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Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos

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Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos
di Marco Malvaldi, Dino Leporini
Editori Laterza, Collana "Economica Laterza", 2016

pp. 178

11.00 €



Che gli italiani, tradizionalmente, nutrano una certa ostilità verso le scienze matematiche appare come uno dei (molti) tasti dolenti di un panorama culturale scricchiolante. Nell'affidare cospicui aspetti della nostra esistenza alle macchine o, meglio, agli algortimi che le governano, agiamo senza porci troppi quesiti sul modo in cui questi sistemi funzionano, su quale sia l'esatta proporzione tra limiti e vantaggi che ognuno di questi reca con sè. C'è una sola cosa che pretendiamo da essi: l'esattezza, il prevalere sul Caos di scintillanti formule create dall'uomo.
Ma è proprio così? Presumibilmente, il nostro intuito, così inadatto alla valutazione di situazioni – e alla previsione di una loro evoluzione – di cui non conosciamo le variabili, ci porta a fare assegnamento sul calcolo delle probabilità, strumento che la nostra mente non adopera con facilità. Mentre un algoritmo e un computer sì.
E allora perché le previsioni del tempo toppano così spesso? Per quale ragione, nonostante bastino cinquecentomila microsecondi, ovvero il breve spazio di un click del mouse, per piazzare un ordine in Borsa, gli algoritmi HFT (High Frequency Trading) sono in grado d'innescare un effetto "patata bollente" basandosi su una bufala comparsa su un social network e deprimere in brevissimo tempo il mercato azionario? E, ancora, come mai un libro sulle mosche arriva a costare l'astronomica cifra di 24 milioni di dollari su Amazon, noto rivenditore online?
Possono apparire domande non collegate fra loro e alle quali la maggior parte dei comuni mortali non è in grado di rispondere.
Il fatto è che un modello, un algoritmo, e il processore che li esegue sono costruzioni umane e, in quanto tali, hanno margini di miglioramento molto ampi e sono soggetti a errori. Soprattutto perché, non essendo dotati di coscienza e della capacità di valutare la bontà delle informazioni che elaborano, si comportano da, si perdoni l'ossimoro, "intelligentissimi idioti".
Ed è proprio la spiegazione brillante e divertente di quel metodo statistico che ha portato alla costruzione di modelli che "imitano" la realtà, l'elencazione di alcune delle loro applicazioni, dalle più futili alle più funzionali, e soprattutto la descrizione delle grandi cantonate a cui, nel corso della storia, sono stati soggetti, a rendere importante questo volumetto edito da Laterza e scritto a quattro mani da Marco Malvaldi, chimico e autore di narrativa, e Dino Leporini, docente di Fisica generale all'Università di Pisa. Lungi dallo stereotipo del matematico troppo assorto nelle proprie formule per scorgere ciò che gli sta di fronte, gli autori di Capra e calcoli mettono assieme un'opera dall'intento divulgativo e di piacevolissima lettura che, col suo approccio ironico alla materia presa in esame, desterà spesso il sorriso tanto sui volti degli addetti ai lavori, mettendo peraltro a loro disposizione un'interessante bibliografia, quanto su quelli dei profani, intrigandoli e richiamando l'attenzione sul rischio di scambiare una simulazione per realtà. 

Dal metodo statistico Monte Carlo, sviluppato da Nicholas Metropolis, alla teoria dei sistemi che cambiano comportamento in modo radicale a seguito di un mutamento infinetesimale delle condizioni iniziali, meglio conosciuta come teoria del caos (avete presente il cosidetto "effetto farfalla"?). Dalle analisi statistiche dei "Big Data", in cui confluiscono tutte le informazioni sui nostri comportamenti in rete per creare pubblicità "mirate" e filtrare le notizie dei siti giornalistici, sino ai problemi di natura etica che derivano dall'utilizzo di questi stessi dati: ad esempio, il rischio di finire all'interno di una bolla dentro alla quale siamo circondati solo da ciò che un algoritmo "reputa" più affine ai nostri gusti. La trattazione di Leporini-Malvaldi si prospetta appassionante in virtù dell'attenta considerazione degli esiti (anche drammatici: si pensi alla possibilità di esser sostituiti dalle macchine nello svolgimento della nostra professione o alle disastrose conseguenze, in ambito militare, di un drone-killer mal programmato) che il calcolo può avere sulla realtà e si rivela indispensabile nel suo ruolo di piccola e avvincente guida su come muoversi, un poco più consapevolmente, in un mondo altamente informatizzato.