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#CriticARTe - Ursus Wehrli: quando l'ossessione diventa canone interpretativo della realtà

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Ursus Wehrli: questo è il nome dell’artista, di origini svizzere, che ha rivoluzionato il mondo dell’arte mettendolo “in ordine”. La sua attività, che consiste nel dare una forma ordinata e regolare ad opere pittoriche di diversa natura, più o meno note anche per il caos di colori, significati e temi da esse generato, potrebbe definirsi maniacale e sembrerebbe essere il frutto di una nevrotica tendenza perfezionistica e - o di una paranoica ossessione per l’ordine.
L’idea, però, oltre ad essere perfettamente coerente con quella che è l’immagine classica della Svizzera e di chi la abita, risulta interessante e curiosa perché in grado di rispondere con tono provocatorio, ma equilibrato e ironico al tempo stesso, alla perdita di orientamento che un po' tutti gli esseri umani si trovano a condividere nel corso della loro vita. 
Quello che non va sottovalutato infatti, è proprio l’aspetto psico – sociale delle rappresentazioni proposte da Ursus Wehrli: l’ossessione per l'ordine, qui, diventa canone interpretativo di una società persa, disorientata e sempre più attirata (anche se non in modo unanime)  da una precisa regolarità, che sembra richiamare, con le dovute distanze oltre che con il dovuto rispetto, al recupero e alla riscoperta dell’arte classica avvenuta in epoca Neoclassica  (‘700).
Ursus Wehrli dunque, gioca con le immagini scomposte del reale, riordinandole secondo criteri differenti (primo fra tutti il colore), forse con lo scopo ultimo di restituirci, almeno nelle immagini, un mondo che rispetti, e segua, regole e direzioni ben precise. Il tema è stato trattato nei giorni scorsi anche da Linkiesta.it nella rubrica Linkpop.



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