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Un viaggio tra le ombre della Guerra Fredda e quelle dell’anima: “La luna di Gabriel” di William Boyd

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La luna di Gabriel
di William Boyd
Neri Pozza, marzo 2025
 
Traduzione di Massimo Ortelio
 
pp. 304
€ 21,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Nel suo nuovo romanzo La luna di Gabriel, William Boyd traccia con maestria i territori dell’intrigo internazionale, ma lo fa con un tocco profondamente umano e psicologico, incrociando la spy story classica con il racconto di formazione esistenziale.

Siamo a Londra nel 1960. Gabriel Dax è un trentenne disilluso, scrittore di viaggi per vocazione e uomo alla deriva per condizione. Il trauma infantile della morte della madre in un incendio – causato accidentalmente da una candela che lui stesso accendeva ogni sera – lo perseguita in modo viscerale, come un lutto mai elaborato. Quella luna di vetro lattescente che proiettava un conforto immaginario sul soffitto della sua cameretta diventa il simbolo di un passato perduto, una ferita aperta che non smette di bruciare.
Affranto e impaurito, Gabriel la cercò in cielo, ma la notte nuvolosa gliela nascondeva. Dove era la luna di Gabriel? Un urlo di dolore eruppe dai suoi piccoli polmoni, mentre si domandava, combattuto tra angoscia e smarrimento: come era potuto accadere? Cosa ne sarebbe stato di lui ora? Come avrebbe fatto a ritrovare la sua mamma e il suo papà sulla luna? (p. 12)   
L’occasione per la svolta arriva in Congo, dove Gabriel, più per caso che per convinzione, riesce a intervistare Patrice Lumumba, carismatico e controverso leader del paese appena reso indipendente. Ma da quel momento tutto cambia: la linea tra giornalismo e spionaggio si fa sottile e Gabriel si ritrova reclutato, suo malgrado, in un complesso gioco di potere internazionale tra MI6, CIA e KGB. A tirare i fili è Faith Green, affascinante e ambigua agente dei servizi britannici, figura femminile magnetica che trasforma il protagonista da osservatore passivo a pedina e poi, forse, a “giocatore”.

Boyd costruisce una trama perfettamente calibrata, intrecciando la grande storia – la Guerra Fredda, l’assassinio di Lumumba, il clima di sospetto e manipolazione – con la piccola, ma non meno intensa, storia personale di Gabriel. Il risultato è un romanzo stratificato in cui la tensione narrativa convive con l’indagine introspettiva e in cui la dimensione geografica, Léopoldville, Congo, Cadice, Varsavia e Londra, rispecchia una mappa interiore fatta di dolori, vuoti e tentativi di ricostruzione.

Gabriel è un antieroe per eccellenza: spaesato, malinconico e prigioniero dei suoi stessi errori. È proprio questa sua vulnerabilità a renderlo credibile e coinvolgente. La progressiva trasformazione da testimone a complice, da vittima del passato a costruttore del proprio destino è narrata con sobrietà e intensità, senza mai cedere al melodramma. Boyd affida molta della forza del romanzo a dialoghi secchi, dettagli precisi e atmosfere cariche di sottintesi.
Accanto a lui il personaggio di Faith emerge enigmatico e sfuggente, in grado di catalizzare desideri, dubbi e paure. Ma è anche una figura che non si concede mai del tutto, è musa e burattinaia, complice e fantasma, promessa e illusione. Il loro rapporto, mai completamente risolto, resta uno dei motori emotivi più potenti del libro.
Nel romanzo l’arte del raccontare si lega sia al linguaggio delle verità che a quello delle menzogne, la narrazione stessa fra psicoanalisi, ricordi e segreti diventa un tentativo di dare forma al caos, di illuminare con la fragile luce di una luna interiore i territori oscuri dell’identità.
DOTTORESSA HAAS: Ha notato miglioramenti nella qualità del sonno all’ultima volta che ci siamo visti? Mi pareva che avessimo fatto notevoli progressi.   
GABRIEL DAX: Per alcuni giorni ho dormito meglio, lo ammetto, ma poi mi sono successe cose molto … [si schiarisce la voce ripetutamente, tossisce] … stressanti, e purtroppo sono tornato al solito andazzo. Un’ora di sonno, poi sogno il fuoco e mi sveglio di soprassalto, e rimango sveglio fino alla mattina dopo. (p. 185)    
La luna di Gabriel è un’opera densa e coinvolgente, capace di affascinare tanto gli amanti del thriller storico quanto i lettori in cerca di personaggi autentici e scrittura di qualità. Un romanzo che si legge con avidità, ma che lascia sedimentare nel tempo pensieri, domande, visioni, come una verità sussurrata tra le righe di una fiamma che continua a bruciare nella memoria.

Silvia Papa