Sapere può significare sofferenza e strade senza via di fuga, ma comporta anche di diventare molto più autentici e riconoscere che si è ben più della propria apparenza, più delle storie che il corpo porta tatuate con estrema semplificazione. 

GMGhioni