in

"Il bambino è il maestro": storia di un medico, di un'educatrice, di una donna moderna

- -
Il bambino è il maestro - Vita di Maria Montessori
di Cristina De Stefano
Rizzoli, 2020

pp. 384
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Più soffiate e più volo in alto (p. 31).
La prima immagine che attraversa la mia mente quando penso a Maria Montessori è il suo ritratto sulla banconota delle mille lire:  quel ritratto di una mite donna ormai in là con gli anni con le labbra appena dischiuse in un sorriso ha accompagnato tutta la mia infanzia.
Il celebre "Metodo Montessori" mi ha sempre affascinata e incuriosita e quando nel 2007 Paola Cortellesi interpretò la famosa pedagogista italiana in una fiction, non potei fare a meno di seguirla con grande interesse per approfondire le gesta di questa grande donna.
Mi è parso, poi, una sorta di segno del destino l'uscita della biografia Il bambino è il maestro - Vita di Maria Montessori (Rizzoli, 2020) scritta da Cristina De Stefano, e così sono corsa a leggerla, scoprendo tantissimi aspetti della vita di una delle prime donne medico italiane destinata a cambiare per sempre le sorti dell'educazione dei bambini.

Maria Montessori nacque nel 1870 a Chiaravalle di Ancona ma, a causa del lavoro del padre, la famiglia si trasferì prima a Firenze e poi a Roma, città, quest'ultima in cui la Montessori crebbe.
Le scuole elementari si rivelarono complicati per la giovane, la quale venne anche rimandata per tre volte (vittima forse lei stessa di un metodo di studio non adatto alle sue esigenze), ma attorno agli 11 anni si appassionò agli studi e si iscrisse alla Regia scuola tecnica (non avendo voti abbastanza alti per il liceo classico).

Maria Montessori nel suo studio
Crebbe così in lei la vocazione per la Medicina (contrariamente al desiderio del padre, che avrebbe voluto vederla maestra), facoltà alla quale ella non poté inizialmente iscriversi per la mancanza del diploma di maturità classica, così ripiegò sulla facoltà di Scienze e dopo due anni riuscì a passare a quella di Medicina dell'Università "La Sapienza".
Nel 1896 (a dispetto del Preside della facoltà che aveva provato a dissuaderla senza successo e dello scherno dei colleghi di studi) divenne la terza donna italiana a laurearsi in Medicina, con la specializzazione in Neuropsichiatria.
Fu in questi anni che la Montessori maturò la decisione di dedicarsi all'infanzia, in seguito al recupero di bambini affetti da problemi psichici presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma e al sodalizio professionale e affettivo con Giuseppe Montesano.

Fu sempre in questo periodo che la Montessori (candidata diverse volte al Premio Nobel) iniziò a studiare con passione e interesse il materiale pubblicato dal medico francese Édouard Séguin inerente all'opportunità di integrazione dei bambini ritenuti "anormali" all'interno della comunità, sui quali avrebbe improntato la sua intera didattica.
Questa sarà la scintilla che condurrà la pedagogista a ideare il suo Metodo e a rivoluzionare l'educazione dell'infanzia in tutto il mondo.

C'è tutto questo e molto altro nella bella biografia di Cristina De Stefano: ci sono le lotte femministe della Montessori, c'è il legame profondissimo che la unì al figlio avuto da Montesano ma riconosciuto solo nel testamento, c'è il racconto della ferita profonda cagionata dall'abbandono del collega (in seguito al quale la donna iniziò a vestirsi sempre e solo di nero) e quello dell'apertura della prima Casa dei Bambini nel quartiere romano di San Lorenzo nel 1907, alla quale ne seguiranno molte altre in tutto il mondo.
Ma ci sono anche le difficoltà alle quali la Montessori dovette far fronte per realizzare il sogno di costruire un mondo più giusto perché basato su un'educazione del fanciullo diversa da quel metodo cattedratico utilizzato fino a quel momento.

Tra i passaggi di questa biografia che si legge come un romanzo ce ne è uno che mi ha colpita in modo particolare: nel 1906 durante un processo celebrato di fronte alla Corte di Cassazione perché Maria Montessori aveva contributo a registrare delle donne come elettrici (idea a dir poco scandalosa per l'epoca), ella ribatté così al Pubblico Ministero che aveva affermato come il diritto consuetudinario non concedesse il voto alle donne:
Se la mafia avesse creato delle consuetudini in Sicilia, ciò dovrebbe costituire ufficialmente la legge sicula? (p. 98).
In questa frase che oggi ci appare normale ma che all'epoca doveva costituire un'autentica rivoluzione (specialmente se messa in bocca a una donna) c'è tutta l'essenza del coraggio che contraddistinse l'intera esistenza di Maria Montessori, la quale rinunciò a due proposte di matrimonio per essere libera di perseguire la sua strada, che ebbe un figlio nel 1898 che poté riconoscere solo in seguito alla sua morte ma che amò teneramente, e che forse fu il motore della sua voglia di curare ed educare i bambini.

Fu una donna grandissima Maria Montessori, una donna che visse anche di contraddizioni e che cercò appoggi dovunque pur di consentire al Metodo di raggiungere quanti più bambini possibili: molto chiacchierato fu, infatti, il sostegno che le tributò Benito Mussolini volto a combattere l'analfabetismo (per molti fu questo il motivo che pesò sulla mancata assegnazione del Nobel alla donna), sostegno, però, dal quale presto la pedagogista prese le distanze.

Questa biografia consente di conoscere tantissimi aspetti della vita e dell'opera di una donna che ha precorso i tempi e che forse venne troppo poco celebrata in patria (e tuttora è così) ma osannata nel resto del mondo.
Questo è un testo irrinunciabile per quanti vogliono approfondire la vita e il Metodo di un'educatrice modernissima, di una donna i cui studi non smetteranno mai di essere ritenuti all'avanguardia.

Voglio ricordarla con la frase bellissima e coraggiosa incisa sulla sua tomba a Noordwijk, nei Paesi Bassi, una frase che ogni Maestro e ogni genitore dovrebbe ricordare quando si trova a modellare una giovane vita:
Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.

Ilaria Pocaforza