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Un romanzo weird che indaga l'animo della natura e dell'uomo: "Il mio vulcano" di John Elizabeth Stintzi per Tlon

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Il mio vulcano
di John Elizabeth Stintzi
Edizioni Tlon, maggio 2023

Traduzione di Clara Nubile

pp. 376
€ 20,00 (cartaceo)

Il 23 giugno, il giorno che il vulcano raggiunse il suo apice, le vibrazioni distrussero gran parte degli edifici in città. Le vittime si contavano a migliaia. Quando il vulcano  finalmente smise di crescere, un grande silenzio aleggiava sulle macerie. Le cose lentamente smisero di tremare. Restarono immobili. In attesa. (p. 85)
La casa editrice ci informa così su questo romanzo: "Ha vinto il Sator New Works Award, è stato selezionato per il Brooklyn Public Library Book Prize for Fiction ed è stato nominato come miglior romanzo dell’anno da «Kirkus Reviews», New York Public Library e «Independent Book Review."
Ottime premesse allora per questo testo dal titolo Il mio vulcano dell'autrice John Elizabeth Stintzi per Tlon. Si tratta di un romanzo molto peculiare la cui struttura narrativa è composta da brevi capitoli che portano un numero come titolo: in ognuno di essi vi è un personaggio legato in qualche modo alla presenza, fisica o figurata, di un vulcano nella propria vita.

L'episodio scatenante della trama è l'apparizione e il conseguente sviluppo di un mastodontico vulcano attivo nel bel mezzo di Central Park a New York: un evento inspiegabile e a dir poco preoccupante con cui la gente dovrà fare i conti. I primi a cimentarsi sono i personaggi che l'autrice ci presenta, tanti di numero, ma discretamente caratterizzati: leggiamo la storia di Angel, un bambino che viene misteriosamente catapultato da una nuvola indietro di cinquecento anni, finendo ai tempi dell'Impero Azteco tra la popolazione mexica che comincia a credere sia una divinità; leggiamo di Duncan e Hitomi, e di Aithne, tutti e tre collegati tra Giappone e Stati Uniti per decodificare una leggenda che parla di una donna del fuoco, "Scintilla d'ira"; l'autrice ci presenta Ash, un regista di spot pubblicitari che, a un certo punto, finirà per parlare con il suo doppio, con se stesso, un altro corpo che invece di trovarsi negli Stati Uniti si trova alle Hawaii all'ombra del vulcano Kīlauea; ci fa conoscere Makayla e le sue avventure oniriche scatenate da un curioso limone di ceramica; e Dzhambul, un pastore nomade mongolo che viene punto da un insetto trasformandosi in un essere non più umano, un sistema fornito di milioni di collegamenti, un'onda verde fatta di insetti, fiori di cardo e occhi viola.

Sono solo alcuni dei personaggi che l'autrice ci fa conoscere, ma ben presto ci accorgiamo che sono tutti collegati l'uno all'altro, accomunati da tre elementi: la presenza di un vulcano - che sia il Monte Fuji, il neonato vulcano di New York, il Kīlauea hawaiano, un vulcano in un diorama, in un sogno, in una leggenda, il vulcano di una civiltà scomparsa - i sogni, viaggi veri e propri in cui i personaggi si staccano dal proprio corpo e vivono vite di altri, e la paura di non comprendere e non essere compresi
[...] Aithne in streaming: si distraeva dalla propria vita piena di preoccupazioni guardando lei che viveva la sua (p. 262)

[...] e che non voleva morire ma non sopportava l'idea di vivere in un genere falso, di vivere in un appartamento pieno di estranei e gatti incazzati e formiche (p. 183)
Così Duncan cercherà di scoprire un collegamento tra gli attuali eventi catastrofici e la leggenda di una donna che distrugge il mondo col fuoco; così Ash, transessuale, così come un altro personaggio senza nome che l'autrice presenta semplicemente con l* scrittor* transgender bianc*, si chiederà perché esista un suo doppelgänger; ugualmente Hitomi finirà in un vortice di attacchi di panico e Makayla non riuscirà più a dormire perché durante il sonno viaggia, occupando corpi estranei, assistendo a catastrofi e tragedie di ogni sorta.
Queste ultime sono inoltre sottolineate da interruzioni sotto forma di brevi epigrafi dedicate a persone realmente esistite e morte in modo violento, tutte uccise da armi da fuoco.

Tutti i vulcani presenti nelle loro vite sembrano essere legati da un filo invisibile, sotterraneo eppure pulsante. Ma perché proprio un vulcano come magnete di ogni cosa? Ho provato a darmi una spiegazione, tenendo presente che il genere del romanzo potrebbe catalogarsi come fantastico/weird e essere in debito di realismo magico sudamericano: la natura del vulcano, dura e apparentemente immobile fuori ma ribollente dentro, metaforizza il magma interiore di ogni personaggio. Nessuno di loro sembra essere al posto giusto, nessuno pare soddisfatto del proprio lavoro, sono tutti dentro e fuori di sé, forse è per questo che sognano e si scollano dal proprio io, per potersi connettere con qualcosa di più profondo, di più "radicale", proprio come un vulcano. Ci sono personaggi che provengono da luoghi diversi dalla Terra, che a volte appaiono in forma quasi umana e altre come colonne di luce, come sistemi organici immensi composti da milioni di esseri o come la nebbia di una nuvola. La terra e le sue creature non umane, le piante e gli elementi sono essi stessi una forza che forse agisce organicamente o forse sotto l'influenza di creature ultraterrene. 

Non è un libro semplice: il grande pregio dell'autrice è quello di farlo sembrare tale, ma l'intreccio di così tanti personaggi e l'ambizione stessa del romanzo - infine vuole dare una spiegazione al male che gli uomini arrecano alla natura e alle conseguenze di questa violenza - ne fanno qualcosa di quasi epico. Per la stessa ragione, la seconda metà del romanzo si appesantisce: la maglia si allenta, qualche personaggio scivola via e si perde un po' di mordente per via delle eccessive ripetizioni, forse dovute al timore di perdere il filo (sia per l'autrice che per i lettori). A mio avviso, con una cinquantina di pagine in meno (e anche qualche personaggio non indispensabile all'economia della storia) sarebbe stato bello lo stesso.
Lo consiglio a chi ha già letto altri romanzi di genere weird come "Alle montagne della follia" di Lovecraft (anche se viene definito più un romanzo horror), oppure a chi ama Stephen King (c'è qualcosa di King in questo romanzo), Poe e il più attuale Moresco.

Deborah D'Addetta