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«Vittoria aveva fatto per Scauri più di quello che Scauri aveva fatto per Vittoria»: "Chi dice e chi tace" di Chiara Valerio

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Chi dice e chi tace
di Chiara Valerio
Sellerio, 2024

pp. 288
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Non ti piace non sapere le cose che ti capitano intorno, non ti piace pensare di aver frequentato o anche solo incrociato una persona per vent'anni e non aver lontanamente immaginato niente oltre ciò che vedevi, e che tutti abbiamo visto, quindi non sei l'unica, però tu ti senti stupida. (p. 250) 

Quando viene a scoprire che Vittoria è morta affogata in una vasca da bagno, l'avvocata Lea Russo non può rassegnarsi all'idea: conosce da vent'anni quella donna e sa che è sempre stata una bravissima nuotatrice. Cosa può esserle accaduto? Davvero si è trattato di un malore? 

Benché questa sia l'occasione che porta Lea a indagare nel suo paese, Scauri (una piccola realtà costiera della costa laziale), scoprire cosa sia realmente successo a Vittoria è secondario rispetto a quanto Chiara Valerio mette in campo. Tanto per cominciare, nel romanzo si traccia un ritratto interessante della provincia, che negli anni Settanta ha accolto Vittoria insieme a una donna molto più giovane di lei, Mara. Certo, non sono mancati perplessità e pettegolezzi su due donne che vivono insieme, e inoltre c'era qualcosa di singolare nella scelta di comprare su due piedi una villa abbandonata e ristrutturarla in men che non si dica, portando nuovamente in vita il giardino allo stato brado. Vittoria è stata visionaria nell'immaginare cosa avrebbe potuto trarre da lì, un po' come Mara ha avuto l'intuizione di aprire una pensioncina per animali e di occuparsi della salute di quelli domestici quando nessuno lo faceva. Infatti, era molto più comune che i veterinari si occupassero perlopiù della salute dei grandi animali da allevamento. 

Nonostante la giovinezza e l'avvenenza di Mara, l'attenzione di tutti è sempre corsa a Vittoria, che ha scelto di lavorare in farmacia e di non esercitare più la medicina; lei ha sempre avuto un rimedio fatto in casa per tutti e non ha mai chiuso la porta della villa davanti a una richiesta d'aiuto. Il suo volto ci ha messo poco a essere conosciuto e riconosciuto da tutti. Nelle pagine Vittoria si mostra estremamente sicura di sé e in armonia con il proprio corpo, così come con l'invecchiamento progressivo, accettato con serenità, al punto da rappresentare per tutti un «oggetto di sincera curiosità» (p. 215). Anche Lea, pur essendosi sempre considerata attratta dagli uomini ed essendo ora sposata e con due figlie, non può fare a meno di chiedersi se davvero abbia provato qualcosa per Vittoria. Ad affascinare sono sempre stati «quei suoi movimenti da animale selvatico, o da gatto, sempre in punta di piedi, sorniona, mimetica come un giaguaro, e predatrice quanto lui, scampanellante come una farfalla, pure» (p. 211). 

E dunque arrendersi alla sua morte bollandola come incidente o disgrazia è inaccettabile per Lea, che tuttavia capirà presto di aver intrapreso una strada accidentata: affondare nel passato di Vittoria per ricomporlo e comprendere meglio il presente è rischioso, perché ci sono segreti che Vittoria non ha mai rivelato, altri che conoscono in pochissime persone, e altri ancora che la faranno apparire meno perfetta. Eppure è anche vero che Lea si sente chiamata a rispondere a tanti interrogativi per Mara, che dalla morte della compagna sfoga il dolore bevendo, ma soprattutto per sé stessa. Il percorso alla ricerca della vera identità di Vittoria è anche un percorso dentro e fuori Scauri, ma anche fuori e dentro di sé, tant'è che Lea mette in dubbio molte certezze. E per portare a termine la sua indagine dovrà sacrificare tutto, persino la sua famiglia. 

Chi dice e chi tace non ha il passo incalzante dei romanzi d'indagine; piuttosto ha il ritmo più lento e cadenzato dei romanzi di personaggi, quelli che esplorano l'animo umano e lo interrogano ripetutamente. Le risposte sono varie, né si possono ritenere definitive: leggendo quest'opera bisogna mettersi in ascolto degli altri e di sé stessi e rimanere vigili, perché tante delle nostre certezze verranno messe in dubbio. Solo così si farà la conoscenza di una protagonista assente ma presente nella memoria di tutti e del suo essere coraggiosamente anticonformista senza mai definirsi tale. 

GMGhioni