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«Lei è la signora e io il suo lacchè»: quando la crisi spoglia tutte le certezze

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Uomini nudi
di Alicia Giménez-Bartlett
Sellerio, 2016

Traduzione di Maria Nicola

pp. 448
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Quali ricadute emotive può avere la crisi economica? Si è cercato di rispondere in modi diversi a questa domanda, tra saggistica, testimonianze, documentari, ma è forse la narrativa a delineare meglio le sensazioni e i sentimenti di chi resta attonito dopo il fatidico imperativo: "Reinventati!". 
Nel nuovo romanzo di Alicia Giménez-Bartlett, Uomini nudi, incontriamo una doppia crisi: la prima coinvolge Javier, un professore di letteratura precario che resta improvvisamente senza lavoro; la seconda coglie impreparata Irene, imprenditrice presso l'azienda di famiglia, che ha ereditato dall'amatissimo padre. Due fallimenti, economici ma anche personali: Javier sperimenta l'apatia della disoccupazione, mandando all'aria la sua convivenza; e Irene affronta il divorzio, in contemporanea al fallimento aziendale. Le due vicende scorrono a lungo parallele: Alicia Giménez-Bartlett abbandona qualsiasi velleità di narratrice onnisciente, e sono proprio i personaggi a prendere la parola, paragrafo per paragrafo, filtrando la realtà attraverso la loro potente, e a tratti distorta, soggettività. 

A fare da contraltare e a calmierare questa doppia crisi, due personaggi apparentemente secondari, che in realtà ricoprono ruoli fondamentali: Iván e Genoveva. Iván, che impersona il classico "tronista", appassionato al lusso ed estremamente concreto, incontra un depresso e sconsolato Javier a un funerale: sarà questa l'occasione perché i due, che si conoscevano da bambini, si riavvicinino. Genoveva, d'altro canto, è stata tacciata da tutti come frivola, egocentrica e libertina, dedita al divertimento più sfrenato nonostante non sia più una ragazzina. Cosa c'entrano questi due personaggi, viveur e superficiali, con i più posati e prevedibili Javier e Irene? 
Gloria con Alicia Giménez-Bartlett, a Milano.
Probabilmente, se non ci fosse stata la crisi, non si sarebbero degnati di uno sguardo, ma è proprio il momento (storico e personale) ad avvicinare i quattro personaggi: Iván, spogliarellista in un locale per sole donne, invita Javier a provare anche lui a fare soldi facili; intanto, Genoveva accompagna Irene alla scoperta della propria sensualità insieme a giovani escort. Tutto è in vendita, sembra suggerire cinicamente la prima parte del romanzo: i personaggi, ognuno a suo modo, si accorgono perfettamente della direzione che stanno per prendere, ma non fanno niente per fermarsi e presto vengono a patti con i loro principi. Solo a metà libro le storie si intrecciano, e con la doppia crisi personale si innesca un frenetico inabissarsi oltre il rispetto di sé e dell'altro, oltre le regole del vivere comune e oltre l'assennatezza.  Anche la passione ha un prezzo, e d'altra parte né Javier né Irene l'avevano provata prima che si trasformasse in una compravendita.

Tra amare considerazioni sul presente e sul futuro economico della Spagna, nonché riflessioni da parte di Javier sul ruolo della letteratura nella vita lavorativa, si resta avvinti nei meandri psicologici e spesso oscuri di Uomini nudi. A ogni paragrafo, un riflettore illumina questo o quel personaggio, che risulta completamente spogliato agli occhi del lettore, ma vestito e impermeabile per gli altri "attori" in scena. Infatti, la dicotomia tra verità e apparenza è fortissima e forse si risolve solo nel finale. L'unico possibile, a detta dell'autrice, che a Milano ha rivelato di aver scritto per lungo tempo senza immaginare dove i personaggi l'avrebbero portata.

Oltre alla sinossi che si fa via via più incalzante nella seconda metà del romanzo, ci sono tutto l'equilibrio formale e la ricerca lessicale (ogni personaggio ha la sua voce, ben mantenuta nella traduzione italiana) di una grandissima scrittrice, che ha saputo contagiare l'eterno dissidio esistenziale con il presente in crisi. E anche il lettore vive una danza disperata, a tratti frenetica, a tratti sensuale: ma anche in uno strip-tease ad opera d'arte tutto è finzione, e la verità giù dal palco è piena di brividi di ben altro genere... 

GMGhioni