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Quando un Paradiso in terra diventa l'Inferno: "Orient"

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Orient
di Christopher Bollen
Bollati Boringhieri, 2018

Traduzione di D. Guglielmino

pp. 673
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


«Come può l'ispettore sospettare di me quando tutta questa gente aveva un movente?» (p. 504). 
Cosa potremmo mai leggere in un thriller di quasi 700 pagine? Una scelta coraggiosa, quella di Orient e ammetto che all'inizio ho avuto qualche timore, perché negli ultimi anni fatico a trovare libri di ampio respiro che mi appassionino. Stavolta la magia si è avverata, forse perché Christopher Bollen ha scritto ben più di un thriller ben calibrato, nel pieno di rispetto delle regole del genere: la sua è anche un'indagine sull'animo umano, che in dialoghi brillanti e azioni apparentemente in contrasto con quanto mostrato in pubblico conferma la differenza tra chi siamo e chi mostriamo di essere.
Ma andiamo con calma (e senza spoiler). L'azione è per la maggior parte ambientata a Orient, un ridente paesino del Long Island, a poche ore da New York: avete presente il classico luogo-rifugio, abbastanza vicino alla grande città ma sufficientemente lontano per avere proprie tradizioni? Ecco, anche senza sforzi di immaginazione, è facile pensare a tante case indipendenti, con i giardini curati e i proprietari di casa sorridenti, a chiacchierare con i vicini. Per anni la comunità di Orient è stata così: unita.
Tre sono gli eventi che mettono in crisi l'equilibrio apparentemente inattaccabile. Innanzitutto, si è diffusa da qualche anno la moda di comprare una casa a Orient per il fine-settimana: sono soprattutto artisti newyorchesi a cercare lì un rifugio dove fuggire dallo stress cittadino e creare in pace le proprie opere da migliaia di dollari. Per i nativi, che guardano male anche chi si è trasferito in città durante l'anno e ha conservato la vecchia casa per le ferie, questa tendenza è una minaccia vera e propria. Cosa diventerà Orient, se gruppi di estranei stravaganti arrivano con le loro feste, i laboratori artistici? 

Ancor peggio, a Orient compare un ragazzo sbandato, forse un drogato, sicuramente poco affidabile: poco importa che Mills sia ospite di un abitante del paese, il rispettabile architetto Paul Benchley. La voce del nuovo arrivato si sparge a grande velocità e le opinioni si dividono: c'è chi vede Mills come un potenziale pericolo e chi invece prova tenerezza per questo ragazzo orfano, davvero reduce da una grave dipendenza dalla droga, ma a quanto pare con la volontà di rimettersi. Mills è lì con Paul per disintossicarsi, respirare aria diversa da quella cittadina e intanto aiutare l'uomo a risistemare e svuotare l'affollatissima casa di famiglia. Poi, certo, vuole provare a far pace con il suo passato di figlio non voluto e dato in adozione e con il suo presente di giovane omosessuale non ancora dichiarato. Il ragazzo sa che tutto questo gioca contro di lui: ha imparato a essere schivo e a non fidarsi ed è proprio attraverso il suo sguardo timido ma anche curioso che anche noi lettori scopriamo Orient, a cominciare da un picnic, occasione mondana tipica del posto, nonché primo approccio con le famiglie del paese. Se Mills prova istintiva simpatia per la giovane Beth, ex-artista che è lì per rilassarsi e provare a mettere su famiglia con il marito Gavril, diverso è il sentimento per Pam, che da vicina di casa e madre di famiglia fa di tutto per far capire tutta la sua diffidenza verso il nuovo arrivato. Ma tante sono le figure che inizialmente sfilano, un po' caoticamente, davanti agli occhi di Mills e ai nostri; non desistete: poche pagine e Christopher Bollen renderà ogni personaggio ben riconoscibile, senza mai cadere nel macchiettistico

Ma proseguiamo con gli eventi che - nelle prime pagine del libro, non è uno spoiler! - smuovono letteralmente "le acque" di Orient: innanzitutto il ritrovamento in mare del corpo del custode Jeff, un tuttofare avvinazzato che dava una mano alle diverse famiglie e che per questo aveva le chiavi di tutte le case del paese (chiavi che non si trovano più); poi, lungo la riva, le carcasse di animali mostruosi, che vengono ricondotti a esperimenti genetici su Plum Island, a pochi passi da Orient. Ma i due eventi, già di per sé terribili e angoscianti, non sono che l'inizio: altre morti rendono sempre meno credibile l'ipotesi di coincidenze nefaste. Il panico dilaga, e Bollen costruisce con estrema maestria il climax di terrore e caccia all'uomo che porta gli abitanti di Orient a guardarsi con crescente sospetto, ma soprattutto a puntare il dito contro chi ha il passato più nebuloso di tutti: Mills. Ma Mills ha trovato indizi e i sospetti, condivisi con Paul e la giovane Beth, sono impossibili da tacere: Jeff, morendo, ha lasciato uno strano diario, dove non prendeva nota solo dei lavoretti a casa dei vari abitanti, ma anche di segreti decisamente privati; in fondo alla pagina, note misteriose come "sì", "no", "forse". Cosa possono mai significare? Per Mills indagare allora diventa tutt'uno con la voglia di scagionarsi, anche se la gente non sembra concedergli il beneficio del dubbio, mentre Paul e Beth credono alla sua innocenza. Andarsene sarebbe come ammettere la propria colpevolezza; restare, mentre nuovi omicidi spezzano la quiete di Orient, potrebbe essere rischioso. Che fare? 
Orient era casa sua, adesso, più di Modesto. Forse, alla fine, una casa è il posto dove non hai altra scelta se non rimanere. (p. 552)
Mentre cresce la paura di essere la prossima vittima o di essere avvelenati dagli esperimenti di Plum Island, diminuiscono le barriere: ecco che i segreti, prima mantenuti con il sorriso sulle labbra, affiorano e sconvolgono gli equilibri di intere famiglie, come fiamme (metaforiche e, ahimé, vere) che divampano dentro casa. E ogni personaggio reagisce a suo modo, restando incredibilmente coerente al proprio carattere. Insomma, in questa comunità Bollen è riuscito a creare cittadini credibili: ognuno ha i propri interessi e valori. In comune? Il desiderio di salvare Orient dalla sua disgregazione e... tanta frustrazione. Per la maggior parte dei cittadini di Orient, nativi e non, il treno per realizzarsi è già passato, che se ne siano accorti oppure no: le illusioni degli artisti, la centralità data alla famiglia, la possibilità di una nuova vita con una gravidanza, la fiducia nel proprio compagno... A Orient, nell'inverno incipiente che ha trasformato tutto, dando l'illusione di una cittadina addormentata sotto la coltre di neve, si stanno spalancando le porte di un inferno, personale e collettivo, in cui l'ambizione, l'interesse, il vantaggio personale si scontrano inevitabilmente con le priorità degli altri. 
Alla fine del romanzo, vi avverto, ci si sente un po' soli: d'altra parte, è questo il potere delle storie che sanno vivere oltre la pagina scritta. 

GMGhioni





Che cosa spaventa tanto gli abitanti della tranquilla #Orient, a pochi passi dai lussuosissimi Hamptons? Di più le morti improvvise (disgrazie o cosa?) o gli strani esperimenti sugli animali condotti a pochi km su Plum Island? O ancora di più l'arrivo di uno straniero, un ragazzo dall'aria spaesata, che catalizza subito sospetti e dubbi? Presto @gloriaghioni vi racconterà quanto ha trovato appassionanti 673 pagine di quest'opera, in grado di uscire dagli stereotipi di genere e trattare tanti temi con l'ampio respiro del romanzo sociale e la suspense del thriller. Paura del diverso, ansie, frustrazioni si nascondono dietro il sorriso del buon vicinato... Attenti, a passeggiare per Orient con #christopherbollen! #bollatiboringhieri #CriticaLetteraria #bookaddict #preview #thriller #instalibri #bookstagram #homemade #cookies #biscotti #inlettura #inlibreria #anteprima

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