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«Come sempre, si tratta di scegliere da che parte stare»: Gino Strada e il suo "Una persona alla volta"

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Una persona alla volta
di Gino Strada
Feltrinelli, 2022

pp. 176
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Non chiamiamola autobiografia, perché Gino Strada non avrebbe voluto: è molto meglio pensare a Una persona alla volta come al reportage di una vita straordinaria, dedicata ai corpi degli altri, per garantire a tutti, uno alla volta, la dignità e il diritto di essere curati. Pare incredibile, leggendo le prime pagine, che Gino Strada sia arrivato alla chirurgia d'urgenza quasi per caso: ha compiuto scelte difficili, talvolta rischiose e apparentemente dissennate, con una lucidità e una caparbietà ammirevoli. Ha rinunciato a tanto tempo con i suoi affetti ed è rimasto accanto al tavolo operatorio per giornate intere senza dormire, pur di essere d'aiuto. Intanto, quelle che prima erano solo domande teoriche sulla guerra, ricevevano risposte annichilenti davanti a bambini martoriati dalle mine antiuomo, uomini e donne spezzati da uno scoppio improvviso. Quanti civili hanno fatto e fanno tutt'ora le spese di decisioni altrui? E quanto gli è davvero servito toccare la guerra con mano per capire fino in fondo che non c'è mai alcuna giustificazione per un conflitto armato? 

Come conferma Simonetta Gola, moglie di Gino Strada e curatrice dell'opera, il marito «non era tipo da stare fermo ad aspettare l'evoluzione degli eventi» (p. 157). Al contrario, intervenire è una parola d'ordine che possiamo accostare a tempestivamente, in modo accurato, nel rispetto di tutti. Accanto a vari episodi sul campo di battaglia, operazioni rischiosissime in ospedali improvvisati e da campo, troviamo il racconto di come Gino Strada e gli altri di Emergency siano riusciti a far costruire strutture apposite, all'avanguardia e inserite nel contesto geografico e socio-culturale dei diversi Paesi. La nascita dell'associazione, a partire da un'idea un po' folle e molto idealista, non è subito stata compresa da chi c'era attorno; ci è voluta molta abnegazione, accompagnata da una notevole dose di determinazione e da tanti sacrifici (famigliari e anche economici), prima di riuscire a realizzare le imprese inimmaginabili che tutti abbiamo sotto gli occhi, ma che è bene rileggere. Sono stati coinvolti medici, architetti, politici, imprenditori e molte altre figure per dare un ospedale a popoli che vivono in zone disagiate, prima poco o per nulla servite. 

Tuttavia, lo sguardo di Gino Strada non è solo concentrato sui Paesi in via di sviluppo o sulle zone di guerra: nel libro troviamo una riflessione lucida e critica sullo stato del servizio sanitario italiano, in particolare sulla trasformazione del diritto alla salute in un bene "commerciabile". Palese è la sua preoccupazione, che si concreta in azioni per aiutare anche i pazienti italiani. 

Oltre agli innumerevoli meriti che possiamo attribuire a Gino Strada e al rammarico profondo per la sua scomparsa, oltre ai ringraziamenti che viene spontaneo dedicargli, pagina dopo pagina, possiamo leggere Una persona alla volta anche come uno splendido esempio di come impegno, dedizione, fatica abbiano tracciato un percorso esemplare. Complesso, certo, per via di tanti ostacoli quotidiani, ma a dir poco significativo nel donare agli altri le proprie mani, il proprio sapere, la propria determinazione nel salvare una vita. 

GMGhioni