in

"Storia proibita di una geisha": la vera storia di Mineko Iwasaki

- -
Storia proibita di una geisha
di Mineko Iwasaki
Newton Compton, 2012

pp. 320
ebook € 2,99
caartaceo € 9,90

Traduzione di A. Mulas


Nessuna donna nei trecento anni di storia dei karyukai è mai uscita dall’ombra per raccontare in pubblico la sua storia. Siamo state costrette a mantenere il silenzio da regole non scritte, dal peso della tradizione e dalla sacralità della nostra eccezionale vocazione. Tuttavia sento che è venuto il momento di parlare. Voglio che sappiate cosa significa realmente vivere la vita della geisha. [..]Questa è una storia che da tempo desideravo raccontare.Mi chiamo Mineko.”

Se siete rimasti stregati dal pathos e dalle atmosfere del bellissimo romanzo Memorie di una Geisha (per la recensione clicca qui), se avete partecipato con commozione e sentimento alle vicissitudini della giovane Sayuri, sbirciando con curiosità in quel mondo imperscrutabile e carico di misteri impossibili da svelare e comprendere pienamente, un mondo che non smette di affascinare gli occidentali con i suoi riti e le sue tradizioni, incantati dalla descrizione di kimono splendidamente decorati, giardini lussuosi, amori drammatici, rivalità e competizione: dimenticavene. O quantomeno metteteli da parte. Il bellissimo romanzo di Golden ha acceso l’attenzione del lettore occidentale su un mondo lontano e misterioso, con codici e tradizioni spesso incomprensibili agli estranei, ma nonostante la forza delle parole va ricordata la sua vena romanzesca che intreccia ed elabora storie a partire da informazioni reali, per la precisione generate appunto dall’incontro con Mineko Iwasaki.

Ma se ciò che vi interessa è scoprire la storia più vera e sincera, direttamente dalla voce di una delle sue più leggendarie protagoniste, allora l’autobiografia di Mineko Iwasaki è il mezzo ideale per intraprendere un viaggio nel mondo di geishe e maiko, le vere custodi dei segreti del “mondo del fiore e del salice”. Il romanzo di Golden resta senza dubbio meraviglioso e capace di catturare il lettore nelle sue atmosfere esotiche e misteriose, ed è impossibile non rimanere coinvolti nella vicenda della giovane geisha in lotta tra cuore e ragione. Senza dubbio però appare ancora più interessante conoscere la vera storia che ha ispirato il romanzo: la leggendaria Mineko Iwasaki, la geisha più famosa del suo tempo, si racconta per la prima volta in modo diretto e sincero, restituendo un’immagine quanto più veritiera possibile di quel mondo perduto, in un racconto meno drammatico certo, ma reale come solo una biografia può essere.
Mineko infrange il tabù del silenzio e della riservatezza per raccontare la sua vera storia, fatta di caparbietà, disciplina, talento, coraggio e una straordinaria ambizione, doti che le hanno permesso di conquistare fama ed onori come la più richiesta danzatrice dell’epoca. La dedizione con la quale la giovane donna si dedica alla realizzazione delle proprie ambizioni è una strada spesso in salita, in cui il talento precoce e la posizione favorita di cui gode all’interno dell’okiya sono causa di gelosie e rancori da parte delle rivali che popolano quel piccolo mondo, tratti che ricordano le atmosfere del sopracitato romanzo ma che- nelle parole di Mineko almeno- non sfociano in drammi o comportamenti estremi, sempre piuttosto ben gestiti dalla protagonista, protetta dai diritti di cui gode. Forse si avvertono la mancanza di un poco di tensione drammatica ed emotività nel racconto della geisha, dalle cui parole traspare ancora il forte senso del dovere e la dedizione totale che sono caratteri peculiari della sua visione della vita, insieme ad una personalità solitaria e introversa che solo nella danza pare trovare la propria dimensione ideale. Tuttavia pathos e dramma lasciano il posto all’ambizione e al desiderio di essere completamente padrona del proprio talento ed infine della propria vita, sentimenti che spingeranno Mineko a sfidare le convenzioni e le regole di quella società rigidamente costruita, fino alla scelta di abbandonare la carriera al culmine della fama. La caparbietà che la caratterizza viene messa quindi al servizio della sfida nei confronti di quelle regole antiche, per la ricerca di una totale indipendenza e padronanza del proprio destino che sono i tratti più affascinanti del racconto. Mineko fin da principio rifiuta di essere solo una danzatrice: lei che è entrata di sua iniziativa nel mondo delle geishe, aspira a divenire la migliore, la più richiesta negli ambienti esclusivi ed internazionali, ma sempre facendo attenzione ad ogni dettaglio su tutto ciò che ruota intorno a quelle ore di intrattenimento per facoltosi clienti. Quando infine sceglie di abbandonare quel mondo e le sue costrizioni, insieme con i suoi piaceri e riconoscimenti, Mineko lo fa con la stessa decisione dimostrata da bambina, con il desiderio ancora una volta di affermare la propria indipendenza.