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#PagineCritiche - Invito a teatro: un piccolo manuale per assistere con consapevolezza al grande teatro

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Invito a teatro - Manuale minimo dello spettatore
di Luigi Allegri
Laterza, 2018

pp. 150
€ 13 (cartaceo)
€ 8,99 (e-book)

Nella cultura novecentesca e post-novecentesca il teatro non ha più lo stesso ruolo e la stessa funzione che aveva fino all'Ottocento. Non è più il luogo in cui si rappresentano storie che facciano ridere o piangere [...], insomma non è più il luogo in cui un linguaggio si confronta col mondo e lo descrive (p. VIII).
Assistere a uno spettacolo teatrale è da sempre una delle esperienze culturali che preferisco, perché permette allo spettatore di avere un contatto immediato con la storia e i personaggi, senza il filtro insito, invece, nello schermo televisivo e cinematografico.
È perciò con molte aspettative che mi sono avvicinata a Invito a teatro - Manuale minimo dello spettatore (Laterza, 2018), un volumetto scritto da Luigi Allegri, insegnante di Storia del teatro e dello spettacolo presso l'Università di Parma.
Questo libricino di 150 pagine ambisce ad aumentare la consapevolezza del cittadino che assume il ruolo di spettatore teatrale, poiché non sempre uno spettacolo è immediatamente comprensibile, ma molte volte necessita di un'introduzione, di una sorta di approccio guidato alla trama e ai personaggi.


In questo senso, assai rilevante è la diversità che Allegri traccia a proposito del teatro e dello spettacolo:
Lo spazio teatrale è l'edificio, o comunque l'ambiente, deputato alla rappresentazione degli spettacoli, in cui trovano collocazione sia gli attori che gli spettatori, mentre lo spazio scenico è il luogo interno ad esso in cui agiscono gli attori, in cui prende forma lo spettacolo. Sono proprio la struttura e le modalità del rapporto tra attori e spettatori a definire nel profondo l'idea di teatro di una civiltà (pp. 31-32).
Tra le parti più interessanti di questo manuale vi è senza dubbio quella inerente alla storia delle rappresentazioni teatrali, molto ben ricostruita dal Professor Allegri e che, nel punto in cui ricostruisce il teatro inglese dell'epoca shakespeariana, ci fa tornare alla mente il film Shakespeare in love:
Esemplare a questo riguardo è il caso del più grande di tutti, William Shakespeare, che non ha mai scritto i propri testi "a priori", ma li scriveva proprio in funzione della compagnia che aveva a disposizione, modificandoli senza difficoltà se non reggevano alla prova della scena, interpolandoli con altri materiali, utilizzandone dei pezzi per altri spettacoli, copiando a volte e sopportando id essere copiato dai drammaturghi rivali (p. 23).
Invito a teatro - Manuale minimo dello spettatore è un libro agile che si legge in poco tempo, ma che riesce a far acquisire una maggior consapevolezza a coloro che assistono a uno spettacolo, permettendo di percepire meglio non solo quello che è visibile ai nostri occhi, ma anche tutto il lavoro che c'è dietro le quinte, tutto il background che ha condotto alla realizzazione di uno spettacolo perché, come scrisse Victor Hugo:
Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.
Ilaria Pocaforza