in

«Come potevo provare rancore verso il mio unico, vero, immenso amore?»: un padre alle prese con un potente gap generazionale nel nuovo romanzo di Piersandro Pallavicini

- -


Il mondo di Maria
di Piersandro Pallavicini
Mondadori, giugno 2025

pp. 276
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Ambientato quasi interamente a PaviaIl mondo di Maria, nuovo romanzo di Piersandro Pallavicini, vede muoversi il suo protagonista e io narrante, Gilberto Pertusati, per strade precise, bar e ambienti notissimi ai pavesi. Percepiamo la pigra sonnolenza un po' pettegola e provinciale della cittadina che da sempre delega a Milano la vita mondana e che si fregia di piccoli vanti. Nel suo microcosmo di tradizioni e abitudini ben radicate, si muove – talvolta barcollando, per qualche bicchiere di troppo – Gilberto, non più giovane, che ha come unica occupazione quella di scrivere settimanalmente per il «Gazzettino pavese» e soprattutto badare a sua figlia, o meglio, preoccuparsi per lei

Eppure Maria ha vent'anni; come mai riceve ancora tante attenzioni (alcune un po' soffocanti)? Maria è cresciuta in una famiglia borghese in cui è il "dad" a pensare a tutto, a rimpolpare il conto in banca, a garantire la retta esosa all'università Bocconi e un appartamentino sufficientemente chic in una buona zona milanese, qualche cena ai ristoranti stellati, borse e abiti griffati,... Insomma, a vent'anni Maria non è né responsabile (gli esami vanno e vengono, le feste no) né particolarmente interessata alle dinamiche di casa. Dà per scontato tutto, a cominciare dall'affetto incondizionato dei genitori, che le lasciano passare qualsiasi cosa. Bene, vi risulta un personaggio simpatico? Se aggiungo che Maria è totalmente insensibile alle vicende familiari e a come possano reagire i genitori davanti a certi segni di disaffezione ed egoismo, il quadro di viziata cronica è quasi completo. 

Anche Gil si chiede spesso come quella bambina simpatica e sensibile sia diventata così, eppure queste domande non bastano a cambiare in modo significativo il suo comportamento e ogni tentativo fallisce. Diciamolo: Gil è un padre totalmente soggiogato dall'amore per sua figlia, che se ne approfitta e si concede solo col contagocce, risponde ai messaggi quando vuole e spesso taccia Gil di avere comportamenti o fare discorsi patriarcali o che virano verso il mansplaining. E lui ne soffre, fa di tutto per capire una generazione lontana, compresi tentativi goffi e tragicomici che regalano al lettore qualche sorriso. 

Se Gil è un padre protettivo e presente, che ancora deve accettare di appartenere a una generazione molto diversa, sua moglie Giulia è molto spesso occupata per lavoro a Bruxelles e spesso giustifica Maria, mettendosi apertamente contro Gilberto. Dunque, cosa resta a Gil, se non una vita solitaria a bighellonare per Pavia, alla ricerca di qualche notizia da segnalare sul «Gazzettino», e qualche bicchiere di vino o di superalcolico? D'altra parte è anche convintissimo che la moglie lo tradisca e ci scherza su, ma con un'insistenza provocatoria e decisamente fuori luogo. 

La routine di Gil cambia un po' quando incontra per caso un uomo più o meno suo coetaneo, che nelle prime pagine del romanzo fissa impunemente la scollatura generosa di Cicci Lopez, una ventenne ancora al liceo, più o meno coetanea di Maria. Ad attirare Gil non è tanto la bellezza prorompente di quella ragazza, quando la spudoratezza dell'uomo, che non dà il minimo segno di pentimento né si vergogna per aver fissato una ventenne alla sua veneranda età e di subire gli insulti di Cicci Lopez. Quell'uomo, Luigi ("Gigi") Galbani, non resterà una presenza isolata nel romanzo, ma presto diventerà una sorta di amico per Gilberto. Dico "una sorta" perché non è per niente convenzionale il rapporto tra i due. E non ci vorrà molto perché il lettore si accorga che Gigi è una sorta di rovesciamento di Gil: nonostante abbiano molto in comune (l'età, la solitudine, la passione per i libri antichi e per l'alcol) e fondino proprio su questo i loro discorsi, Gigi combatte il perbenismo e le convenzioni e soprattutto sfida la nuova generazione, schifando il politicamente corretto. Questo suscita spesso sorrisi, ma non manca una vena di malinconia che accompagna e racconta la sua solitudine e la sua acredine. 

Tra discorsi attorno al tavolo di un bar e passeggiate per la città, Gil e Gigi si confrontano su un mondo che sta cambiando: Gil cerca di stare al passo, Gigi invece lo rinnega. E così Gigi non capisce fino in fondo perché l'amico si danni dietro alla figlia, né perché viva investendo energie in una realtà mediocre e irriconoscente come quella del «Gazzettino pavese». 

Queste sono solo alcune delle situazioni che incontriamo in Il mondo di Maria, titolo che concretamente dovremmo declinare come "il mondo di Maria visto da suo padre", perché è sempre su Gil che si focalizzano le scene, e questo rende ancor più tragicomico il suo affannarsi disperato per ottenere amore. L'autore esagera consapevolmente alcune scene che, oggigiorno, definiremmo cringe per allargare la distanza tra le generazioni, e viene da chiedersi dove e se queste possano ancora incontrarsi. La risposta arriverà verso la fine del romanzo, dove un salto temporale aiuterà il lettore a comprendere come davvero tutto sia destinato a cambiare. In un panorama editoriale che racconta il gap generazionale dalla parte dei Millennials o della GenZ, Piersandro Pallavicini adotta invece il punto di vista dei cosiddetti boomer, raccontando la medietà di un personaggio che molti, sulla carta, definirebbero fortunato. 

GMGhioni