di Cees Nooteboom
Traduzione di Claudia Di Palermo
pp. 256
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Cees Nooteboom, scrittore e viaggiatore tra i più raffinati della letteratura europea contemporanea, torna con Pioggia rossa, un’opera lirica e profondamente personale che si muove tra diario, racconti autobiografici, prosa poetica e riflessione esistenziale.
Il titolo rimanda alla “pioggia rossa” di Minorca, carica della sabbia del Sahara, che tinge l’isola di un velo quasi impalpabile. Un’immagine che guida il lettore attraverso la trama rarefatta di luoghi, ricordi e memorie. Minorca infatti non è solo uno scenario, ma un vero e proprio “personaggio”, un microcosmo ventoso e pietroso dove da oltre cinquant’anni Nooteboom trascorre lunghi periodi dell’anno. È qui che coltiva il suo giardino e la sua scrittura, dialogando con alberi, pietre e animali domestici, tra cui la gatta Pipistrello, vera coprotagonista di alcune delle pagine più toccanti del libro. La sua presenza silenziosa e indomita diventa emblema di un’eternità quotidiana e di un affetto resistente, incarnazione di un tempo ciclico che si oppone all’inesorabilità degli anni che fuggono.
L’eternità di Pipistrello sarebbe durata altri otto anni. Nella mia vita, che in proporzione sarà altrettanto breve, a volte rivedo la sua ombra vagare tra i cactus, una grigia divinità domestica che protegge alberi e persone dagli afidi, dalle tempeste invernali e dalla tristezza improvvisa. (p. 17)
La struttura del libro, simile a un mosaico di tessere preziose, rispecchia la natura errante dell’autore, che alterna episodi di tutti i giorni a reminiscenze di viaggi giovanili in autostop, nave e bicicletta. Racconta gli anni di vagabondaggio tra tropici e deserti con uno sguardo retrospettivo venato di ironia e tenerezza. In queste pagine l’autore non cerca l’epica dell’avventura, ma la verità dei dettagli e delle epifanie quotidiane fatte di incontri, di soste e di addii nel continuo tentativo di connettere passato e presente attraverso il filtro della scrittura.
Il viaggio italiano dev’essere avvenuto nella primavera successiva. Nessun diario, nessuna certezza. La memoria mi lascia brandelli. Un’abbondanza di luce e scintilli, è stato questo il primo vero Sud. L’immagine di una stradina a strapiombo sulla costa. Tutto è dramma, opera nulla mi aveva preparato a questo. Profumi lungo il percorso, timo, rosmarino. La lingua che conoscevo soltanto del cinema. (p. 127)
Una delle caratteristiche dell’invecchiare è che in pratica ogni cosa evoca un ricordo. In sostanza si è costruito un enorme quadro di riferimento in cui tutto è collegato un po’ a tutto. (p. 101)
Con una scrittura sobria e profonda, Nooteboom invita il lettore a entrare in un mondo sospeso e a lasciarsi trasportare da una musicalità dolce e meditativa, da immagini potenti e leggere e da narrazioni intense e struggenti.
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