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Epiche rotte europee: "Per antiche strade" di Mathijs Deen

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Per antiche strade. Un viaggio nella storia d'Europa 
di Mathijs Deen
Iperborea. 2020

Traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo

pp. 480
€ 18,50 (cartaceo) 
€ 9,99 (ebook)
 
Il cambiamento inizia quando si intraprende un nuovo sentiero, anche se questo sentiero non è che una traccia lasciata da una capra assetata che ha trovato una sorgente. (p. 417)

Le strade per eccellenza sono quelle che si perdono nei grandi orizzonti americani: la Route 55, la Pacific Coast Highway, i lunghi serpentoni battuti da Kerouac e Cassidy. Una simile mitologia di viaggio è carente nella tradizione europea. Nonostante esistano pubblicazioni su grandi viaggi di moderni cavalieri per le strisce d'asfalto europee come Gli autonauti della cosmostrada di Carol Dunlop e Julio Cortázar, l'Europa non suscita questa sensazione di grandi distanze percorse.
I motivi sono tra i più vari: a cominciare dalla mancanza degli spazi infiniti che caratterizzano il continente americano, fino ad affondare nelle ragioni storiche, dato che le strade erano spesso costruite per ragioni militari. Si veda dall'impero romano fino alle carrozzabili austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale. 
Il saggio romanzato di Mathijs Deen Per antiche strade si pone l'obiettivo di riempire questo vuoto narrativo e culturale. Attraversando non solo il continente, ma anche le epoche, per ogni strada e ogni nazione riesce ad aprire squarci su angoli nascosti della storia e a costruire una mitologia di viaggio anche per il vecchio continente.

A cosa si associa una strada? Necessità (di spostamento per ragioni di conflitto o mancanza di risorse), fuga e ricerca in senso pragmatico; libertà e avventura in senso più naïf. 
Deen parte da ricordi personali: raccontando dei suoi viaggi da bambino per raggiungere la casa dei nonni in estate, prende ogni singolo valore assoluto associato alla strada e gli dedica una storia.
Si parte dalla necessità, dalla ricerca di nuove terre per motivi di sostentamento. E si parte da lontano, dall'800.000 a.C., quando l'Europa non era considerata il centro del mondo, ma una terra difficilmente raggiungibile, anche se invitante con le sue nubi di polvere sollevate da mandrie che promettevano cibo e benessere. E la ricerca di una strada per nuove terre in cui poter fissare la propria dimora per le generazioni a seguire, segue anche l'evoluzione dell'uomo, dall'erectus fino al più ignoto antecessore  heidelbergensis.
Il conflitto viene associato alla più famosa guerra di conquista dell'impero romano: la Gallia e i suoi irriducibili abitanti aiutati dalla loro magica pozione che tanto ha solleticato l'immaginario dei fumetti. Qui contenuta nel calderone Gundestrup, a sua volta un manufatto “viaggiante” che dalla Romania è arrivato nelle paludi dello Jutland, è immaginifico oggetto e testimonianza della lotta di Boiorix contro Mario e del suo tentativo di scendere in Italia.
La ricerca e l'esplorazione sono incarnate da Guðríðr Þorbjarnardóttir, esploratrice islandese che dall'Islanda alla Groenlandia fino a mettere piede sul continente americano, arrivò come pellegrina a Roma, in un'estenuante ricerca di una fede e una sicura promessa per l'aldilà. 
Il progresso e l'avventura sono testimoniate dalla gloriosa stagione delle corse automobilistiche sulle strade europee. Seguendo Charles Jarrot al volante della sua Panhard assistiamo all'incarnazione dello spirito della Belle Époque e alla nascita di alcune delle più prestigiose case automobilistiche. Peccato che la pericolosità e i numerosi morti sul tracciato abbiano decretato una breve vita per questa sfolgorante stagione piena di ottimismo.
Non mancano le campagne napoleoniche, l'errabonda vita degli ebrei d'Europa nel corso Diciassettesimo secolo fino a un occhio sull'uniformità europea delle strade nel tentativo di creare un unico grande gomitolo che renda ogni città una tappa, un puntino su un ideale più grande.

Due sono i grandi punti di forza di questo volume.
Il primo è sicuramente l'unione di una ricerca storica, antropologica e letteraria seria e rigorosa che non scende mai nell'eccessiva didattica e che viene smorzata da passi descrittivi molto immaginifici che sembrano indulgere al gusto fiammingo per la precisione pittorica.
Guðríðr aveva vissuto tutta la vita in fattorie basse e lunghe. In Islanda, soprattutto dove la terra fumava spesso ed emetteva vapore, era praticamente impossibile distinguere da lontano una casa avvolta nel fumo del camino dal resto del paesaggio. I tanti temporali e le tempeste che si abbattevano sull'isola facevano sì che i colori delle colline, dei tetti erbosi, dei muri di torba, dei pascoli, delle persone e del bestiame di smorzassero in tonalità affini, nelle sfumature del muschio, della nebbia, dell'erba e della terra. Le case erano come pecore che premono il corpo a terra sotto il temporale. (p. 183)
Il secondo è la scelta di affidare la costruzione di una storia d'Europa tramite le strade a personaggi minori del grande arazzo storico. La conquista della Gallia non è osservata dall'egocentrico occhio di Giulio Cesare; il freddo della campagna di Russia è nelle mani di un ignoto fantaccino e di un capitano servile; la grandezza della rete viaria di Roma è sfondo delle scorribande del brigante Bulla Felix. 
Ogni strada percorsa, per quanto ricca ed emozionante, ha con sé il suo carico di morte e disgrazia. Sia essa lo sterminio dei bambini di una tribù di heidelbergensis, siano le croci che costellano la tratta Parigi-Madrid, l'ultima corsa su strada europea intrapresa ma mai terminata, ogni strada esige un prezzo per una costruzione che non sia solo un reticolo di collegamento tra luoghi e città, ma anche per un'epopea di viaggio che nulla ha da invidiare con i tracciati d'oltreoceano.


Giulia Pretta


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📖”Il cambiamento inizia quando si intraprende un nuovo sentiero, anche se questo sentiero non è che una traccia lasciata da una capra assetata che ha trovato una sorgente." ⠀ Da fedele iscritta alla newsletter @iperborea Giulia @books_details quest'estate ha ricevuto i podcast tratti da "Antiche strade" di Mathijs Deen. Da un capo all'altro della linea del tempo, ha seguito qualche passo dell'uomo heidelbergensis e ha corso con Jarrott nelle grandi corse su strade europee nel pieno della Belle Époque. La suggestione della lettura unita alle vacanze piuttosto sedentarie di quest'anno, ha reso la lettura di questo saggio romanzato un viaggio per interposta persona. Descrizioni immaginifiche che cedono quasi al gusto pittorico fiammingo, una rigorosa ricerca storica e la scoperta di alcuni angoli nascosti della storia sono solo alcuni dei punti di forza di questo volume. Tra qualche giorno ve ne parla: scoprirete che l'Europa non ha nulla da invidiare alle grandi stradi strade del continente americano. ⠀ Vi è capitato (ahimè 😭) di dover restare più a casa di quanto avreste voluto? Quali sono i libri di viaggio che vi hanno tenuto compagnia? #recensioni #perantichestrade #iperborea #ontheroad #viaggiare #viaggiareconilibri #mathijsdeen #criticaletteraria
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