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Esercizi di sevizia e seduzione: chi ha detto che la letteratura non fa male?

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Esercizi di sevizia e seduzione
di Irene Chias
Mondadori, 2013

pp. 228
cartaceo € 17
ebook € 9,90

Sevizie e delitti ai danni di donne sono ormai ordinari, quasi sfociati nel territorio epidermico dell'intrattenimento. D'altra parte sono così tanti, reali e fictional, crudi o estetizzati, che alla fine ci ritroviamo tutti in un generale stato di assuefazione, in una narrativa confusa in cui realtà e finzione si mescolano. Seni mutilati, vulve cucite, stupri di gruppo impressionano poco.
Vili taglietti sulla minchia fanno invece inorridire. Per non parlare di alcune pratiche tribali sul pene, o dei testicoli estratti dallo scroto [...].Da qualche tempo sto maturando una consapevolezza riguardo alla mia missione esistenziale: riequilibrare la percezione di normalità dell'abuso sessuale fra i due generi. (37-38)

Questo è il Manifesto programmatico che si legge nella prima parte di Esercizi di sevizia e seduzione, il nuovo libro di Irene Chias, già autrice di Sono ateo e ti amo. La giovane scrittrice sceglie la forma di un romanzo ironico e aggressivo al tempo stesso per denunciare una situazione impaludata: la violenza quotidiana sulle donne. 

La protagonista Ignazia è una ragazza brillante, attraente e fuori dai luoghi comuni, tristemente cristallizzati, della posizione femminile nella società. L'occasione drammatica di un intervento d'urgenza porta Ignazia a innamorarsi di Michele, il ginecologo che la opera, ma soprattutto ad assistere a un brutale chiacchiericcio tra infermieri e medici, che commentavano ironicamente e sboccatamente le conseguenze fisiche di uno stupro. Questa totale mancanza di rispetto provoca una intensa indignazione in Ignazia, che pensa di non poter continuare così, a sopportare a testa bassa la marginalizzazione e gli affronti alle donne. Così, dopo qualche verifica di quanto l'aspetto fisico e l'abbigliamento curato possano influenzare la gentilezza degli uomini, Ignazia decide di passare all'azione:
Mi limiterò a spaventarli immobilizzandoli e leggendo loro i miei esercizi letterari di sevizia, quelli che tengo nel cassetto, il cassetto dove gli altri tengono un romanzo o un generico sogno. I miei esercizi su Marinetti, Ellis, Bolaño. (39)
Con l'identità inventata di Iris Alpetti, una "io sdoppiata",sexy e conformista, Ignazia inizia a sedurre gli uomini che vuole poi stordire, legare e far sì che avvertano la paura di una possibile violenza. Violenza solo immaginaria, verbale: nelle parole performative di Ignazia-Iris, gli uomini soffrono per il pericolo di atti terribili che attentano alla loro virilità. L'obiettivo? Farli pentire per le violente quotidiane, non plateali ma costanti, con cui hanno seviziato con totale noncuranza compagne, pazienti, conoscenti,... 
Intanto, la storia con Michele si fa sempre più seria, e Ignazia decide di tenere segreta questa sua missione di "scarer". Vita quotidiana e seconda vita segreta e notturna si avvicendano, senza mai creare cortocircuiti nella razionalità critica e, tutto sommato, ancora speranzosa di Ignazia. 
Sottofondo, anche una critica acuminata alla vita di coppia come luogo della finzione, con paura di abbandono e continue omissioni di sincerità, in un adattamento frustrante. Miracolosamente, Ignazia e Michele sembrano scampare a queste minacce continue, e quasi senza accorgersene costruiscono progetti di vita. Ma il mondo, fuori, prosegue con le stesse violenze sottotraccia. Ci sarà mai una soluzione?

Un libro troppo crudo, penserà qualcuno. In realtà, Irene Chias adotta più strategie narrative per sottrarsi al rischio di un romanzo-saggio o di un romanzo-documentario. Da un lato, annega furbamente la tesi di fondo sotto all'ironia che aveva già dimostrato in Sono ateo e ti amo: le pagine scorrono piacevolmente tra le mani dei lettori, e più volte nelle recensioni apparse in questi primi giorni (in libreria dal 23 aprile) si è parlato di un libro da leggere senza interruzioni, a perdifiato fino al finale. D'altro lato, la Chias inserisce flashback aneddotici divertenti e personaggi dai caratteri forti, particolari, come Panagia, la sorella libertina di Ignazia. Soprattutto con Panagia, c'è l'occasione per innumerevoli passi di commento a cinema, letteratura e attualità. Questo e altri inserti (come le pagine di un diario tenuto da Michele, contraltare maschile della narrazione) rendono la narrazione mossa e vivace. 
Un romanzo fatto con intelligenza. Apparentemente leggero, con tanto da dire. 

Gloria Ghioni