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"Nel silenzio dei boschi" di Kimi Cunningham Grant racconta il rapporto tra un padre e sua figlia alla ricerca di un rifugio nella natura più selvaggia

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Nel silenzio dei boschi

Nel silenzio dei boschi
di Kimi Cunnigham Grant
Neri Pozza, febbraio 2023

Traduzione di Maddalena Tagliani

pp. 288
€ 18,05 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


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Un libro che parte lento, indagando nelle vite dei due protagonisti, un padre e una figlia, e man mano svela tutto il suo carico di suspense e mistero, soprattutto riguardo alla vita dei due protagonisti. La scrittrice Kimi Cunnigham Grant, al suo esordio italiano, non passa inosservata. Ha all’attivo già tre libri e diversi premi, ha conquistato la critica statunitense con il primo libro che narra della sua famiglia, in parte giapponese e in parte americana, durante la Seconda guerra mondiale e con un secondo romanzo ambientato in una piccola cittadina della Pennsylvania, dove lei stessa vive, insegna e scrive.


Cooper e sua figlia Finch vivono ormai da anni, in una casetta immersa nel silenzio dei boschi sugli Appalachi settentrionali. Il loro contatto col mondo è Jake, un ex militare con cui Cooper ha vissuto situazioni pericolose, soprattutto una disastrosa missione in Afghanistan, che ha quasi ucciso l’amico, a cui lo stesso Cooper ha salvato la vita. Jake ogni inverno porta, in un giorno specifico, ai due, le provviste. 


Quando cominciamo a conoscere la piccola Finch, cresciuta dal padre e vissuta con lui tra quei boschi negli ultimi otto anni, non sappiamo ancora il perché di quella loro vita appartata. I suoi amici sono i libri, la Natura e Scotland, un vicino misterioso che appare dal nulla e non piace per nulla a Cooper. Tutto procede in apparente quiete, almeno fino a quando una ragazza dai capelli rossi compare nei pressi della loro casa, per poi svanire nel nulla. L’evento è destabilizzante e costringe lo stesso Cooper a raccontarci qualcosa in più, di ciò che è capitato a loro e del perché non può correre il rischio di farsi scoprire.

Per ora non le ho raccontato la storia lunga e terribile del motivo per cui siamo qui, i dettagli di quello che ho dovuto fare per riprendermela. Non c'è bisogno che lo sappia subito. (p. 96)

La narrazione è in prima persona e i dettagli misteriosi della fuga di Cooper sono quelli che permeano tutto il racconto. Lo scarto tra ciò che possiamo vedere e ciò che questo padre non ci racconta ci tengono col fiato sospeso e sono la linea sottile d'ombra che non sappiamo se riusciremo a valicare. In questo equilibrio sottile tra ciò che il protagonista ci lascia intuire e ciò che ci costringe a immaginare si gioca la credibilità della storia. Come se il lettore fosse dentro la vicenda, ma sempre un passo più in là, sulla soglia, al limite del sopportabile.


D'altronde la misteriosa ragazza dai capelli rossi non è l’unica a raggiungerli, perché un giorno Jake non si presenta all’incontro annuale e al suo posto arriva la sorella, che ha avuto precise istruzioni su cosa comprare, ma che non sa bene cosa aspettarsi lassù, in quella che era la casa della sua famiglia e che ora è abitata da un uomo e da una bambina.


In quei boschi improvvisamente affollati, Cooper deve decidere se continuare a nascondersi o affrontare il mondo per liberarsi, definitivamente, del passato e da ciò che lo legava alla defunta moglie Cindy, oltre a fare i conti con le proprie colpe. 


Questa è la trama di un libro che ci restituisce tematiche importanti, come il sacrificio, la lotta per la sopravvivenza, la solitudine e la protezione. Oltre a presentarci la figura di un padre disposto a tutto per difendere il legame con la figlia, e in questo molto simile al padre che McCarthy ci ha raccontato nel romanzo La strada, o al memorabile protagonista interpretato da Pedro Pascal, nella serie The Last of us, in queste settimane in onda e basato su un celebre videogioco.


Un padre che mette di continuo in discussione quello che ha fatto e il modo in cui sta crescendo Finch, e che è disposto anche al sacrificio più grande per salvarla. Ma Nel silenzio dei boschi è anche un libro sull’amicizia e sui pregiudizi, che sono ingenerati anche dalla stessa autrice nel lettore, che non sa bene se fidarsi delle parole di Cooper o pensare che sia lui stesso il vero pericolo per la figlia. Il congegno narrativo è interessante proprio per questo continuo dubitare, per la calma apparente, per il colpo di scena che si aspetta a ogni pagina e che mantiene in costante tensione psicologica. 


In generale Nel silenzio dei boschi è un buon libro; l'unica perplessità che vi riscontro è dettata dal ritmo iniziale davvero troppo lento, con un indugiare descrittivo che rischia di snervare il lettore. Mi sarebbe piaciuto maggiormente se la prima parte del libro fosse stata arricchita da un focus maggiore sui due personaggi, che conosciamo solo per il rapporto con il passato, raccontato da Cooper e quindi a volte poco attendibile, e dalla relazione con le altre figure. Questo inficia, dal mio punto di vista, l'interesse generale su tutto il romanzo.


Samantha Viva