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Una ragazza affidabile e i disguidi del possibile

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Una ragazza affidabile 
di Silena Santoni
Giunti, 2018

pp. 276
€ 18


«Forse il tempo aggiusterà le tessere degli accadimenti fino a formare un quadro intellegibile, ma nel presente tutto è frammentario, inesplicabile.»
Agnese e Micaela sono sorelle ma non si vedono da molti anni. Come spesso accade, una vicissitudine familiare, in questo caso l'eredità di una casa, le costringe non soltanto a rincontrarsi a Firenze, la città in cui hanno vissuto insieme infanzia e gioventù e dove solo Micaela è rimasta, ma anche a riaprire il vaso di Pandora dei ricordi.

«Come sarà adesso mia sorella? È così tanto tempo che non ci vediamo che non riesco a immaginarla. Ci siamo incrociate l'ultima volta in occasione della morte del babbo e della mamma, ma la brevità dell'incontro e la circostanza non mi permettono di inquadrarla. I ricordi veri risalgono all'adolescenza, agli anni del ginnasio. […] Io sempre lì a studiare, china sul Rocci, per trovare un riscatto ai chili di troppo e far finta di non vedere i compagni che tra un'ora e l'altra facevano capannello e organizzavano feste di classe alle quali non ero mai invitata.
Lei intanto in seconda liceo, ai piani alti, svolazzava da un appuntamento all'altro, era la reginetta degli incontri, sempre al centro dell'attenzione, passava con disinvoltura dalle feste alle assemblee.
«Deligere oportet quam velis diligere» citavo con tono sprezzante.
«Eh?»
«”Bisogna scegliere chi si vuole amare”. Cicerone.»
«Vade retro, Satana!» mi rispondeva sghignazzando e incrociando le dita a formare una croce.»
Agnese, che è sempre stata una ragazza affidabile, seria, studiosa, è diventata un'agiata borghese di mezza età, sposata e con due figlie. Ha abbandonato molti anni fa Firenze e le sue insicurezze per accomodarsi in un'esistenza al riparo da troppi pensieri, a molti chilometri di distanza.
Sua sorella Micaela, appassionata e sanguigna, non si è mai “sistemata”, vive una vita anche troppo libera, senza legami, senza un lavoro fisso, incomprensibile ai suoi occhi. Incomprensibile, come sempre. Come molto altro.

L'eredità reale è la scintilla per una riflessione su un'altra eredità, che ha pesato e pesa sui rapporti fra le due. Il controcanto dei giorni odierni è infatti la narrazione di un passato mai del tutto chiarito, mai del tutto dimenticato.

Silena Santoni, insegnante e attrice fiorentina al suo esordio letterario, narra in Una ragazza affidabile, appena uscito per Giunti, una storia di sorellanza amara avvincente come un thriller, che si snoda nei leggendari anni Sessanta e Settanta, fra turbamenti adolescenziali e invidie, sotterfugi per andare a ballare e prese di (in)coscienza politica, lotte studentesche e lotte con lo specchio.
Quello fra le due sorelle è, come d'altronde è sempre stato, un confronto spietato.
Senza traccia di moralismo o retorica, qui l'odio, carburante nobile, può essere un sentimento perfettamente probabile anche fra consanguinei, se la prevaricazione, l'umiliazione, il dolore, arrivano oltre la soglia che capovolge le aspettative.
La Santoni narra con calore ma anche con equilibrio – viene da chiedersi se e quanto ci sia di autobiografico -, con una prosa morbida ma solida, l'intreccio quasi filmico di una storia dalle premesse in fondo piuttosto comuni, ma condita da incredibili «disguidi del possibile».

Giulia Marziali