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Il gusto della verifica!

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Naga
di Luca Merendi
Società Editoriale ARPANet (2006)  
pp. 47

48° 49’ 48.22’’ N – 2° 19’ 51.17’’ E
di Luca Merendi
Società Editoriale ARPANet (2007)
pp.29 + 35


Può capitare di imbattersi, forse non a caso, in parole che rimangono impresse perché sembrano spiegarci un momento della vita che si vive o si è vissuto. Tempo fa, gironzolando in internet, ho trovato un racconto breve dal titolo curioso, L’urgenza di diventare qualcuno, che consiglio di leggere.
Rimango sempre molto colpita quando chi scrive riesce con tanta semplicità, quasi ovvietà, a raccontare stati d’animo così intimi, eppure così comuni a molte persone. Chi non si è mai trovato ad avere urgenza di diventare qualcuno? Chi non ha mai avuto l’ansia di cambiare tutto, fare e disfare ogni cosa solo per colmare un vuoto interiore, per reagire alla inaspettata perdita di un equilibrio?
È allora che sfogli le pagine internet alla ricerca di concorsi. Di ogni genere. Spaziando per tutte quelle capacità che hai sempre ritenuto degli hobby appartenenti alla sfera dei sogni. Fantasticando di essere selezionato come Miglior Chef 2004 - Sezione Dilettanti con quello che ritieni essere il tuo piatto forte: un misto meticcio che parte dall'Italia e arriva in Messico rimbalzando sull'India.
Così ho contattato l’autore chiedendogli di raccontarmi un po’ di lui e del suo lavoro.
Con grande gentilezza, e un pizzico di ironia, Luca Merendi mi ha inviato due piccoli libricini che si aprono e chiudono nel giro di un’ora: surreali direi. Uno anche un po’ inquietante (come gli ho prontamente fatto notare!).
Ma procediamo per ordine.

Il primo che ho letto è stato Naga, ispirato a Serpenti e piercing di Hitomi Kanehara, bestseller dal sapore gotico, permeato da ossessione e maso
chismo, che ha sconvolto e conquistato il Giappone nel 2005. Potete capire che l’impatto, per me che di Merendi avevo letto solo il racconto citato, sia stato veramente forte. La trama scorre via veloce e in maniera lineare, ma l’incipit e la chiusura creano suspance e dubbi, così come i titoli dei capitoli, termini informatici che richiamano file di funzionalità dei sistemi operativi o chissà cos’altro. Sono certa che non siano lì a caso, e vorrei tanto conoscerne il motivo. Ed è per questo che a breve chiederò a Luca Merendi di rilasciarmi un’intervista. Troppa la curiosità!

Tra le pagine è raccontato l’incontro tra Luca e Anja, le ore romantiche trascorse per le vie di Praga fin dentro al cimitero ebraico dove lasciare un piccolo foglietto con su scritti i propri desideri, nella speranza che vengano portati via dai Maestri dei Sogni. Il sentimentalismo della Praga di giorno, lascia il posto all’atmosfera cupa di una serata troppo alcoolica che finisce su di un letto, con il tempo che scorre e poi rallenta, fino a fermarsi, nell’offuscamento e inconsapevolezza d
i ciò che sia reale o meno.

Il Luca Merendi che, forse, mi aspettavo di più, l’ho trovato, invece, in 48° 49’ 48.22’’ N – 2° 19’ 51.17’’ E. Questa volta due incontri: Katrina che incontra Orlan e poi Orlan che incontra Katrina, al diciassettesimo piano della torre sud di Parigi. La stessa storia vista con occhi diversi, l’ultima pagina che diviene inizio, per incontrarsi in un solo punto: il centro del libro, lo stesso appartamento di Parigi. Anche qui la storia è cruda, ma meno forte di Naga. Del resto è stata ispirata da
giacca nera di velluto liscio con interno in stoffa colore indaco di David Mayer. Collezione Fall-Winter 06/07.
Giurerei di averla vista in qualche vetrina!
Il racconto scorre veloce, incuriosisce, prende, e non c'entra il numero o la misura delle pagine. Sono le parole e la trama che ti trascinano, riga dopo riga, lungo i cunicoli sotterranei di Parigi.
Devo, però, fare una confessione all’autore e a chi legge: la curiosità mi ha spinto ad una piccola verifica. Utilizzando Google Maps prima e il satellite poi, ho potuto verificare che le coordinate indicate da Merendi portano ad un paese di 6.000 abitanti poco più a sud di Parigi, Étréchy, alla Rue du Pasteur 4, e appartengono allo stabilimento di una società di cui, grazie allo Street View (e ad un po’ di pazienza con lo zoom!), potrei dirvi anche il nome.
Errore o significato nascosto?

Rimane la curiosità, e l’intervista è cosa certa!
Silvia Surano