Io, Casanova
di Ida Amlesù
Sonzogno, marzo 2025
pp. 528
€ 19,90 (cartaceo)
€ 11,99 (e-book)
Procedemmo in silenzio ancora per qualche ora. Mentre il verde si alternava ai campi brulli, e agli arbusti ancora bruciati dall'in-verno, io ripensavo agli avvenimenti che ci avevano portati a quella sera. Giacomo che mi gira intorno. Giacomo che ignora Bellino, il castrato per cui tutti impazziscono, per corteggiare me. Giacomo che scommette con Montevecchio, e che grazie a me ottiene la prova che cerca. E poi si innamora di lei, Teresa, la bellissima, elegante, sciocca Teresa, e sceglie di fuggire con lei, liberandosi di me. Ma qualcosa non va come dovrebbe, e ora lui è incastrato con la sguattera storpia. (p. 139)
Ida Amlesù, traduttrice, autrice, slavista e cantante d'opera, torna in libreria con un altro romanzo edito da Sonzogno. Avevo già letto il precedente - Julie (2022) - e mi era molto piaciuto.
In questo secondo testo l'autrice riprende alcune delle tematiche che aveva già affrontato, ad esempio il trasformismo e la metamorfosi, il fascino della maschera, la sessualità fluida, personaggi femminili che si travestono da uomini e viceversa, le relazioni amorose intricate, la musica lirica, l'erotismo, e le porta in un viaggio itinerante rocambolesco e molto avventuroso.
Le protagoniste stavolta non sono due donne - Julie D'Aubigny e Madeleine -, ma nientemeno che Giacomo Casanova e Anna, la misteriosa, malefica, straordinaria Anna, una serva zoppa che riesce a sopravvivere cambiando volto a ogni pagina: ora lo stesso Casanova, ora Bellino - il famoso castrato amato da tutta Europa -, ora Angiola Calori, una soprano realmente esistita.
L'autrice intreccia ricerca storica e finzione, mescolando realtà e fantasia, attraverso personaggi che sono passati alla storia per le loro vite incredibili e ne ricava un romanzo ricchissimo di colpi di scena, avventure, viaggi, storie d'amore intrise di sensualità.
Anna obbedì, irrigidendosi, ma la testa rimase china. Rallentò il passo, permettendomi di raggiungerla, e mi tornò in mente la sera, ad Ancona, in cui eravamo usciti a passeggiare fino al lazzaretto. Mi era sembrata innocente, allora, inesperta di tutto, mentre adesso attraversava con me le strade di una città turca. La guardai di nuovo, con un oscuro senso di ammirazione. Senza nessun mezzo speciale era riuscita a ingannarmi, a sedurmi e poi a truffarmi. Ed era arrivata a farsi passare per me, Giacomo Casanova. Aveva imparato i miei gesti, il mio modo di parlare, e le storie migliori su di me. Era un demonio, ed era straordinaria, e mi ammaliava, e mi faceva paura, e non somigliava a niente che avessi mai incontrato prima. (p. 224)
Di Casanova conosciamo a grandi linee le gesta: grande amatore, tombeur de femmes, imbroglione, trasformista, il non plus ultra delle figure storiche poliedriche. Ma delle donne che lo hanno amato e odiato sappiamo meno, ed è qui che Ida Amlesù ci viene in aiuto: ad esempio, chi conosce la figura di Charpillon? Una ragazza giovane, astuta, che con i suoi modi reticenti e maliziosi ha quasi fatto perdere la testa e la vita a Casanova? E Henriette? Probabilmente, da quello che ci racconta nelle sue memorie, Storia della mia vita, è l'unica donna che lui abbia mai amato.
E però ecco la finzione: la figura di Anna. Insieme a lei, e contro di lei, Casanova vivrà una serie di esperienze al limite, tra omicidi, intrighi a Venezia, Parigi, Lione, Costantinopoli, Ancona, esperienze che avranno come fil rouge un dipinto, per la precisione copie di uno stesso dipinto di un artista francese scomparso.
Anna e Casanova inseguono questi dipinti alternando momenti di forte passione e sensualità - una nota che avevo già sperimentato in Julie - a litigi, incomprensioni, malintesi che faranno del loro rapporto il tipico odi et amo che è uno dei pilastri del romanzo.
Un giorno si fermò a dormire da noi Salimbeni, il celebre castrato. Era un uomo bellissimo, nonostante il seno abbozzato e la figura troppo morbida. Ma era normale, mi avevano detto, per le persone come lui. Se togli un po' di quello che è maschio, nasce in cambio qualcosa di quello che è femmina. (p. 70)
Un altro punto forte del romanzo sono le ricostruzioni dei luoghi, soprattutto di Costantinopoli e del suo misterioso serraglio, dove Anna resterà imprigionata forzatamente e incontrerà una delle donne più importanti ai fini dell'intreccio: Ioula, forse la protagonista raffigurata in quei famosi quadri di Boucher dal titolo L'odalisca bruna.
Inoltre c'è un grande lavoro linguistico: dialetto veneziano, passaggi in lingue straniere - francese, turco - e una struttura narrativa divisa per capitoli e personaggi che alternano azioni e pensieri.
Dunque in questa seconda prova per l'autrice, se è vero che troviamo i suoi punti forti, una spiccata vocazione per il romanzo storico, per le storie che intrecciano personaggi realmente esistiti con la finzione, per le personalità dalla vita extra-ordinaria e uno stile che mescola rigore ed erotismo, è vero anche che il salto in avanti avviene proprio nella scelta di ripercorrere coraggiosamente le orme di Casanova, che - come possiamo immaginare - era molto altro rispetto a quello che sappiamo.
Dunque sì, Io, Casanova è un romanzo che cerca di ricalcare le sue gesta famose, ma anche un tributo per scoprire cos'altro c'era dietro il fascino di un uomo che ha fatto la storia.
Lo consiglio vivamente a chi ama i romanzi avventurosi e avvincenti.
Deborah D'Addetta
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