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«Entrambe siamo state abbandonate, esiliate ciascuna a suo modo dalle vite che conoscevamo»: una nuova vita per le protagoniste di "La ragazza della neve", bestseller di Pam Jenoff

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La ragazza della neve
di Pam Jenoff
Newton Compton, 2017

pp. 352
€ 4,90 (cartaceo)
€ 1,99 (ebook)


«Non possiamo cambiare chi siamo. Prima o poi dovremo tutti affrontare noi stessi».

Se periodicamente questo romanzo riconquista il titolo di "più venduto" nella sezione Narrativa ebraica storica di Amazon, c'è una ragione. Non sono solita partire da un dato di vendite, ma in questo caso ammetto che, alla fine della lettura, sono stata molto contenta di scoprire che il romanzo continua a essere letto e a diffondersi, nonostante sia passato qualche anno dalla sua prima pubblicazione. Perché? Perché spesso sulla Shoah e sulla Seconda guerra mondiale leggiamo romanzi implacabili, con fitta descrizione di orrori e atrocità, e rischiamo di mettere in secondo piano quegli eventi che, realmente verificatisi, mettono invece in luce la generosità e gli slanci di solidarietà di tante persone. 

Pam Jenoff si ispira a fatti realmente accaduti per creare una storia piena di colpi di scena ma anche di umanità ambientata durante la Seconda guerra mondiale. Le protagoniste sono essenzialmente due giovani donne: Noa e Astrid. E raccontano loro stesse la propria storia, in capitoli che le vedono alternarsi come narratrici. 

Noa è una diciassettenne olandese, ripudiata dalla famiglia, dopo essere rimasta incinta di un soldato tedesco. La ragazza, rimasta sola, pensa di partecipare a un programma del Reich per dare in affidamento il suo bambino a una famiglia tedesca, ma dopo il parto si scopre che il neonato non ha un aspetto ariano. Ciò non toglie che il bambino venga ugualmente sottratto alla madre, la quale, rimasta sola, trova lavoro in una piccola stazione come donna delle pulizie. Quel che Noa non può certo immaginare è che un giorno vedrà passare di lì un convoglio con a bordo solamente bambini, molti dei quali moribondi o già morti. Dove sono diretti? Il desiderio di fare qualcosa porta Noa a sottrarre dal convoglio un neonato: nasconderlo ai soldati e portarlo con sé in mezzo al bosco innevato vanno di pari passo. I due non hanno una meta precisa e probabilmente sarebbero morti di stenti e di freddo, se non fossero incappati negli insediamenti invernali del circo Neuhoff. 

Lì abita anche Astrid, ebrea, nata in una famosa famiglia circense, in competizione con i Neuhoff. Se Astrid ha smesso di esibirsi, è stato solo per Erich, suo marito, ma quando Hitler vieta i matrimoni misti, ecco che da soldato tedesco l'uomo è costretto a sciogliere le nozze con Astrid. Ciò che all'inizio sembra inaccettabile, in seguito si rivelerà l'unica via perché la ragazza provi a salvarsi. Alla soglia dei trent'anni, Astrid si ritrova a dover di nuovo badare a sé stessa e, per quanto non ci possa credere, viene assunta dal circo rivale, i Neuhoff, ancora in piedi, nonostante la crisi del settore. Il suo stupore è tanto: 

«Sono ebrea», dico. Impiegarmi ora sarebbe un crimine. Perché assumersi un tale rischio?
«Ne sono consapevole». I suoi baffi fremono dal divertimento. «Ma sei Zirkus Volk», aggiunge a bassa voce. E questo vale più di ogni altra cosa. 

E, in effetti, Astrid non è neanche l'unica ebrea presente nel circo. Questo perché «il circo è una grande livella; la classe o la razza o la storia personale non hanno importanza, siamo tutti uguali qui, veniamo giudicati in base al nostro talento». 

Quando Noa arriva nel gruppo, nessuno fa domande: c'è grande rispetto, purché si lavori e ci si renda utili.  Con meraviglia e terrore, la diciassettenne si vede offrire un posto al circo, sì, ma come trapezista. A nulla valgono le sue preghiere di occuparsi delle pulizie o della cucina: deve rispolverare le sue vecchie doti da ginnasta, perdere i chili presi con la gravidanza e imparare a "volare". A insegnarle c'è proprio Astrid, che all'inizio non crede nelle sue capacità, ma lentamente tra le due nasce un'amicizia speciale, che consentirà loro di sentirsi meno sole con i propri segreti. Non mancherà nemmeno l'amore, ma è bene non rivelare niente dei personaggi maschili, perché si farebbero spoiler colpevoli. 

Vi basti sapere che quando irrompe la Storia, con i controlli a tappeto dei soldati in cerca di ebrei e le bombe dal cielo, il circo Neuhoff è praticamente una famiglia. E in famiglia unita si può pur sempre litigare, ma ci si aiuta e ci si protegge nel momento del bisogno. Stilisticamente molto accessibile, pieno di dialoghi che movimentano la narrazione, La ragazza della neve è un romanzo appassionante, indicato anche a un pubblico di lettori adolescenti. 

GMGhioni