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Italytime, una piattaforma per promuovere l'arte e il teatro italiano a New York

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La scena newyorkese ospita un interessante progetto di sperimentazione artistica tutto italiano. Italytime, fondato da Vittorio Capotorto e Frank Pagano nel 2013, ha tantissime storie da raccontare e numerosi progetti in serbo per quest’anno. Abbiamo incontrato Frank Pagano, vicepresidente di Italytime, per saperne di più. Caro Frank, cos'è e com'è nato il progetto Italytime?
Italytime è una piattaforma culturale creata in seno al progetto no profit TeatroMania, attivo dal 1997. TeatroMania è una compagnia dedicata al teatro tradizionale, mentre Italytime è un progetto di sperimentazione libera. I nostri obiettivi principali sono aprire le porte a giovani artisti, organizzando eventi che offrano loro la possibilità di ‘mettere in scena’ il loro lavoro, e insegnare ai bambini come sfruttare la fisicità teatrale per l’apprendimento. Durante il nostro primo anno di attività, per esempio, abbiamo scelto di lavorare sul rapporto tra menzogna e verità: sul primo fronte, abbiamo invitato l’autore Laurence Cantor a produrre una riscrittura ‘americana’ di Le bugie con le gambe corte di Eduardo De Filippo, Born Liars; coi bambini, invece, l’autore Paolo Tartamella ha allestito per noi Pinocchio a Manhattan, un seminario teatrale in partnership con la Fondazione Collodi in cui s’immagina un Pinocchio che si ritrova a New York. Pinocchio a Manhattan è un testo senza fine, il che ha permesso ai bambini di produrre finali originali spiegando perché val la pena raccontare il vero, o no.

Italytime ha anche lanciato una campagna di crowdfunding con il volume Bullets di Sasà Zuaro (Robin, 2016) di recente pubblicazione.
Si tratta di una sfida. Bullets è un interessante progetto nato da una domanda: è possibile produrre bellezza – mediante testi brevi e immagini – nel “tempo veloce” dell’età dei social network? In altre parole: un testo breve, una microstoria, può conservare significato senza diventare un post? Un’illustrazione può catturare il presente senza essere inghiottita in una timeline? 
Un’unica pentola nera, che traghettava dal fuoco alcentro della tavola.Sempre la stessa zuppa.Eppure tutti spalle al muro, in silenzio.Rito di fine giornata.Lei, generale di un esercito male armato.Nessuno aveva il diritto di muoversi.Non prima del suo: «avanti».
Si tratta del primo esperimento di Italytime nel mondo editoriale, frutto di due anni di lavoro. I ricavati dalle vendite di Bullets  [qui maggiori informazioni, NdR] ci aiuteranno a sostenere le attività di Italytime nel nostro teatro, l’Our Lady of Pompei Theater – nel West Village, vicino NYU – che ci ospiterà per i prossimi dieci anni.


Si tratta di un’iniziativa lodevole, e invito tutti gli interessati al rapporto parola-immagine e alla promozione della cultura italiana ad acquistare il volume. Italytime ha però un altro, interessantissimo progetto in uscita.
Esce proprio in questi giorni un prezioso testo teatrale inedito scritto per noi da Dacia Maraini, Una pittrice di provincia. Si tratta di un libro ancor meno “democratico” di Bullets, con parole, immagini e musica. Nel cammino di Italytime abbiamo conosciuto tantissimi artisti e persone con cui abbiamo la fortuna di lavorare: Renzo Arbore, Roberto Saviano, Federico Rampini. Dacia Maraini, in particolare, è per noi una sorta di madrina. L’abbiamo conosciuta nelle sue frequenti visite a New York, ed è stata molto interessata all’approccio sperimentale di Italytime. Dacia, d’altronde, ha cominciato proprio facendo teatro e ha dedicato un volume [Fare teatro: Materiali, testi, interviste, Bompiani 1974, NdR] a questa sua esperienza giovanile, e le è piaciuta molto l’idea di collaborare a quattro mani, nella maturità, con artisti all’inizio della loro carriera.

Una pittrice di provincia sarà messo in scena nel vostro teatro di New York il prossimo 25 febbraio (qui il link a cui si possono acquistare i biglietti). Puoi anticiparci qualcosa?
Una pittrice di provincia racconta la storia di un’aspirante artista approdata negli Stati Uniti. Lei vuole dipingere, ma tutti intorno a lei remano contro la sua vocazione. Si può vivere di arte? Il talento può essere ripagato dalla fama? E soprattutto: il successo è davvero ciò che completa davvero un artista? Gli interrogativi posti da Dacia in Una pittrice di provincia sono quelli di un'artista che guarda indietro alla propria carriera, e il sapore delle risposte offerte in questa pièce è dolce e amaro allo stesso tempo.

Teatro che parla di arti visive, giovani attori che collaborano con personalità affermate. L’ibridismo di Italytime è davvero attivo a tutti i livelli immaginabili...
Già, e c’è di più. Nella messinscena di Una pittrice di provincia, i quadri non sono meri oggetti di scena, ma sono pezzi unici dipinti da una giovane pittrice italiana di base a New York, Lisa Zaccaria, e al termine della messinscena questi quadri saranno messi all’asta. La “pittrice di provincia” è una creazione di Dacia Maraini, ma è anche una persona reale.


Il vostro lavoro con e per i giovani artisti è davvero degno di lode – e oltre all’ibridismo di arti diverse, un altro fil rouge dei progetti di Italytime sembra proprio essere la condizione degli italiani all’estero.
Molti degli attori e degli artisti che hanno lavorato con noi hanno adesso una carriera affermata. Siamo molto fieri di aver dato voce ad artisti eccellenti, come Andrea e Marco Nasuto, con il loro splendido corto Made of Limestone, che racconta cosa vuol dire essere un italiano – in particolare, un giovane dell’Italia meridionale – all’estero. I fratelli Nasuto stanno producendo adesso un documentario con Roberto Saviano, e noi siamo orgogliosi di avere, anche in minima parte, contribuito a dar loro voce.

Ringraziamo Frank Pagano per averci raccontato le splendide attività con cui Italytime promuove il lavoro dei giovani talenti artistici italiani. Se vi troverete a New York il 25 febbraio, vi invito a partecipare alla prima messinscena di Una pittrice di provincia, testo inedito di Dacia Maraini. I biglietti possono essere acquistati a questo link.

Laura Ingallinella

@lauraingalli